Laurea in Medicina, addio ai test d’ingresso: tutte le novità della riforma
La Camera ha dato il via libera al provvedimento. Dopo un semestre aperto a tutti potrà proseguire chi avrà ottenuto i risultati migliori. Bernini: «Trentamila studenti in più»

La riforma per l’accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria è legge: e dunque già per chi vorrà iscriversi dal prossimo anno accademico non ci saranno test di ingresso e la selezione verrà spostata in avanti, dopo un primo “semestre filtro”; a quel punto proseguiranno questi corsi di laurea solo gli studenti con i risultati migliori, mentre gli altri continueranno il secondo semestre frequentando un corso scelto tra quelli di area scientifica, senza perdere l’anno.
Martedì 11 marzo la Camera ha approvato in via definitiva la riforma, passata con 149 voti a favore e 63 contrari. Gli atenei hanno tempi stretti per adeguarsi e attendono con ansia i decreti attuativi che, secondo quanto la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha assicurato, arriveranno in tempi rapidissimi.
La soddisfazione di Bernini e Salvini
Le novità riguardano gli atenei statali mentre nei privati i test di accesso continuano ed essere in vigore. Esulta la ministra Bernini: «Il numero chiuso è superato, avremo 30 mila studenti in più di qui ai prossimi anni e ci saranno 6 mesi caratterizzanti in cui gli studenti si formeranno. Abolizione del test a crocette, abolizione del disgustoso mercato parallelo della formazione e abolizione del turismo forzato universitario fuori dall’Italia».
Ma il collega di governo Matteo Salvini considera la novità «una vittoria della Lega». «Era un impegno – afferma – per permettere a tanti ragazzi e ragazze aspiranti medici di mettersi alla prova, studiando e passando i primi esami universitari anziché dover far dipendere il giudizio sul proprio percorso da una prova a crocette. Sì al talento e alla meritocrazia: dalle parole ai fatti!».
Le novità della riforma
I punti principali della riforma prevedono dunque la libera iscrizione al primo semestre con programmi uniformi e materie qualificanti; una graduatoria nazionale dopo il primo semestre basata sui crediti formativi ottenuti tramite esami universitari, con la possibilità di riconoscere i crediti per altri percorsi formativi di area sanitaria e la scelta della sede in base alla graduatoria nazionale, alla preferenza degli studenti e alle disponibilità dei posti in ateneo.
Fi e Fdi esultano, critici pd e m5s
«Oggi grazie a Fratelli d'Italia e al governo Meloni abbiamo realizzato il sogno di moltissimi giovani italiani che vogliono diventare medici, odontoiatri o veterinari», indica Fabio Roscani, deputato di Fdi in commissione Cultura e Istruzione alla Camera e relatore del provvedimento.
Anche Forza Italia, con Alessandro Cattaneo, esprime soddisfazione: «Superiamo finalmente un modello che negli anni ha mostrato limiti evidenti, garantendo maggiore trasparenza e premiando il talento e l’impegno degli studenti».
L’opposizione è molto critica. Per Partito democratico e Movimento 5 Stelle, la riforma «è l’ennesimo inganno da parte del governo Meloni agli studenti, un bluff: la tanto acclamata “abolizione” del test di medicina non è altro che una manovra di propaganda che nasconde un semplice spostamento della selezione al secondo semestre. La proposta di legge contiene numerose incognite, l’unica cosa certa è che si lascia libera la frequenza del primo semestre, senza però incrementare le risorse. Ciò inevitabilmente comporterà disagi e abbassamento della qualità della didattica».
Le università attendono le regole
I rettori, con la presidente della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), Giovanna Iannantuoni, si dicono «pronti a fare del nostro meglio affinché il livello qualitativo della formazione non scenda mai, ora attendiamo le regole» (ovvero i decreti attuativi).
La “benedizione” dell’iss
«Rendere l’accesso libero al primo semestre della facoltà di Medicina è indubbiamente una cosa positiva. Significa evitare che i giovani vengano scoraggiati da test poco qualificanti prima ancora di poter sperimentare la loro attitudine verso la scienza medica».
«Ma ancora di più è apprezzabile permettere ai ragazzi, sin dal liceo, di confrontarsi con gli indirizzi richiesti a chi vuol praticare la medicina. Tutto questo contribuisce a creare un sistema virtuoso per arruolare i giovani medici custodendo la loro passione». A dirlo è Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
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