Il genio dell’errore conquista Trieste Next
Chiusa la kermesse della ricerca: migliaia di visitatori. Al fisico Martin il premio per il miglior libro divulgativo
Il Viagra venne scoperto cercando un farmaco per l’angina pectoris, l’utilizzo delle microonde per cucinare i cibi quando Percy Spencer, che stava lavorando sui magnetron per i radar, si trovò una barretta di cioccolato sciolta in tasca.
Sbagliò Albert Einsten, che ritenne l’universo statico e omogeneo, come non è, e anche Enrico Fermi, che nel 1938 nella sua Nobel lecture a Stoccolma si disse certo di aver ottenuto due nuovi elementi più pesanti dell’uranio, senza rendersi conto che, in realtà, aveva realizzato la fissione nucleare.
«C’è del genio nell’errore», ricorda Piero Martin, ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Padova, nelle sue rutilanti “Storie memorabili di errori” (Editori Laterza, 2024), primo classificato al Trieste Next Science Book of the Year: una riabilitazione dell’“incidente di percorso” non solo perché errando discitur, dimostra Robert Wilson che scoprì la radiazione cosmica cercando tutt’altro, ma anche perché, dice Martin dal palco del Teatro Miela, «l’errore è vita, riconoscerlo è geniale».
Si chiude così un’edizione fortunata, la numero tredici, di Trieste Next, il festival della ricerca scientifica che quest’anno è promosso anche dal gruppo editoriale Nem, che edita questo quotidiano, assieme a Comune di Trieste, ItalyPost, Università di Trieste, Area Science Park, Sissa e Ogs, co-promotore è la Regione in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo a Milano e Fondazione CRTrieste.
Migliaia di visitatori hanno decretato il successo dei 40 spazi espositivi accolti in piazza Unità e resi vivi da 250 volontari, più di 400 ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti hanno preso parte alle 75 attività pensate per le scuole e, poi, al centinaio di incontri proposti su «gli orizzonti dell’intelligenza», come recita il titolo della rassegna.
Nobel e Oscar, con i “materiali delle meraviglie” del fisico Andre Geim e il pianoforte del compositore Nicola Piovani, che ha accompagnato il Teatro Verdi in un viaggio tra musica e scienza per scoprirne i legami.
Tra gli incontri che hanno registrato il tutto esaurito – va ricordato: ci sono stati anche 12 appuntamenti in contemporanea – ci sono i talk dedicati alla sostenibilità e all’impatto dei cambiamenti climatici, al nostro rapporto con l’intelligenza artificiale e alle nuove opportunità terapeutiche, con letture trasversali e intersezionali: qual è lo stato di diritto di un paziente oncologico che fa parte della comunità Lgbtqai+? Se non siamo soli nell’universo, dove sono tutte le altre forme di vita extra-terrestre, come le stiamo cercando?
“Tutti i mondi possibili” di Telmo Pievani, la difficile gestione della sfida demografica in un pianeta con risorse limitate, con Elsa Fornero e Jan Olof Lundqvist, la ricerca di una cura per l’Huntington di Elena Cattaneo hanno saputo catturare la curiosità del pubblico che ha affollato le aree talk, non prima di uno scatto alla nave di ricerca Laura Bassi ormeggiata lungo le Rive.
Ricercatrici e ricercatori sono stati i veri protagonisti della rassegna, di giorno e anche dopo il tramonto con Sharper, la Notte dei Ricercatori europei. E poi spazio alle scuole, con un programma fortunatissimo: circa duemila le iscrizioni alle attività proposte con la rete “Trieste Città della Conoscenza”, e coordinate dal Comune con l’Immaginario scientifico tra esperimenti, mostre interattive e laboratori, “viaggi allucinanti nella cellula umana” e dialoghi con i grandi personaggi del passato sfruttando l’intelligenza artificiale.
E a proposito di avatar: durante gli incontri in inglese il pubblico ha potuto testare il servizio di traduzione realizzato proprio con l’Ai. Seguitissime anche le dirette streaming sui canali social di Trieste Next, che rimarranno a disposizione in attesa della prossima edizione del festival, in programma tra il 26 e il 28 settembre 2025.
Lettere e numeri, Croce e Cartesio intrecciati con curiosità, la stessa che ha animato i finalisti del Trieste Next Science Book of the Year, il riconoscimento alla letteratura scientifica consegnato ieri, domenica 29 settembre, in un affollato Teatro Miela dal presidente di Trieste Next Antonio Maconi e dal rettore Roberto Di Lenarda, a capo di una giuria di lettori e lettrici amanti della scienza.
Conduce la giornalista Marinella Chirico, vince il professor Martin ma la menzione d’onore è per ognuno dei finalisti, tutti sul podio: da “L’uomo venuto dal futuro. La vita visionaria di John Von Neuman” (Adelphi, 2024), romanzo di Ananyo Bhattacharya tra storia e mito del genio amante del bon vivant che rivoluzionò il campo dell’informatica, a “Gender tech.
Come la tecnologia controlla il corpo delle donne” (Laterza, 2024), in cui Laura Tripaldi analizza come le tecnologie di genere quali la pillola contraccettiva o le app di period tracking, pur favorendo l’emancipazione possono nascondere nuove forme di controllo sul corpo femminile.
E poi ancora, Sahra Talamo che con “Misurare la storia. La nuova linea del tempo dell’evoluzione umana” (Raffaello Cortina editore, 2024) presenta i suoi studi innovativi nella datazione al radiocarbonio, promettendo di trasformare la nostra comprensione dell’evoluzione umana, e “Prima del Big Bang. Come è iniziato l’universo e cosa è avvenuto prima” (Rizzoli, 2023), una guida cosmologica attraverso l’origine dell’universo e le sue frontiere a firma di Gian Francesco Giudice, direttore del Dipartimento di Fisica al Cern di Ginevra ma di formazione triestina. Raccogliendo l’attestato ricorda gli anni del dottorato, conseguito alla Sissa, e saluta «Trieste città della scienza: la mia prima ispirazione che mi fece innamorare della ricerca». —
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