Cosa sono le gondole da parada e perché stanno diventando un problema per Venezia, non l’unico ma significativo

Cinque spettacolari attraversamenti low cost del Canal Grande attirano nuove frotte di turisti e la colpa è anche di Google Maps. I residenti, stremati dalla ressa quotidiana, vorrebbero una sorta di corsia privilegiata

La redazione
Una gondola traghetto
Una gondola traghetto

A Venezia, si sa, l’overtourism è il problema dei problemi. Visto che il Mose tutto sommato funziona, il sovraffollamento turistico è il Grande Tema, e lo è da sempre, anche da prima che il termine «overtourism» diventasse un caposaldo nel dibattito nazionale sui flussi.

In questi giorni, il tema è tornato d’attualità perché l’inizio del Carnevale ha portato decine di migliaia di turisti in città, con rischio di problemi di ordine pubblico e la polizia municipale in grande difficoltà. Le regole per il ticket d’accesso, inaugurato la scorsa stagione, sono cambiate, con più giornate chiuse e il raddoppio del balzello (da 5 a 10 euro) ma la prima delle giornate a prenotazione obbligatoria, per il 2025, sarà solo il 25 aprile, e quindi Carnevale e Pasqua scivoleranno così, con la città sotto assedio.

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In questo quadro, c’è una storia nella storia ed è quella delle gondole da parada, che qualcuno chiama anche «gondole traghetto», ma anche «vaporini». A Venezia, è abbastanza normale che la stessa cosa venga chiamata in più maniere. Comunque sia, ecco di cosa stiamo parlando. 

Cosa sono le gondole traghetto

Un tempo, quando non esistevano i vaporetti e prima ancora che venissero costruiti i ponti, la gente attraversava la città a piedi utilizzando i Traghetti da Parada, oggi  quasi scomparsi. Sono gondole a prezzo popolare, ossia 70 centesimi, che consentono di attraversare il Canal Grande, evitando le code agli imbarcaderi dell’Actv, la società che gestisce il trasporto pubblico a Venezia. Settanta centesimi per chi ha la carta Venezia Unica (non solo residenti, non tutti i residenti), due euro per gli altri. Ossia i turisti.

Come vedete nella cartina qui sopra, i punti di attraversamento sarebbero sette, ma due di questi (San Marcuol a eSan Samuele) sono chiusi. Restano Santa Sofia, Riva del Carbon, San Tomà, Santa Maria del Giglio e la più famosa, Punta della Dogana. 

Sul sito del Comune si chiamano traghetti e questi sono gli orari di esercizio:

traghetto DOGANA

ore 9.00 - 18.00

tel. 041-5206120

 

traghetto SANTA MARIA DEL GIGLIO

ore 9.00 - 18.00

tel. 041-5222073

 

traghetto SAN TOMA’

ore 8.30 – 19.00 da lunedì a venerdì

ore 9.00 – 18.30 Sabato, domenica e festivi

tel. 340-8677568

 

traghetto CARBON

ore 9.00 – 12.00 da lunedì a venerdì

sabato, domenica e festivi chiuso

tel. 041-5299028

 

traghetto SANTA SOFIA

ore 8.30 – 19.00 da lunedì a venerdì

ore 9.00 – 18.00 sabato, domenica e festivi

tel. 041-4765349

I due problemi

Giampaolo D'Este in gondola al traghetto Carbon
Giampaolo D'Este in gondola al traghetto Carbon

Bene, ma il problema qual è, chiederete voi. E avete ragione. Il primo problema è l’effetto social: anche i pochi turisti che ne ignoravano l’esistenza ora si riversano sui punti di traghettamento per vivere questa esperienza (ovvero fare foto e video, perché senza, non esiste l’esperienza stessa) e approfittare del low cost. Il secondo problema è che i residenti, già devastati nella loro vita quotidiana dalla fiumana di turisti, le vorrebbero per sé.

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Ttanti turisti preferiscono viversi l’esperienza di un giro in gondola in città pagando due euro per attraversare il Canal Grande piuttosto che pagare 90 euro per un tour completo. Non è difficile capire come frotte di turisti, negli anni, siano riusciti a colonizzare anche i traghetti da parada.

Online, infatti, impazzano guide turistiche che offrono il meglio della città al minor costo possibile. E qui entra in gioco anche l’applicazione Google Maps che, nel calcolare il tragitto più breve ad esempio tra piazzale Roma e San Marco, inserisce anche il trasbordo sul Canal Grande. Qualcosa però si può fare, l’esperienza delle linee di navigazione per residenti dirette verso Murano (rimosse dalle app turistiche) lo insegna.

«Questa nuova pratica», attacca la consigliera Tonon, che negli anni ha seguito da vicino la questione, «mortifica la tradizione e la professionalità del servizio turistico offerto dai gondolieri.

Una responsabilità di questo affollamento va attribuita a Google Maps, che, nel definire itinerari per collegare alcuni punti della città, suggerisce proprio di servirsi dei traghetti, e gli utenti di Google Maps non sono certo i veneziani, che gli itinerari li conoscono bene. Bisogna attivarsi per la cancellazione dei riferimenti traghetti da parada».

Prima i veneziani

Il tema è stato affrontato in commissione. I traghetti da parada erano stati pensati per i veneziani, gli studenti e i pendolari. Oggi, come detto, la gondola nei traghetti viene utilizzata anche dai turisti. Conviene pagare i 2 euro per passare da una riva all’altra, piuttosto dei 90 per il giro in gondola. Anche se, ovviamente, non è proprio la stessa cosa. Spesso le comitive si presentano con tanto di guida e altoparlante, e occupano rapidamente i 12 posti disponibili a bordo.

La scorsa estate ci fu qualche polemica per i veneziani lasciati a terra. Ora si cambia. Non sarà una vera e propria corsia preferenziale come nei vaporetti – non ci sarebbe lo spazio negli stazi e la categoria non vuole alimentare polemiche con le guide – ma indicazioni precise di dare la precedenza in caso di affollamento ai residenti.

Moral suasion prevista anche nei confronti delle guide. Che dovranno piegare ai loro clienti che a volte è meglio attendere e godersi lo spettacolo e lasciar passare chi ha fretta o necessità.

 

Il primo problema da risolvere, dicono Balbi e Reato, è però quello delle barche. Due nuove gondole da parada sono quasi pronte nel cantiere di Gianfranco Vianello “Crea” alla Giudecca.

Imbarcazioni un po’ più grandi del solito e molto “solide”, come anticipato dalla Nuova qualche settimana fa, con le fiancate un po’ più alte, stabili per far fronte al moto ondoso crescente. Avendo a disposizione una barca in più, i gondolieri del traghetto più affollato della città, quello di Santa Sofia – che collega Cannaregio con la Pescheria e Rialto – potranno organizzare il doppio turno, necessario il sabato e la domenica e nei giorni di massimo afflusso.

Il secondo punto è quello di aumentare in prospettiva il numero dei traghetti sul Canal Grande. Erano 11 una volta, ora ne sono rimasti cinque (Dogana, San Tomà, Carbon, Giglio e Santa Sofia). L’obiettivo è quello di ripristinare quelli di Ca’ Rezzonico, ma anche San Marcuola e l’altro a metà Canal Grande, a San Beneto.

Uno sforzo che la categoria è pronta a compiere per potenziare il servizio pubblico. Più traghetti in Canal Grande, ripete da sempre Aldo Reato, «significa contrastare il moto ondoso. Semplicemente se vedono la gondola, vaporetti e motoscafi devono rallentare».

Un “focus” dunque che dovrà fare il punto sull’evoluzione del servizio destinato ad adeguarsi alle maggiori presenze turistiche ma anche molto amato dai Veneziani. Tradizione e utilità. Con 70 centesimi (costo per i residenti) si si possono evitare le code agli imbarcaderi Actv, e raggiungere in pochissimi minuti l’altra riva del Canal Grande.

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