Donald Trump jr e la caccia all’anatra protetta in laguna di Venezia, la Procura apre un’indagine
L’inchiesta dovrà accertare se siano state rispettate le norme sulla caccia e, in particolare, chi abbia abbattuto l’anatra casarca, specie protetta della quale è vietata la caccia
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La Procura della Repubblica di Venezia ha aperto un fascicolo sul caso della battuta di caccia all’anatra in valle Pierimpiè, nella laguna sud di Venezia, che ha visto protagonisti Donald Trump Jr (figlio del presidente degli Stati Uniti) e i suoi compagni, con tanto di abbattimento di un esemplare protetto di casarca, anatra tutelata e non cacciabile, facilmente riconoscibile dal piumaggio arancione.
Se vi sia reato o meno è tutto da vedere.
Il caso è stato affidato alla pubblico ministero Daniela Moroni, che ha aperto un fascicolo sulla base degli esposti presentati dal consigliere veneto Andrea Zanoni, di Europa Verde e da varie associazioni ambientaliste, ultima in ordine di tempo quella presentata dalla Lega per la protezione del cane-Animal Protection.
L’ipotesi di reato è una violazione della legge regionale sulla caccia e sulla tutela delle specie protette delle quali è vietata la caccia.
Al momento, non è dato di sapere se Donald “Duck” Jr – come è stato soprannominato dai media statunitensi – sia o meno indagato: di certo, l’inchiesta punta a rispondere a due domande di base: chi ha abbattuto l’anatra casarca, animale protetto, che in un video lo stesso Donald Trump Jr citava come preda; e, ancora, se sono state o meno rispettate le norme sulle caccia regionali ed italiane?
«Non è chiaro se questa singola anatra sia stata uccisa involontariamente da qualcuno del gruppo di caccia di Don, da un altro gruppo di cacciatori o sia sta uccisa in modo diverso e recuperata dal cane da caccia del gruppo», ha spiegato Andy Surabian, portavoce di Donald Trump jr, in una nota diffusa ai media americani, aggiungendo che «Don prende molto seriamente tutte le regole, i regolamenti previsti durante la caccia, e prevede di collaborare pienamente con qualsiasi indagine».
L’inchiesta è affidata agli investigatori dei Carabinieri forestali.
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Quando era esplosa la polemica, per quel video dei cacciatori americani in battuta in laguna sud di Venezia – tra i quali il figlio del presidente –felici tra un cumulo di uccelli abbattuti, l’assessore regionale alla caccia, Cristiano Corazzari, aveva sostenuto che tutti i permessi previsti dalla normativa erano stato regolarmente chiesti e accordati alla gestione della Valle Pirimpiè.
Il consigliere regionale Andrea Zanoni aveva invece replicato che «l’attuale legge regionale sulla caccia, analogamente a quanto previsto dalla legge nazionale, preclude l’esercizio dell’attività venatoria a chi è privo del tesserino di caccia rilasciato dalla Regione. Non è abbastanza chiaro, come Trump Jr abbia potuto esercitare l’attività venatoria».
La Regione Veneto ha replicato con una nota tecnica in cui spiegava che «gli Uffici regionali hanno seguito quanto previsto dalla normativa di riferimento, nello specifico l’articolo 12, commi 8 e 12 della legge 157/1992 e l’articolo 14 della legge regionale 50/1993, dove è previsto che un qualsivoglia cittadino, dunque sia italiano che straniero con residenza estera, per poter esercitare attività venatoria all’interno dei confini nazionali italiani deve essere in possesso dei seguenti documenti: Porto di fucile per uso caccia (cosiddetta Licenza di caccia) e Tesserino venatorio rilasciato dalla Regione in cui il soggetto intende praticare l’attività venatoria». In ogni caso «la Regione del Veneto ha inoltre ritenuto di attivare una procedura di verifica tramite la Polizia Venatoria per svolgere gli opportuni approfondimenti del caso».
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