Sarà abbattuta la Grenfell Tower a Londra: nel rogo morirono due architetti veneti
Il premier britannico Starmer ha deciso ma molte famiglie protestano. I familiari dei giovani: «Noi siamo d’accordo, quell’area diventi un memoriale»
![Gloria Trevisan e Marco Gottardi](https://images.ilnordest.it/view/acePublic/alias/contentid/1h2zgu737r787o4qj92/0/copia-di-copy-of-01_88926162.webp?f=16%3A9&w=840)
La tragedia, il dolore e ora la memoria. Il governo britannico di Keir Starmer ha formalizzato la decisione di dare il via libera all’abbattimento della Grenfell Tower di Londra, il grattacielo di edilizia popolare teatro nel 2017 di un incendio che costò la vita a 72 persone, inclusi i giovani architetti veneti Gloria Trevisan e Marco Gottardi.
Il progetto approvato dalla compagine del leader laburista prevede che lo scheletro del grattacielo sia abbattuto fino alle fondamenta, ma la decisione sta scatenando accese proteste nella city. C’è chi sostiene che conservarne la struttura significherebbe conservarne anche la memoria.
Le famiglie: sì all’abbattimento
Ma c’è anche chi sostiene l’esatto contrario, come le famiglie Gottardi e Trevisan. «Noi riteniamo che non sia necessario tenere uno scheletro nefasto per ricordare una tragedia», dice Giannino Gottardi, il padre di Marco. «La memoria si può tutelare anche facendo qualcosa di bello». E allora ecco il progetto che proporrà laFondazione Grenfellove.
![Grenfell Tower, quel che resta del grattacielo nel quartiere di Kensington in cui morirono i due giovani architetti](https://images.ilnordest.it/view/acePublic/alias/contentid/1h2w83gb75oaa64pkwc/0/grenf.webp)
«La nostra idea è quella di abbattere completamente il grattacielo e, nello spazio che resta, piantumare ai bordi 72 alberi, come le vittime dell’incendio» spiega Gottardi. «Al centro si potrebbero mettere 72 steli di marmo bianco, che rappresenta la purezza. Una stele per ogni persona, con nome, cognome ed età. E poi al centro un movimento d’acqua, come una specie di cascata. L’acqua è l’elemento che sconfifgge il fuoco».
Ma non è finita qua, perché il progetto prevede anche la realizzazione di uno spazio pubblico. «Siccome lo spazio è grande, si potrebbe costruire una sala convegni, un punto di ritrovo. E lì dentro dovrebbero trovare spazio le immagini della torre, prima e dopo la tragedia».
A Londra
Nel quartiere di Kensington sono insorte le associazioni che rappresentano parte dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime, favorevoli da sempre all’idea di una qualche forma di ripristino e conservazione della struttura, e contrari a un epilogo destinato, a loro giudizio, a cancellare di fatto la memoria di quanto accaduto.
La vicepremier Angela Rayner, responsabile della politica edilizia, incontrando a porte chiuse alcuni rappresentanti dei familiari delle vittime e dei superstiti, ha cercato di venire incontro ai sentimenti di chi si oppone. Ma si è trincerata dietro “ragioni di sicurezza”, che secondo alcune perizie rendono preferibile l’opzione più radicale.
Grenfell United, una delle organizzazioni che danno voce alle persone colpite dal rogo quasi 8 anni fa, ha sottolineato come nessuno dei partecipanti alla riunione sia convinto di questa soluzione. E ha definito come “imperdonabile” l’intenzione del governo di ignorare il parere delle associazioni.
C’è anche chi ha contestato il fatto che il periodo di consultazione con quanti coinvolti nella tragica vicenda sia durato troppo poco, quasi si volesse chiudere il tutto con un colpo di spugna.
Tuttavia, c’è anche un gruppo di residenti della zona si è detto del tutto favorevole all’abbattimento della torre di 24 piani, da anni avvolta da teloni grigi e con in cima la scritta "”Sempre nei nostri cuori”. Ed è con queste che la fondazione Grenfellove di Gottardi solidarizza.
«Questo nuovo governo ha mostrato maggiore attenzione» commenta Giannino Gottardi. «Hanno chiesto scusa a nome dei governi precedenti e poi hanno preso in mano la questione senza perdere più tempo. Lì a Londra ci sono due associazioni, una favorevole all’abbattimento e l’altra contraria. Noi stiamo con i favorevoli per i motivi che ho spiegato».
Le altre soluzioni proposte
In passato erano state invocate altre soluzioni, come un restauro ex novo dell’edificio devastato dalle fiamme o, in alternativa, la sua trasformazione in un memoriale: una sorta di monumento alle negligenze, per quei micidiali pannelli esterni a basso costo che avevano alimentato il rogo, oltre all’incuria nella manutenzione e alla mancata attenzione delle norme antincendio. Anche i soccorsi dei vigili del fuoco erano finiti sotto accusa.
Fra le ipotesi alternative all’abbattimento era emersa anche quella di un coinvolgimento dell’architetto Stefano Boeri per realizzare al posto della Grenfell Tower qualcosa di simile al Bosco Verticale di Milano, con piante e fiori sui diversi piani, come simbolo di speranza. Ma sarebbe stata una bieca operazione di gentrificazione, visto che comunque quello era un palazzo di edilizia popolare.
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