Morire sul lavoro: tre vittime in media al mese da gennaio 2025 a Nord Est
In una sola giornata, in Italia, morte tre persone: il più giovane, Daniel Tafa, aveva 22 anni e solo poche ore prima aveva festeggiato il suo compleanno

Due lavoratori, in media, al mese muoiono al lavoro. È questo il dato preoccupante che emerge dall’analisi dei dati degli infortuni e degli incidenti in fabbrica nel 2025. L’ultima vittima si chiamava Daniel Tafa, aveva 22 anni e solo poche ore prima di essere colpito da una scheggia alla schiena aveva festeggiato il suo compleanno. Ma l’elenco, qui a Nord Est, nei primi mesi dell’anno, conta altri nomi, storie di amici, fratelli e colleghi che sono morti andando a lavorare.
Otto vittime da inizio gennaio
Sono in tutto 9 le morti bianche da gennaio 2025. Secondo l'ultimo rapporto dell'Inail, nel mese di gennaio si è registrato un incremento dell'1,2% nelle denunce di infortunio rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Analizzando i settori più colpiti, si evidenziano incrementi significativi nel commercio (+4,3%), nella sanità e assistenza sociale (+3,0%) e nel trasporto e magazzinaggio (+2,2%). Al contrario, si osservano diminuzioni nel comparto manifatturiero (-9,3%), nelle costruzioni (-7,3%) e nel noleggio e servizi di supporto alle imprese (-2,2%).
Il bilancio degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche nel 2024 offre comunque un quadro complesso: i nuovi dati Inail fanno emergere allarmi preoccupanti legati agli incidenti in itinere, ai giovani studenti, alle donne e ai lavoratori anziani. A peggiorare il quadro, c’è una realtà sommersa di morti non registrati ufficialmente, quelle dei lavoratori in nero, che rende ancora più drammatica questa situazione.
Secondo i dati del report, il bilancio degli infortuni sul lavoro nei primi undici mesi del 2024 si chiude con 543.039 denunce presentate all’Inail. Un dato in lieve aumento rispetto al 2023 (+0,1%), ma in netto calo rispetto al 2022 (-16,7%).
L’ultimo incidente nel Pordenonese
Un operaio, Daniel Tafa, di 22 anni di Vajont (Pordenone), è morto la notte scorsa in un incidente sul lavoro avvenuto a Maniago. Il giovane, intorno all'1.30, stava operando su una macchina per stampaggio di ingranaggi industriali quando una scheggia incandescente lo ha trafitto alla schiena, uccidendolo all'istante. Le indagini sono condotte dai carabinieri che hanno posto l'impianto sotto sequestro.
L'operaio, che aveva compiuto 22 anni proprio ieri, aveva appena riavviato l'impianto per la produzione quotidiana quando è stato colpito dalla scheggia. Lo stampo sul quale si stava lavorando, a temperature altissime, è andato distrutto e una scheggia lo ha investito. Non è ancora chiaro se è accaduto per un malfunzionamento della macchina oppure per una manovra sbagliata. I colleghi hanno immediatamente lanciato l'allarme al 112.
La centrale operativa Sores Fvg ha inviato sul posto un rianimatore, ma non c'è stato nulla da fare. Le indagini sono ora affidate agli ispettori dell'Azienda sanitaria che dovranno verificare il rispetto delle misure antinfortunistiche assieme ai periti dei vigili del fuoco, intervenuti con una squadra. L'Azienda dove si è verificata la tragedia è la Stm, specializzata in stampaggio a caldo, ricalcatura, stampaggio per estrusione, dove è occupato un centinaio di persone. Il turno della mattina è stato sospeso in segno di lutto e per consentire l'ultimazione dei rilievi. La macchina per lo stampaggio è stata posta sotto sequestro.
I dati del Veneto
Da inizio anno sono 8 le vittime in Veneto. Nel pomeriggio del 7 marzo la tragedia ad Agna, nelle pertinenze della “Agraria Tocchio” in via Mure 79, lungo la provinciale 5 che porta a Bagnoli di Sopra. La vittima è Umberto Coghetto, giovane imprenditore titolare della Br Technology, un’azienda con sede a Selva del Montello, una frazione di Volpago, nel Trevigiano.
La disattenzione di un attimo gli è costata la vita. Con l’asta di ferro con la quale stava sistemando la copertura di una tensostruttura ha toccato i fili dell’alta tensione ed è morto folgorato a 27 anni.
Il 6 febbraio 2025 un operaio della Vippell srl ha perso la vita mentre partecipava alla bonifica del sito ex Galvanica, una zona contaminata da cromo per decenni. Dopo una pausa lavorativa, l'uomo ha accusato un malore improvviso, risultando vani i tentativi di soccorso da parte degli operatori del SUM 118. Il decesso, avvenuto fuori dal contesto lavorativo, ha comunque richiesto l’intervento dei tecnici dello SPISAL di Vicenza per verificare eventuali responsabilità. L’infarto è stato indicato come la probabile causa della morte, ma l’autopsia disposta dalla Procura di Vicenza dovrà confermare il responso.
Un'altra tragedia si è consumata il 21 febbraio 2025 in un cantiere edile a Sottomarina di Chioggia. Andrea Canzonieri, un giovane operaio assunto da appena due mesi, è rimasto schiacciato da una lastra di ferro di oltre 2 quintali, utilizzata per i getti in opera. Il pannello, posto in verticale, ha perso l’ancoraggio e si è abbattuto su di lui. Nonostante i soccorsi immediati da parte dei colleghi e del SUEM 118, il giovane è deceduto sul colpo. La Procura di Venezia ha disposto il sequestro del cantiere e incaricato i Carabinieri di Chioggia e lo SPISAL di Venezia di ricostruire l’accaduto. Secondo una prima ricostruzione, potrebbe essere stato lo stesso Canzonieri a rimuovere un puntello, causando la caduta della struttura. L’indagine si concentrerà anche sulla formazione del personale di cantiere, per verificare eventuali negligenze nella sicurezza. La vittima era dipendente della società Betonx srl di Padova, mentre la committenza dei lavori appartiene alla Boscolo Real Estate srl.
Il 24 febbraio 2025, Thomas Gobbi, autotrasportatore e titolare della Gobbi Autotrasporti, ha perso la vita in un incidente mortale a Villa Bartolomea. L’uomo stava trasportando fertilizzanti per il Consorzio Agrario del Nordest quando, avvertendo strani rumori dal suo mezzo, ha deciso di fermarsi in una piazzola di sosta per un controllo. Nel sollevare l’abitacolo del camion, la cabina si è richiusa improvvisamente, schiacciandolo fatalmente. I soccorsi del SUEM 118 e dei Carabinieri di Legnago sono intervenuti, ma l’autotrasportatore era già deceduto. La Procura di Verona ha aperto un’indagine per chiarire se la causa dell’incidente sia da attribuire a un guasto meccanico o a un errore umano, affidando le verifiche ai Carabinieri di Legnago e ai tecnici dello SPISAL di Verona.
Il 29 gennaio a perdere la vita è stato Adriano Rigon, 65 anni, questa volta a Campo San Martino. Stava lavorando presso la ditta Zago srl, in via dell’Indipendenza 1, quando è caduto dal tetto da un'altezza di circa 7 metri, perdendo la vita sul colpo. Da poco più di un anno Adriano Rigon aveva raggiunto la pensione, ma la sua vita non era cambiata poi così tanto. Il lavoro era sempre stato una parte fondamentale della sua esistenza, e non era tipo da starsene con le mani in mano. Aveva passato il testimone al figlio Alessandro, certo, ma il richiamo dell’officina, dei progetti, della manualità e dell’ingegno lo portava spesso a dare ancora una mano, a condividere il sapere di una vita. Era fatto così: instancabile, meticoloso, appassionato.
Sempre il 29 gennaio la tragedia allo Scafoclub di Mestre. È morto così Alessandro Brunello, 49 anni, residente a Dese, padre di due figli. Stava percorrendo il canal Salso come altre centinaia di volte in vita sua. Poi per qualche motivo, forse un malore o forse una disattenzione, è scivolato in acqua. Senza più risalire a bordo della sua imbarcazione da trasporto. Due colleghi hanno cercato di soccorrere l’uomo immediatamente. Hanno provato in tutti i modi a trarre in salvo il trasportatore veneziano, senza tuttavia riuscirvi.
In particolare, uno dei due si è gettato in acqua non appena ha visto Brunello cadere in laguna. Ha provato a quel punto a tirarlo a bordo dell’imbarcazione con tutte le forze, nonostante le difficoltà dovute alle basse temperature dell’acqua e all’abbigliamento invernale che rendeva particolarmente difficile il galleggiamento in acqua. Per il suo collega, però, non c’è stato nulla da fare. L’incidente è capitato intorno alle 14.30 mentre l’imbarcazione stava per completare le operazioni di carico e scarico della merce.
Pochi giorni prima a perdere la vita è stato Mauro Stocco, rimasto schiacciato da un muletto in movimento. Tutto è accaduto in pochi, tragici, secondi: il muletto si è ribaltato e Mauro, 57 anni, titolare dell’Ortofrutta “Da Mauro” di Ponte di Brenta, al confine con Torre, è rimasto schiacciato dal macchinario. È morto sul colpo, inutile purtroppo ogni tentativo di soccorso.
Mauro abitava con la moglie Cinzia Galenda, anche lei titolare dell’attività, e con i due figli, Veronica, di 28 anni, e Giacomo, poco più che ventenne, in via Giacomo Venezian a Ponte di Brenta.
È morto sul lavoro a Bari, invece, un operaio trasfertista di Bassano del Grappa. L’operaio, dipendente della società Effetre Fenice Energia di Milano specializzata in lavori di impiantistica, residente a Bassano del Grappa, si trovava a lavorare in trasferta per la costruzione di una centrale termica (impianto di cogenerazione) del Policlinico di Bari. Per cause al vaglio degli inquirenti, è stato travolto e ucciso da un carico d’acciaio trasportato da una gru che si è sganciato e precipitato al suolo. L’appalto era stato affidato dalla Edison Next Government spa alla ditta Effetre. Il lavoratore vittima dell’incidente, Petre Zaim, era al suo primo giorno di lavoro a Bari ed è morto davanti al figlio, anche lui al lavoro nel cantiere. La Procura di Bari ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo e disposto l’autopsia sul corpo della vittima.
In Fvg 19 incidenti mortali nel 2024, oltre 13 mila gli infortuni
Nel 2024 gli infortuni sul lavoro in Friuli Venezia Giulia sono stati 13.604, rispetto ai 13.702 del 2023. Un piccolo calo, -0,72%, in linea con la media italiana che si è attestata su un -0,67%. Sono calati invece in modo più significativo i casi di infortuni mortali: 19 nel 2024 contro i 22 del 2023, pari al -13,6%. Qui il Friuli Venezia Giulia risulta in controtendenza rispetto al dato nazionale che ha fatto segnare un leggero aumento: da 1.029 a 1.077, +4,6%.
I dati sono stati diffusi dal direttore generale dell’Inail Marcello Fiori che, in un recente intervento a Trieste, ha fatto il punto sugli infortuni sul lavoro in Friuli Venezia Giulia. Fra gli elementi sottolineati da Flori, spicca anche in Friuli Venezia Giulia l’aumento degli infortuni degli studenti, sia negli ambienti scolastici e sia durante il tragitto casa-scuola e scuola-casa: 2.214 lo scorso anno contro i 2.030 del 2023, per una crescita del 9% (media nazionale del 10,92%). Un solo infortunio con esito mortale (nessuno nel 2023).
Tre incidenti in 24 ore Italia
Tre incidenti sul lavoro sono avvenuti in Italia in 24 ore. In provincia di Napoli, a Sant' Antonio Abate, il dipendente di una ditta di smaltimento rifiuti di 50 anni, Nicola Sicignano, è deceduto durante il suo turno. Secondo una prima ricostruzione, ancora da verificare, l'operaio sarebbe rimasto incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore della linea di lavoro.
L'area è stata sequestrata e sono in corso le indagini della Compagnia di Castellammare di Stabia, del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata con la collaborazione del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e dell'Asl di Napoli. A constatare il decesso dell'operaio, nato a Vico Equense e residente a Gragnano, è stato il 118.
Regolarmente assunto dalla SB Ecology srl, Sicignano era sposato e aveva due figli: un ragazzo di 15 e una ragazza appena maggiorenne. Sulla salma messa sotto sequestro dagli inquirenti sarà eseguito l'esame autoptico su disposizione dalla procura di Torre Annunziata che sta coordinando le indagini del carabinieri.
Oltre al giovane operaio di Maniago, c'è una terza vittima sul lavoro: un operaio di 38 anni è morto investito da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata nord dell'Autosole nei pressi di Orvieto dove era residente. Era dipendente di una ditta del posto impegnata in interventi di manutenzione in autostrada. L'operaio si trovava sulla carreggiata ed è stato investito dal un mezzo pesante in transito. Sulla dinamica sono in corso indagini della polizia stradale di Orvieto. Sul posto anche personale e dirigenti sia della ditta presso cui lavorava l'operaio e di Autostrade per l'Italia. Il traffico è rallentato ma scorre sulla corsia di sorpasso.
Il 2024 l’anno nero
Quello di inizio 2025 è un dato purtroppo in linea con la tragica tendenza del 2024, fotografata dall'Inail: 890 denunce di morti sul lavoro (+2,5%) in 10 mesi, con quasi mezzo milione di denunce di infortunio (+0.4% annuo). Per quanto riguarda le morti, l'Inail registra un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 672 a 657, e un aumento di quelli avvenuti nel tragitto casa-lavoro, da 196 a 233.
Si tratta di più di 4 morti sul lavoro al giorno nel 2024, 30 alla settimana, 123 al mese, per un totale di 1482 a fronte di 1446 nel 2023. Sono questi i numeri "per difetto" sui decessi dei lavoratori, lo scorso anno, secondo il Centro Studi Cub che ha elaborato dati Inail e dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre (Venezia).
Gli infortuni non mortali si attestano invece a oltre 540.000. Una "contabilità agghiacciante" e un "annus horribilis", rimarca il sindacato, sottolineando che "la strage sul lavoro" aumenta con un +3,3% nel 2024 rispetto ai 12 mesi precedenti. In particolare, 1055 persone sono decedute sul posto di lavoro e 427 in itinere cioè o svolgendo un lavoro sulle strade (camionisti o conducenti di mezzi pubblici e privati) o andando o tornado da casa.
Dallo scorporo dei dati - osserva il Centro Studi - emergono alcune evidenze: per i lavoratori stranieri il rischio di morte risulta in proporzione oltre che doppio rispetto ai lavoratori italiani (69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7) e il settore delle costruzioni rimane quello più falcidiato dagli incidenti mortali, con 147 decessi. La fascia d'età maggiormente colpita è quella tra i 55 e i 64 anni.
I dati regionali
Calcolando i morti nelle regioni per soli 11 mesi, cioè da a gennaio a fine novembre 2024 (perché non ci sono ancora tutti i dati disarticolati) la Lombardia risulta, come nel 2023, avere il maggior numero di vittime cioè 121. Seguono: Campania 73, Emilia-Romagna 68, Lazio 67, Sicilia 57, Veneto 49, Piemonte 48, Puglia 44, Toscana 39, Sardegna 24, Trentino-Alto Adige 23, Liguria 19, Calabria 18 Umbria 17, Abruzzo e Basilicata 15, Friuli-Venezia Giulia 14, Marche 12, Valle d'Aosta e Molise 4.
"Siamo oltre l'incidente - commenta Walter Montagnoli della segreteria nazionale Cub - per sua natura un avvenimento imprevedibile, a questo punto morire andando a lavorare è un elemento sistematico, intrinseco e inevitabile rispetto alle dinamiche incancrenite del mondo del lavoro in Italia e sono dovute a una volontà di risparmio delle imprese. Un sistema dove il precariato, la pratica del subappalto reiterato e diffuso e l'assoluta carenza di controlli e formazione e soprattutto di pene esemplari per chi sbaglia, hanno trasformato il lavoro in un terreno minato a cui associare inevitabilmente un bollettino di guerra quotidiano".
"E' ora necessario, ineludibile e letteralmente vitale che il governo intervenga con provvedimenti specifici. A nulla infatti sono valsi i tanto sbandierati provvedimenti come la patente a punti per le oltre 400.000 imprese che vi hanno aderito. Senza modifiche di legge radicali su precariato, subappalti e sul fronte penale, non si potrà che assistere a un costante incremento di questa macabra e cinica contabilità", conclude.
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