Zonin si è dimesso. Arriva Dolcetta
VICENZA. Dopo un ventennio, lascia il suo posto di presidente della Banca Popolare di Vicenza "il viticoltore prestato alla finanza" Gianni Zonin, finito sotto inchiesta due mesi fa per aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza. Ai vertici sale l'imprenditore della Fiamm, vice di Giorgio Squinzi in Confindustria, il vicentino Stefano Dolcetta che promette "una cornice di sagge garanzie" ai dipendenti e trasparenza verso soci e clienti.
Dopo aver dichiarato l'11 aprile in assemblea, che non avrebbe guidato la banca in formato Spa, Gianni Zonin era recentemente tornato sulle sue decisioni spiegando di aver scelto di rimanere vicino ai soci e ai dipendenti: "Ognuno di noi ha il suo carattere e io sono un uomo d’azienda e non lascio se il mare è agitato" aveva promesso a luglio. Poi, dopo l’avvio dell’inchiesta che lo vede tra gli indagati, lo scorso ottobre aveva detto “rimango fino a quando non sarò sicuro che la banca sarà in solide mani”. Da qui l'avvio della trattativa con Stefano Dolcetta.
Il 23 novembre, in serata, "il Consiglio di amministrazione di Banca Popolare di Vicenza ha preso atto delle dimissioni dalla carica di consigliere e di presidente del Consiglio di amministrazione del cavaliere del Lavoro Gianni Zonin - informa la banca -. Il Consiglio ha altresì deliberato di cooptare il cavaliere del Lavoro Stefano Dolcetta in sostituzione della professoressa Giovanna Dossena (che aveva dato le dimissioni lo scorso 10 novembre, ndr) e, ai sensi dell’articolo 34 dello Statuto, all’unanimità di nominare Dolcetta nuovo presidente del Consiglio di amministrazione di Banca Popolare di Vicenza".
"Il Consiglio di Amministrazione della Banca ringrazia Gianni Zonin per la dedizione e l’impegno con cui ha accompagnato la Banca negli scorsi venti anni di attività e formula al nuovo presidente Stefano Dolcetta gli auguri per l’importante incarico a cui è stato chiamato" continua la nota.
Stefano Dolcetta avrà un mandato a termine, da "traghettatore" come lui ha dichiarato fino alla prossima assemblea dei soci per la trasformazione in Spa che si terrà entro aprile 2016.
"Sono stati anni di grande crescita per la Banca Popolare di Vicenza – ha dichiarato al suo ultimo Cda l’ormai ex presidente Gianni Zonin – che ha saputo e voluto far crescere questo territorio cui, mi auguro, rimarrà legata per sempre. Sarebbe stato più semplice per me, alla vigilia dei grandi cambiamenti che stanno avvenendo, e nelle difficoltà di questi ultimi mesi, lasciare il mio posto molto prima di oggi, ma ho sempre vissuto la mia appartenenza alla vita di questa Banca come un servizio alla comunità di cui, con orgoglio, faccio parte con la mia famiglia”.
“Oggi, dunque, è possibile per me fare un passo indietro, perché lascio la Banca in mani serie ed affidabili, innanzitutto quelle del consigliere delegato e direttore generale Francesco Iorio, che sta realizzando con rigore e straordinaria capacità quel disegno a medio termine che porterà la Banca Popolare di Vicenza a diventare un imprescindibile soggetto economico, finanziario e sociale per il Nordest e per tutto il nostro Paese. Oggi, poi, è arrivato il momento di un nuovo presidente, che saprà essere, oltre che l’imprenditore serio e capace che tutti conosciamo, il punto di garanzia e di rappresentanza istituzionale per i soci, i clienti e i dipendenti”.
“Ho seguito e apprezzato, in queste settimane, il lavoro di tenace volontà di rilancio e di trasformazione, che Iorio e i suoi manager hanno dimostrato di saper fare. Sono certo che questa è la direzione da seguire senza incertezze – ha risposto Dolcetta -. Vorrei salutare e incoraggiare, con affetto e cordialità tutti i nostri dipendenti che stanno reagendo con professionalità alla sfida di questi mesi”. “Con le organizzazioni sindacali – ha aggiunto – dovremo costruire una cornice di sagge garanzie per tutti. Sapremo, a fianco delle nostre istituzioni, essere trasparenti e chiari con i nostri soci e con i nostri clienti, cui chiedo di diventare i primi alleati della Banca, senza la quale il nostro grande territorio non avrebbe raggiunto i risultati economici che sono tangibili a livello internazionale, ma che ha certamente consentito al Nordest di superare questi anni di grande crisi”.
(Eleonora Vallin)
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