Stop al gas dalla Russia, arrivano i rincari sulle bollette: prezzi su fino al 25%

Costi in aumento anche per alimenti e assicurazioni.  In media una famiglia spenderà quasi mille euro in più ogni anno. E a Nord Est sempre più richieste per il bonus energia

Christian Seu

Quanto incidono le dinamiche geopolitiche sul portafoglio delle famiglie italiane? Tanto, a giudicare dalle proiezioni delle associazioni dei consumatori. I costi dell’energia potrebbero crescere fino al 30 per cento, spinti dalla scadenza del contratto che fa(ceva) fluire 15 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia all’Europa, attraverso l’Ucraina. Mercoledì 1 gennaio Kiev e Gazprom hanno confermato che l’accordo non sarà rinnovato.

È vero che l’Unione Europea (e così l’Italia) hanno progressivamente ridotto la propria dipendenza dall’energia russa, passando dal 40 per cento del 2021 all’attuale 8. Ma lo stop totale rischia comunque di impattare sulle tasche degli utenti finali, che saranno alleggerite anche da altri rincari previsti: dagli alimenti alle imposte, dalle comunicazioni alla ristorazione, Federconsumatori stima un incremento medio per famiglia di poco inferiore ai mille euro nell’arco del 2025.

I prezzi del gas

I prezzi europei del gas naturale hanno toccato, per la prima volta dall’ottobre 2023, i 50 euro al megawattora, spinti dalle temperature in ribasso e dall’interruzione del transito del gas russo via Ucraina. L’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) prevede un aumento dei costi dell’energia in bolletta del 18,2 per cento per la fascia dei cosiddetti “clienti tipo” serviti in maggior tutela nel primo trimestre del 2025. Una super-bolletta elettrica che interesserà circa 3,4 milioni di utenti, per lo più cittadini di oltre 75 anni, percettori di bonus sociale, soggetti disabili, residenti in moduli abitativi di emergenza o nelle isole minori e utilizzatori di apparecchiature salva-vita.

Nonostante gli aumenti però, la spesa annuale di chi usufruisce del regime di maggior tutela si attesterà a 523 euro nel periodo compreso tra il primo aprile 2024 e il 31 marzo 2025, il 2,1 per cento in meno rispetto ai 534 euro registrati tra il primo aprile del 2023 e il 31 marzo del 2024. «Una bolletta da 200 kilowattora bimestrali per un utente del servizio a maggior tutela potrà subire da gennaio un aumento finale di circa il 25 per cento – spiega Barbara Puschiasis, presidente di Consumatori Attivi –. Il rialzo del 18,2 per cento annunciato da Arera si riferisce solo alla materia prima. A questa voce vanno aggiunti gli oneri di spesa.

Non si può che esprimere preoccupazione per la tenuta dei bilanci familiari in un territorio che già nel 2023 ha registrato l’aumento più alto di richieste di accesso al bonus elettrico per disagio economico». A Nord Est, infatti, il ricorso agli strumenti agevolativi è cresciuto nel tempo: nel 2023 in Friuli Venezia Giulia i percettori del bonus energia sono saliti del 31 per cento (attestandosi a quota 57 mila), mentre in Veneto l’incremento è stato del 25 per cento (215 mila beneficiari).

La difesa del consumatore

Come difendersi da rincari che oggi appaiono inevitabili? «Per quanto riguarda la bolletta dell’energia elettrica e del gas – risponde Puschiasis – il consiglio è quello di valutare come in questi mesi si atteggeranno i prezzi anche sul libero mercato, al fine di monitorare la convenienza o meno di cambiare contratto. È ovvio però che il libero mercato poi imporrà al consumatore di controllare costantemente la bolletta ed il mercato delle offerte sul sito www.ilportaleofferte.it dell’Arera al fine di avere la fornitura più conveniente».

 

La presidente di Consumatori Attivi evidenzia però il «necessario ampliamento della platea dei beneficiari del bonus «al fine di renderlo accessibile a chi è in una situazione di fragilità. I parametri Isee oggi infatti sono troppo bassi: Isee fino a 9.530 euro per famiglie con massimo tre figli a carico, fino a 20 mila euro per le famiglie numerose con almeno quattro figli a carico».

Una richiesta formulata anche da Federconsumatori: «Servono interventi strutturali per alleviare le difficoltà delle famiglie», invoca Angelo D’Adamo, presidente dell’associazione in Friuli Venezia Giulia. E c’è un altro aspetto da non sottovalutare: è quello del bombardamento di telefonate delle compagnie energetiche, che propongono offerte «spesso fuorvianti, al limite della truffa», sottolinea Pietro Farris dell’Adoc: «Sono in aumento le richieste di aiuto di soggetti, soprattutto deboli, che si ritrovano invischiati in contratti firmati senza consenso, con tariffe assolutamente distanti dal mercato tutelato».

Tra spesa e assicurazioni

Oltre ai rincari nel settore dell’energia, non mancano anche quelli in campo alimentare (più 3,7 per cento), delle assicurazioni (più 3,86), della scuola (3,66 per cento in più per libri e mense), e della ristorazione (3,09 per cento). L’Osservatorio nazionale di Federconsumatori ha calcolato un aumento medio annuo di 912 euro a famiglia.

Una stangata che «si abbatterà su una situazione già compromessa dai continui rincari registrati negli ultimi anni, che hanno determinato modifiche nelle abitudini di consumo e rinunce. Per questo ci saremmo aspettati da parte del governo una manovra più incisiva, soprattutto dal punto di vista del sostegno alle famiglie», conclude D’Adamo. 

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