Tra i colli del Prosecco come in Napa valley

La Bisol sta costruendo vetrine panoramiche per degustare le bollicine, incentivando un nuovo turismo. Il modello arriva dalla California. A Valdobbiadene, intanto, va il premio: miglior piano regolatore delle città del vino

VALDOBBIADENE. Dopo le vigne immerse nella Laguna di Venissa, nell'isola di Torcello culla della Venezia nativa, e dopo l'investimento nel Parco dei colli Euganei e in quelle terre vulcaniche che danno linfa alle vigne del moscato giallo Maeli, tra le colline del Prosecco stanno per nascere nuove vetrate panoramiche stile Napa Valley.

L'americana Napa Valley è sicuramente il caso più celebre di ripensamento contemporaneo dei territori vitivinicoli anche se esempi sono già presenti in Italia nelle Langhe piemontesi o in Alto Adige. Si tratta di un nuovo disegno architettonico delle aziende vitiviticole e delle loro cantine. Il fenomeno "Napa" è interessante però, non solo per le costruzioni, ma anche per il turismo - non solo enologico-  che ha saputo sviluppare, con numerose possibilità anche di acquisto diretto grazie anche alla linea ferroviaria del 1860 che percorre la celebre Wine Valley della California.

Così, anche se l'amministrazione comunale di Valdobbiadene "sta facendo un ottimo lavoro" per la valorizzazione degli impianti e del paesaggio vitivinicolo del territorio,  noi produttori stiamo portando avanti delle iniziative per i wine lovers, realizzando una decina di affascinanti spazi di degustazione in vetro nelle zone più panoramiche" spiega Gianluca Bisol, direttore generale di Bisol vitivinicoltori in Valdobbiadene, storia azienda del prosecco. Tra l'altro proprio a Valdobbiadene è stato di recente assegnato il premio per il miglior piano regolatore delle Città del vino.

"Io e mio fratello Desiderio - prosegue Bisol - stiamo già lavorando a un progetto simile, nelle prossime settimane sarà pronto un angolo degustazione sulla collina del Cartizze, ho visto queste realizzazioni in Napa Valley ed hanno una incredibile forza di attrazione sugli appassionati di vino. Come vignaioli, nei nostri 20 poderi in alta collina, inoltre, facciamo molta ricerca sulla sostenibilità ambientale riducendo al massimo le difese antiparassitarie convenzionali".

La vendemmia 2015? "E' stata particolarmente positiva - dice l'imprenditore -. L'impressione - aggiunge - è di un'annata con caratteristiche di eleganza olfattiva e profumi ampi sia nel fruttato che nel floreale. A livello gustativo c'è una buona presenza alcolica ed estratto ben presente che permette di avere residui zuccherini inferiori alla media storica. È da tener presente che le nostre selezioni d'annata necessitano del freddo riposo invernale per cristallizzare i profumi e far emergere la mineralità acida tipica dei nostri vini fatti a mano in alta collina. Siamo, quindi, molto soddisfatti".

Per Bisol il fiore all'occhiello è il podere gestito sulla zona sommitale della collina Cartizze: un'area che si snoda su di una cresta collinare ripidissima, ad un'altitudine di 300 metri sul livello del mare, e gode di un' ottima esposizione al sole, oltre che di una ventilazione continua che unitamente al terreno di natura sabbiosa la rendono una zona di raro valore. Ben 140 proprietari si dividono i 106 ettari della collina di Cartizze, e il valore del terreno ha raggiunto delle quotazioni da capogiro: più di un 2,5 milioni di euro per un ettaro.

Sempre in capo all'azienda familiare Venissa, la vigna murata nell'isola di Torcello dove nasce l'omonimo vino che deve il nome al poeta Zanzotto. A Venezia anche un ristorante con una stella Michelin e il wine resort con hotel nella Laguna a due passi da Burano. L'identità al centro del territorio, pilastro dell'azienda Bisol, si trova infine anche in Maeli sui colli Eugenei dove si rpoduce un vitigno come il moscato giallo, chiamato Fior D'arancio in un terreno di origine vulcanica. L'azienda guidata da una giovane imprenditrice Elisa Di Lavanzo ho trovato da poco l'energia e il sostegno di Gianluca e Desiderio Bisol.

Da aprile 2014 la Bisol è per il 50% del Gruppo Lunelli di Trento, proprietaria dello storico marchio trentino Ferrari. L'ingresso nella holding trevigiana ha dato vita al più grande gruppo italiano delle bollicine.

(Eleonora Vallin)

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