Lotta alle mafie, la banca dati di Infocamere a disposizione dei prefetti
L’annuncio del ministro Piantedosi: controlli ancora più stringenti sulle aziende. Così l’intelligenza artificiale aiuta a individuare operazioni sospette e prestanome della criminalità organizzata
I prefetti di tutt’Italia sono stati convocati la settimana scorsa, online, dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per l’annuncio: la banca dati delle Camere di commercio, gestita da Infocamere, collocata fisicamente a Padova e nata nel lontano 1974 da un’intuizione dell’allora presidente della Camera di commercio di Padova Mario Volpato, è diventata una delle principali banche dati a disposizione dei prefetti nel contrasto alla criminalità organizzata. La notizia è stata data nel corso della tre giorni su “Mafie in Veneto – Presenza nell’economia e nell’ambiente” all’M9 di Mestre.
L’accordo siglato dal ministero con InfoCamere ha come oggetto la messa a disposizione di tutte le prefetture di sofisticati strumenti di intelligence e analisi evoluta. Sotto la lente i quasi 6 milioni di imprese italiane presenti nella banca dati delle Camere di commercio di tutta Italia. I nuovi dispositivi sono in grado di far emergere una serie di alert significativi nella lotta alla mafie. Segnali importanti come ad esempio amministratori delegati troppo anziani o troppo giovani, frequenti cambi di sede societaria o di proprietà, plurime appartenenze societarie. Inoltre ora sono a disposizione delle prefetture letture attente e intelligenti dei bilanci delle imprese in grado di segnalare incongruenze nell’andamento economico delle imprese.
Un upgrade del dispositivo visual di Infocamere consente poi di cogliere a colpo d’occhio le connessioni di ogni singola impresa con altre – attraverso condivisione di pacchetti azionari o di soci –, vere proprie costellazioni che possano avere tra le diverse stelle aziende coinvolte nell’operatività criminale.
Molecole, la reginetta invidiata
Infocamere con questo passaggio potrebbe aver compiuto il miracolo di tacitare rancori e invidie tra le diverse forze dell’ordine riguardo al controllo delle banche dati. Fino ad oggi, infatti, la potente banca dati della Guardia di finanza, denominata Molecole, veniva guardata con invidia dagli altri corpi di polizia e, talvolta, più di qualcuno ha lamentato una scarsa condivisione delle informazioni.
Nelle prefetture, deputate all’utilizzo delle interdittive antimafia, operano gruppi interforze composti da tutti i corpi di polizia e della direzione investigativa antimafia. I dati verrebbero condivisi tra tutte le forze impegnate nel contrasto alle mafie. Si tratta di un passo avanti importante anche se limitato al territorio nazionale. È noto che i flussi finanziari e le imprese, al contrario di uomini e donne, non conoscono confini e i paradisi fiscali sono pronti ad accogliere capitali e sedi fiscali con poche spese e zero controlli.
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