Premio Giulia Cecchettin, partecipa una sola persona: prolungati i termini di consegna

Istituito dalla Regione Veneto per sensibilizzare sulla violenza di genere, offre un riconoscimento alle tesi di laurea sui femminicidi. Alla prima edizione, solo una tesi è stata presentata

Nicola Cesaro
Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin

Non è facile parlare di violenza di genere, e ancor più difficile è studiare un fenomeno che ha radici solide nella nostra società.

Anche per questo il Consiglio regionale del Veneto riponeva, e ripone ancora, grandi speranze e aspettative nell’iniziativa: un premio intitolato a Giulia Cecchettin, dedicato a tutte quelle tesi di laurea capaci di trattare il tema dei femminicidi e delle violenze verso le donne.

Un riconoscimento nato «con la speranza di poter contribuire a sensibilizzare ulteriormente la cittadinanza e renderla cosciente delle ingiustizie e degli abusi che quotidianamente le donne si ritrovano a subire in quanto tali».

Un po’ di sconforto, al netto dei commenti rigidamente istituzionali, deve essere quindi emerso quando lo scorso 8 marzo, data scelta non a caso, si è fatto il conto degli studenti e delle studentesse che hanno aderito al premio: nella sede della Regione era arrivata una sola tesi magistrale.

Il premio Giulia Cecchettin 

E così, con una delibera firmata dal presidente del Consiglio veneto, Roberto Ciambetti, i termini per partecipare sono stati riaperti: la scadenza dell’8 marzo è stata prorogata al prossimo 31 luglio.

Un passo indietro: il Premio “Giulia Cecchettin” per la migliore tesi di laurea magistrale in lingua italiana in materia di femminicidio e violenza di genere è stato istituito il 5 marzo 2024, dedicato ovviamente alla studentessa ventiduenne di Vigonovo, e laureanda in ingegneria biomedica all’Università di Padova, uccisa l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta, coetaneo e compagno di studi. La partecipazione è riservata a coloro che abbiano presentato e discusso una tesi negli anni accademici 2023-2024 e 2024-2025. Il Premio prevede anche un riconoscimento economico non banale, pari a 7 mila euro da attribuire alla tesi vincitrice.

L’adesione al premio 

A qualche giorno fa, purtroppo, la Regione ha ricevuto una sola domanda di partecipazione: «In forza di ciò, si ritiene opportuno procedere ad una riapertura dei termini per la trasmissione delle domande al 31 luglio, in quanto l’assenza di ulteriori elaborati impedisce una valutazione e comparazione tra gli stessi e al contempo non ritenendo corretta l’attribuzione automatica dell’importo all’unica candidata presente», la presa d’atto della Regione.

«Era stata scelta la data simbolica dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, ma non sempre le date simboliche sono quelle più funzionali», sottolinea il presidente Ciambetti.

«Per vedere pubblicato un numero più importante di tesi era giusto concedere qualche altra sessione, da qui la proroga. Lo facciamo anche perché crediamo che il tema sia sentito, che sia purtroppo di strettissima attualità, e che richieda la massima attenzione». Gino Cecchettin, papà di Giulia, va al di là della ridotta partecipazione al premio: «Riconoscimenti come questo danno valore alla ricerca e allo studio su un fenomeno che tocca ancora troppe vite. La violenza di genere non è una fatalità, ma il frutto di una cultura che non ha ancora fatto abbastanza: servono le leggi, vero, ma serve pure una consapevolezza, che passa anche attraverso un approfondimento di studi come quello offerto da una tesi».

Da Cecchettin arriva comunque l’invito a partecipare: «Premiare uno studente significa coinvolgerlo, abbiamo sempre più bisogno di giovani capaci di entrare in profondità di quest’argomento: un tema che, nel futuro, spero non sia più tale». 

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