Bruxelles celebra la Capitale della cultura Gorizia e Nova Gorica: «Un faro per l’Europa»
Celebrato al Parlamento Ue l’impegno delle città gemelle sul fronte della cooperazione

«Gorizia e Nova Gorica due città che nel’47 erano divise e, ora grazie a due sindaci come Rodolfo Ziberna e Samo Turel, seduti qui assieme, sono diventate testimonianza di riconciliazione. Unico esempio in Europa di città unite come capitali transfrontaliere della Cultura, sono riuscite a cancellare un confine fisico ma anche a smantellare quello mentale. Un esempio per tutti paesi di cosa significa lo spirito Ue che guarda alla pace, alla coesione e all’allargamento».
Un messaggio “appassionato” quello di Marta Kos, commissaria europeo per l’allargamento e la politica di vicinato, («la sfida dell’allargamento mi appassiona davvero», ha detto) che ieri, 2 aprile, ha accolto in Parlamento Ue a Bruxelles i due sindaci invitati a raccontare la loro esperienza.
Sono mesi che Ziberna e Turel fanno da “ambasciatori” per far conoscere Go! 2025, ma forse ieri per la prima volta si è toccata con mano l’eco che sta suscitando l’esempio in tutta Europa. Lo si è percepito nei discorsi convinti (e negli applausi continui) delle centinaia di delegati, rappresentanti dei territori Ue, riuniti dal Comitato delle Regioni in seduta plenaria nel Parlamento. Emozionante sentire le parole non solo di plauso delle regioni Ue, ma anche l’invito a incoraggiare questo spirito di unione e allargamento.
La commissaria Kos ha ricordato i fronti aperti dei Balcani occidentali, dalla Serbia all’Albania, dalla Georgia alla Moldova, fino alla Turchia e all’Ucraina. Non solo. «Anche l’Islanda sta ripensando di entrare nell’Ue», ha ricordato la commissaria, spiegando che Gorizia e Nova Gorica hanno mostrato «concretamente, dal basso cosa significa costruire assieme valori e democrazia».
Ed è toccato Turel ricordare quanti passi sono stati fatti. «Eravamo due città divise dopo le guerre mondiali con i confini che passavano nelle case e nei cortili». Confini che «dividevano anche i cimiteri», ha rincarato Ziberna.
«Nonostante il confine però abbiamo sempre collaborato – ha ribadito Turel – e grazie al progetto di Go! 2025 Capitale della cultura siamo riusciti a coinvolgere tutti i territori e i nostri Stati. Non siamo più due città, ma un’unica città che ha eliminato i confini della testa, le diversità sono diventate opportunità. Un bellissimo progetto appena iniziato che speriamo possa non finire mai». Commosso Turel che, per stemperare la tensione, faceva battute e Ziberna che lo rintuzzava, specie dopo quella della commissaria Kos: «L’unico conflitto tra le due città è la gara di chi ha il miglior caffè o il miglior gelato».
Emozionato anche Ziberna. «Se oggi Gorizia e Nova Gorica sono unite nell’esperienza di Go! 2025 è grazie all’ingresso della Slovenia nell’Ue – ha spiegato –, un motore di accelerazione e di coesione che ha avuto riflesso in tutta Europa di cui hanno tratto poi beneficio entrambi i nostri Paesi. Ecco perché ritengo che l’ingresso di altri Paesi nell’Ue possa rappresentare un valore aggiunto per l’intera, grande famiglia europea». Un passo fondamentale, ha ricordato infine il governatore Massimiliano Fedriga in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni. «Per me è un orgoglio vedere gli effetti della nomina di Gorizia e Nova Gorica a Capitali della cultura, testimoni dei pilastri fondamentali della Ue. E devono diventare esempio per promuovere l’allargamento ai Balcani occidentali: dobbiamo avvicinarli ai valori Ue altrimenti saranno attratti da realtà non democratiche». —
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