Perché il bed and breakfast occupato a Padova sta diventando un caso nazionale

L’incubo di un professionista padovano che aveva messo in affitto un appartamento. Vicini terrorizzati tra schiamazzi e intimidazioni. Il Comune: «Non possiamo intervenire»

Daniela Gregnanin, Alice Ferretti
La porta di casa forzata per rientrare dopo che era stata cambiata la serratura
La porta di casa forzata per rientrare dopo che era stata cambiata la serratura

«Siamo disperati, abbiamo paura e nessuno a quanto pare ci può aiutare». È una situazione che ha dell'incredibile quella che racconta M. T., un professionista padovano, residente nel quartiere di Pontevigodarzere, che dal 16 ottobre vive in un incubo. E non fa che ripetere la sua richiesta di aiuto: «Stiamo per perdere la fiducia in tutte le istituzioni».

L'appartamento occupato

Da qualche mese aveva deciso con la famiglia di adibire a bed and breakfas per affitti brevi a turisti un appartamento da 70 metri quadrati in via Vigodarzere al civico 175, dopo aver pagato un'importante ristrutturazione.

Ma da metà ottobre l'alloggio è occupato da inquilini che hanno prenotato per una settimana, ma che non se ne sono più andati.

«Avevamo deciso di non affittare l'appartamento come di consueto per non avere problemi di contratto da rinnovare e la soluzione migliore ci è sembrata quella delle locazioni brevi – racconta l'uomo. – Il 16 ottobre abbiamo ricevuto una coppia composta da un signore e una donna che avevano chiesto l'appartamento per una settimana e così abbiamo fornito le chiavi come previsto da contratto regolarmente stilato. A prima vista onestamente, ci sono sembrati strani, ma ormai erano entrati – prosegue l'uomo – Purtroppo dopo lo scadere dei giorni prenotati e pagati, questi soggetti non sono più andati via e da quel momento è iniziato per noi un vero e proprio incubo».

In casa fino a 30 persone

Altro che check out, recensioni e tutto il corollario che segue la fine di qualche giorno di affitto. Di restituire le chiavi i due occupanti non ne vogliono proprio sapere. Agli inviti dei titolari di lasciare l'appartamento hanno risposto con minacce e fino a far balenare aggressioni fisiche, anche da parte di loro amici se avessero continuato con la richiesta di sgombero.

«Si tratta di un gruppo di persone di origini rom o sinti. A metà ottobre la casa è abitata anche da trenta persone per volta: entrano, fanno lavatrici, feste, sporcano ovunque e disturbano fino a notte inoltrata – prosegue il proprietario – Dopo più di un mese di questa situazione, abbiamo deciso di scollegare le utenze per spingerli ad andarsene. Questi però si sono allacciati a quelle comuni del condominio. Nella palazzina nessuno fiata, perché c'è un timore diffuso di queste persone. Gli abusivi sono tanti e corpulenti – evidenzia il proprietario – Non sappiamo davvero più che cosa fare, viviamo nel panico e nella paura».

La palazzina dove si trova l’alloggio occupato (foto Bianchi)
La palazzina dove si trova l’alloggio occupato (foto Bianchi)

Gli abusivi: «Siamo regolari»

«Noi non abbiamo occupato niente, qui siamo regolari, andate via», intima una giovane donna di circa 30 anni che si sporge da una finestra dell'appartamento al secondo piano dello stabile in via Vigodarzere.

A osservare la scena, sempre affacciati da una finestra di quello che potrebbe essere un salone, anche due bambini, che la donna non si cura di nascondere.

La denuncia a Carabinieri

Le forze dell'ordine sono intervenute più volte, la denuncia c'è, ma il proprietario è impossibilitato a fare qualsiasi tipo di azione: «Questi signori hanno detto ai carabinieri che avevano un contratto, ma non è vero. Un giorno avevamo visto che in casa non c'era nessuno e abbiamo cambiato le serrature con un lucchetto e una catena. Purtroppo dopo qualche ora sono ritornati e con una mazzetta hanno sfondato la porta».

E aggiunge: «Spero che possa intervenire chi di dovere, perché solo tramite le istituzioni una soluzione forse la si può trovare. L'azione delle forze dell'ordine è stata encomiabile, ma anche loro non possono fare nulla. Tra l'altro questi soggetti sono pericolosi e non sappiamo davvero più come muoverci. Temiamo anche per chi vive negli appartamenti vicini. L'altra sera hanno probabilmente fatto fuoco in una delle stanze, c'era un forte odore di fumo, credo abbiano cercato di scaldarsi, visto che abbiamo staccato il gas. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco, per fortuna nulla di grave; ma c'è il rischio che diano fuoco alla casa. Lunedì sarà disattivata un'altra utenza», conclude il padrone».

Paura alle stelle tra i vicini

La situazione a Pontevigodarzere è piuttosto tesa, perché a vivere male sono tutti i residenti dell'area. Lavatrici fatte in continuazione, feste, schiamazzi e intimidazioni sono all'ordine del giorno, i vicini sono terrorizzati.

«I dirimpettai non dormono per gli schiamazzi e per l'ansia di trovare questi personaggi ubriachi e malintenzionati davanti alle loro porte – riferisce ancora il proprietario – L'alloggio viene danneggiato ogni giorno e la beffa è che dobbiamo pure saldare quello che consumano: luce, acqua e gas. I vicini non possono staccare la propria corrente e quindi pagano anche i consumi di questi personaggi».

«Auspico che le istituzioni si muovano quanto prima», dice un giovane che vive in quel palazzo. «La paura è alle stelle, nessuno dorme la notte, perché è un continuo viavai di gente, di personaggi inquietanti», racconta un altro. «Ho iniziato a prendere dei calmanti perché sono in uno stato di agitazione troppo grande – rivela un uomo – Vivo con il terrore che la casa possa prendere fuoco; anche perché questa gente continua a mettere le mani sui contatori per rubare la corrente, generando allacciamenti posticci e cavi volanti».

«È una condizione grave quella che subiamo, assisto i miei familiari, ho paura per me e mio fratello, ho denunciato anch'io», ammette un signore visibilmente commosso.

L’associazione

«Sono sconvolta da quello che sento, è la prima volta che un caso del genere colpisce il settore, ora spero non ci siano emulazioni», le dichiarazioni di Elena Fiorani, portavoce dell'associazione "Breve", che da anni si occupa di locazioni brevi, con riferimento a quanto sta succedendo a Padova in via Vigodarzere.

Il Comune: «Questione tra privati»

Svariati gli appelli all’amministrazione comunale padovana. A cui risponde l’assessore alla Sicurezza, Diego Bonavina: «Il Comune purtroppo non può intervenire in casi come questi, si tratta infatti di una questione tra privati. È a tutti gli effetti un'occupazione abusiva. Nell'appartamento ci sono persone che hanno preso il b&b per quattro giorni ma non se ne sono più andate. Tra l'altro mi dicono che stanno creando un sacco di danni alla casa. E per di più ci sono dei minori».

Le possibili soluzioni

Per liberare l'appartamento, le soluzioni potrebbero essere due. O l'intervento immediato delle forze dell'ordine in quanto si tratterebbe anche di un problema di ordine pubblico, oppure un procedimento di sfratto.

Nel secondo caso il proprietario dovrebbe ricorrere a un atto giudiziario con il quale chiedere appunto lo sfratto per la liberazione dell'alloggio in locazione.

A quel punto dovrebbe essere fissata una data per l'intervento dell'ufficiale giudiziario e, generalmente, servono anche un paio di mesi affinché venga avviato il procedimento. Il fatto che in quell'alloggio siano già intervenuti più volte i carabinieri contro gli allacciamenti abusivi da parte degli occupanti, fa supporre che ci siano state anche delle denunce.

E quando ci sono delle querele, l'iter si dovrebbe snellire notevolmente. «Credo che con le denunce i tempi si accorcino», ragiona l'assessore Bonavina, «So comunque che a Torino ci sono stati casi del genere che si sono poi risolti con lo sfratto».

Nell'ipotesi in cui non ci sia un immediato intervento delle forze dell'ordine, ma al contrario venga avviata una procedura di sfratto, è quasi certo che dovrà essere presente la forza pubblica fin dal primo accesso. Anche perché, a detta degli stessi vicini di casa, gli occupanti non sarebbero persone proprio raccomandabili. Gli inquilini che vivono negli appartamenti dell'area, hanno parlato di una situazione di vicinato estremamente difficile. Come detto, gli occupanti, oltre al proprietario di casa, avrebbero minacciato anche loro.

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