Cortina 2026, Simico attacca Open Olympics: «Queste associazioni travisano la realtà»

La società ritiene inaccettabile e falso quanto riportato nel report redatto da Libera, Wwf, Cai e Legambiente, sull’avanzamento delle opere: «Ci dissociamo da questa lettura e valuteremo azioni nelle sedi opportune»

Alessandro Michielli
Milano Cortina 2026
Milano Cortina 2026

Simico attacca le 20 associazioni promotrici della campagna internazionale Open Olympics 2026. La rete – di cui fanno parte il Cai (Club alpino italiano), Legambiente, Wwf Italia e numerosi altri enti – venerdì ha pubblicato un report redatto da Libera riguardante il monitoraggio dei cantieri previsti per i Giochi 2026.

Tra i punti salienti del documento, c’è un passaggio che afferma che il 50% delle opere si trova ancora in una fase precedente alla posa del primo mattone e che ad oggi solo il 10% dei lavori è stato completato.

Il report: metà delle opere olimpiche ancora ferme alla progettazione
La redazione
Milano Cortina 2026

Per Simico, società guidata dal Commissario e ceo Fabio Massimo Saldini, queste affermazioni e i dati riportati nel report sono inaccettabili e inducono a strumentalizzazioni: «Il report divulgato dalle 20 associazioni promotrici della campagna internazionale di monitoraggio “Open Olympics 2026” induce a strumentalizzazioni inaccettabili», afferma Simico in una nota.

I dati 

«I dati, pubblicati online con la massima trasparenza e quindi a disposizione di tutti i cittadini, dicono in modo chiaro e incontrovertibile che il Piano delle opere olimpiche è in linea con il cronoprogramma e che, soprattutto, i cantieri delle opere sportive procedono nel pieno rispetto del timing stabilito (in taluni casi in anticipo) e tutti saranno ultimati prima dei Giochi . Affermare il contrario non è solo falso, ma assolutamente diffamatorio».

In merito alle “quattro domande civiche” poste dalle associazioni, Simico risponde: «Sulla prima, i progetti del Piano delle opere olimpiche sono 94, non “ne mancano sei” come scritto sulla nota delle associazioni. Si invita infatti a leggere con maggiore attenzione il sito dove è specificato, in testa, che “a seguito delle rimodulazioni attuate nel mese di novembre si è provveduto all’accorpamento di alcuni codici unici di progetto”.

Non attengono a Simico opere che non siano indicate dal Dpcm anche se legate ai Giochi. Questo è facilmente comprensibile dal ruolo e delle competenze previste per legge a questa società».

«La trasparenza sulle fonti di finanziamento è indicata dal Dpcm», prosegue. «Anche qui, in modo poco corretto, le associazioni scrivono di “dettagli ancora assenti nel portale”. Basta leggere e chiunque (cittadini e giornalisti in primis) può verificare».

Il protocollo 

«I dati ambientali sono in costante monitoraggio oltre che a seguire con ovvia evidenza la normativa di settore ed essere controllati dagli Enti di riferimento», aggiunge Simico.

«L’azione della società è sempre coordinata e non devia da prescrizioni o indicazioni previste dalla legge. Oltre alla trasparenza, un tema caro alle associazioni, è sempre stata la legalità. Simico, con il protocollo siglato con il ministero dell’Interno, ha creato un ulteriore strumento di tutela contro ogni rischio di infiltrazione criminosa. Un modus operandi che indica come questa società opera nel perimetro della legge».

Simico poi aggiunge: «Gli impianti sportivi necessari allo svolgimento delle Olimpiadi 2026 sono tutti allineati ai cronoprogrammi. Le opere stradali essendo opere di legacy per i territori, è sempre stato noto che alcune saranno avviate e altre termineranno dopo l’evento».

«Non risulta», prosegue la società, «che siano state le “proteste o pressioni” delle associazioni a condurre alla realizzazione del portale visto che Simico ha partecipato a diverse riunioni con capofila Libera e le Commissioni antimafia e Olimpiadi del Comune di Milano».

«Si prende atto», conclude la nota, «che nonostante lo sforzo, la volontà di strumentalizzazione dei dati ha condotto a una lettura travisata dello stato attuale delle cose. Una lettura dalla quale Simico si dissocia in tutto e per tutto, riservando qualsiasi ulteriore valutazione nelle sedi opportune».

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