A Nord si spreca molto meno cibo rispetto al Sud
Sulla media nazionale di 617,9 grammi a settimana pro capite, il Nord è a -15% mentre il Sud a +16%. I dati riportati nel rapporto “Il caso Italia” 2025 dell'Osservatorio Waste Watcher International
Cresce ancora la quota di cibo che si butta nella spazzatura e scende sempre di più l'attenzione alle buone pratiche. Ma osservando i dati balza all’occhio un’importante differenza di spreco tra differenza tra Nord, Centro e Sud.
In totale, considerando tutta la filiera, lo spreco alimentare in Italia presenta un conto salato di 14,1 miliardi di euro per 4,5 milioni di tonnellate di prodotti sfiorando i 140 euro a testa l'anno (139,71) contro i 126 euro di un anno fa. A preoccupare è il segnale negativo che arriva dalle nostre case con un costo di 8,2 miliardi di euro sul totale del costo dello spreco di filiera.
Il rapporto
Questa la fotografia scattata nel rapporto “Il caso Italia” 2025 dell'Osservatorio Waste Watcher International, elaborazione Ipsos/Università di Bologna, in occasione dell 12ma Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, il 5 febbraio, fondata dalla campagna Spreco Zero. Giornata che lancia il countdown verso l'obiettivo Onu 2030 di dimezzare lo sperpero di cibo: «A quella data – spiega il direttore scientifico Waste Watcher e della Giornata, di cui è anche ideatore, Andrea Segrè – lo spreco si dovrà attestare a 369,7 grammi settimanali, e per fare questo dobbiamo tutti tagliare, ogni anno, da qui al 2029, circa 50 grammi di cibo a settimana a testa». Che tradotto in pratica significa un quarto di mela in meno nel bidone ogni settimana, o un quarto di bicchiere di latte in meno gettato negli scarichi, o una rosetta di pane in meno nell'umido.
Un impegno urgente se ogni giorno, rileva il rapporto, vengono dissipati sul territorio nazionale 88,2 grammi di cibo a testa, pari a 617,9 grammi a settimana pro capite, in crescita rispetto agli 81gr. al giorno e i 566,3gr. a settimana di un anno fa.
Top 5 degli alimenti più sprecati
A guidare la hit nefasta dello spreco sono frutta fresca (24,3 grammi settimanali) e pane (21,2 grammi), che hanno superato verdure (20,5 grammi), insalata (19,4 grammi), cipolle, aglio e tuberi (17,4 grammi).
L’impoverimento alimentare
E se da una parte si spreca, dall'altra si allontana l'accesso al cibo sano e sostenibile: l'indice Fies di insicurezza alimentare 2025 sale del 13,95% (era +10,27% nel 2024). L'impoverimento alimentare delle famiglie italiane colpisce soprattutto al Sud (+ 17%) e al Centro (+15%), le stesse aree dove si spreca più cibo nelle case (il Sud +16% con 713,8 grammi pro capite settimanali, e il Centro +4% con 640gr.).
Chi spreca di più
A sorpresa sprecano soprattutto le fasce sociali più deboli (+26% rispetto alla media), ma si butta anche tanto nei piccoli centri (+12%) e nelle famiglie senza figli (+16%). A pesare sulla bilancia degli sprechi, in questi casi, «è la deperibilità del cibo più economico, ma di minore qualità».
Come detto, guardando al territorio nazionale si notano importanti differenze di spreco. Rispetto alla media nazionale, al Sud si registra un +16% (713,8 grammi medi per cittadino), al Centro invece +4% (540,1 grammi). Più virtuosi al Nord con uno spreco medio di 526,4 grammi per cittadino (-15%).
Stando al rapporto, si nota anche come la forbice tra Nord e Sud non sia sempre stata così aperta. Nell’agosto 2023, a esempio, le due parti d’Italia si incontravano a un +1% rispetto alla media nazionale. Un dato che a gennaio 2024 era già notevolmente cambiato: il Nord si assestava a -6%, mentre il Sud arrivava a +4%.
Conclusioni
Per le buone pratiche, il coordinatore del rapporto, Luca Falasconi, docente Università di Bologna, invita a scaricare la app dello Sprecometro: «L'obiettivo è ambizioso ma ogni piccola azione conta», dice.
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