L’ipotesi di sabotaggio della pista da bob di Cortina presenta molti punti deboli
Difficile anche sostenere la tesi dell’incidente, ma l’atto deliberato presenta molti punti oscuri. Eppure, Simico sostiene convintamente questa ipotesi. E gli ambientalisti locali si sentono nel mirino

Sabotaggio, incidente, errore o qualcos’altro? Sono molti i punti critici di quanto avvenuto all’interno della pista da bob, skeleton e slittino di Cortina, ovvero lo spostamento di un tubo della refrigerazione dal peso di 500 kg su una strada facente parte della viabilità di cantiere. Ma una cosa è certa: i cittadini vogliono risposte e se non le riceveranno questo creerà ancora più scetticismo verso i Giochi olimpici e verso chi li sta organizzando.
I punti critici

Ma quali sono i punti critici da cui partiranno gli inquirenti? Per prima cosa, il tubo di refrigerazione ha un peso di circa 500 kg. Solo questo fa capire quando sia difficile spostare un elemento del genere senza mezzi. Quindi le domande sono due: è stato un mezzo pesante oppure un gruppo di persone? Qualcuno sostiene che facendo leva su un tubo di quel tipo, magari accatastato, l’operazione di spostamento e conseguente rotolamento all’interno del cantiere – ricco di fango e protuberanze – è possibile anche senza mezzi.

Ma allora, come si giustifica il fatto che il tubo ritrovato dalle forze dell’ordine fosse pulito e senza danneggiamenti se il rotolamento è avvenuto tra ferro e fango? C’è la possibilità che sia stato un mezzo pesante a posizionare il tubo in quell’area? Forse è caduto accidentalmente nel trasporto? La posizione in cui è stato ritrovato – ovvero con uno sfondamento di punta contro le reti – non confermerebbe questa ipotesi. Forse, più semplicemente, è stato posato nell’area da qualcuno/qualcosa. E se fosse così – ma saranno gli inquirenti a dirlo – c’è da dire che stoccare un tubo del genere non è proprio da tutti.
L’area sorvegliata

La cosa ancora più singolare è che l’area è sorvegliata da un servizio di vigilanza e conta su alcune video camere di sicurezza (gli inquirenti dicono poche, ma ci sono). Il fatto, tra l’altro, è avvenuto in tarda serata e non in piena notte.
Tutti si chiedono quindi: come è possibile che un cantiere olimpico, tanto discusso, tanto “cruciale” per le sorti dei Giochi a Cortina e soprattutto costosissimo – quindi ricco di elementi di valore – sia stato preso per il naso così facilmente, tanto da non accorgersi che un tubo di 500 kg e lungo 12 metri veniva spostato? Falla della sicurezza, incidente o pura casualità , saranno i carabinieri incaricati a dare le risposte a quello che è accaduto nella notte del 20 febbraio.
«La stampa fa il suo lavoro»

Negli ultimi giorni si sono aggiunti nuovi attacchi alla stampa, colpevole secondo alcuni politici di alimentare addirittura i sabotaggi, come quello della pista da bob. Lo stesso Commissario, Fabio Saldini, ha più volte puntato il dito contro i media.
Questo ha portato la Federazione Nazionale della Stampa ad intervenire in prima persona: «Dispiace sentire, ancora una volta, che i media vengano considerati alimentatori di gesti di sabotaggio, come ha detto oggi (sabato, ndr) il sottosegretario Alessandro Morelli», afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi).
«Anche a lui, come a molti altri esponenti politici, mi corre l’obbligo di ricordare che i media danno notizie, non alimentano sabotatori. E che un’informazione veramente libera e indipendente, plurale e autorevole dà voce a tutte le posizioni in campo e non nasconde (come si è visto, maldestramente) le notizie. Capisco che siano concetti difficili da assimilare senza aver letto almeno una volta la Costituzione italiana».
Le certezze di Simico
Fabio Saldini ad di Simico, è stato subito perentorio: «Sabotaggio alla pista di bob, skeleton e slittino. Un tubo di refrigerazione è stato staccato e ritrovato in mezzo alla strada, bloccando la circolazione stradale e creando notevoli disagi ai lavori, anche in vista del sopralluogo del Cio del 24 febbraio. È un atto irrispettoso che mette in difficoltà chi lavora giorno e notte”. Poi ha rincarato: “Non c’è dubbio che si tratti di un atto doloso. Ogni tubo pesa 500 chili ed era stabilmente agganciato e fissato all’interno del cantiere».
Gli ambientalisti locali
«La frammentarietà delle informazioni non ha impedito di gridare al “sabotaggio” scatenando sui social la caccia al colpevole che, non potendo essere al momento ancora identificato, è stato indicato nelle categorie di volta in volta degli ambientalisti, dei “no a tutto” o dei nemici del progresso». A dirlo è Roberta de Zanna, consigliera di opposizione di Cortina Bene Comune, che analizza quanto accaduto e difende la categoria degli ambientalisti.
«E pazienza se questo accade sui social, ma quando le stesse parole escono dalla bocca di un ministro della repubblica e di un senatore che accusano apertamente di “odio e livore i no a tutto”, confondendo volutamente il sacrosanto diritto al dissenso con gli atti di violenza, allora si affossa il confronto democratico. Questa ennesima strumentalizzazione di un fatto che deve ancora essere chiarito nel suo svolgimento, per polarizzare ancora di più lo scontro e gettare discredito su chi democraticamente esprime le proprie idee. Da parte nostra abbiamo piena fiducia nelle forze dell’ordine attendiamo l’esito delle indagini, sperando che si riesca ad appurare come si sono svolti i fatti, e alla fine, da una parte o dall’altra, qualcuno dovrà chiedere scusa e assumersi le proprie responsabilità per procurato allarme».
De Zanna, come molti altri cittadini resta quindi in attesa di quello che diranno le indagini in carico di carabinieri».
Riproduzione riservata © il Nord Est