Al via il Festival Treviso Città Impresa: «Al mondo servono nuovi equilibri»
Pienone giovedì per l’anteprima con Paolo Mieli dell’iniziativa promossa da Nem, che per tre giorni porterà sul palco esperti di geopolitica, imprenditori, scrittori

Dalle braci del Novecento alle guerre incandescenti di oggi. Il secolo scorso, devastato da due conflitti mondiali, una lunga guerra fredda e cento altri focolai, ha lasciato delle braci fumanti. Che ora riaccendono antichi conflitti, dentro a un quadro geopolitico di grande instabilità.
Come stanno cambiando dunque gli equilibri? Con quali conseguenze sul piano sociale, economico, commerciale?
L’anteprima
Il Festival Città Impresa, per la prima volta a Treviso, ha aperto il sipario giovedì sera ponendosi proprio queste domande. In un gremito auditorium di Santa Caterina, la rassegna promossa dal gruppo Nord Est Multimedia, il sito ilNordEst, la Tribuna di Treviso, con il Comune di Treviso, Confindustria Veneto Est e la Camera di commercio Treviso – Belluno Dolomiti si è presentata al pubblico in anteprima. E come spetta al primo violino dell’orchestra, ha dato il “la” ad una tre giorni di eventi intonati sulla frequenza del momento: la sfida della competitività in un mondo in rapida trasformazione.

I saluti di Marchi e Conte
«Banca Finint e Nord Est Multimedia hanno un minimo comun denominatore: vogliono essere strumenti per lo sviluppo del territorio. Treviso non è solo economia e impresa, ma anche storia, integrazione, solidarietà. Quindi è giusto che si parli non solo di impresa ma anche di geopolitica. Oggi siamo tutti spaesati vivendo in un nuovo mondo inimmaginabile fino a pochi anni fa, in noi c’è pertanto la voglia di avere occasioni di riflessione come questa» ha dichiarato in apertura Enrico Marchi, presidente del gruppo Banca Finint, che ha introdotto l’evento.
«Grazie a quanti hanno creduto nei valori di un territorio – ha aggiunto il sindaco di Treviso, Mario Conte –. Come città noi faremo da cornice a questo evento di altissimo livello. L’obiettivo è quello di non subire ma governare in un periodo caratterizzato da forte incertezza sotto tutti i punti di vista. Di sicuro non c’è più spazio per la superficialità e l’impreparazione. Oggi dobbiamo tutti capire, studiare cosa sta succedendo. E lo facciamo a Treviso».
Fiamme dal passato
Ad occuparsi di vecchi e nuovi equilibri è lo storico ed editorialista del Corriere della Sera Paolo Mieli nel suo ultimo libro “Fiamme dal passato. Dalle braci del Novecento alle guerre di oggi”, edito da Rizzoli, di cui ha discusso giovedì sera in dialogo con Marco Panara, direttore del festival.
Ripercorrendo gli eventi chiave delle disastrose dittature del Novecento – quella nazista, quella fascista, quella comunista – Mieli interviene nel dibattito storico contemporaneo inquadrando le matrici da cui le violente storture di oggi hanno avuto origine.
«Noi pensavamo di aver risolto ogni problema con la pace dopo la seconda guerra mondiale. Avevamo la pace in Europa, negli Stati Uniti, nel mondo occidentale ma avevamo depositato tossine e lasciato che crescessero nel resto del mondo. L’ultimo mio libro serve a vedere da dove vengono queste tossine, fin dai tempi dell’antichità. Per arrivare ad una pace vera bisogna curarle definitivamente» ha spiegato Mieli.
Panara: «Un cambio di paradigma»
«Dobbiamo cercare di leggere il momento che stiamo attraversando, un’esperienza nuova perché veniamo da ottant’anni nei quali il rapporto tra Europa e Usa è stato di solida alleanza portando un lungo periodo di pace e prosperità. Ora i paradigmi ai quali eravamo abituati stanno cambiando e dobbiamo cercare di capire come affrontarli e come il mondo si riorganizzerà. Treviso Città Impresa è il primo evento nazionale che affronta queste tematiche» ha sottolineato Panara.
Le incertezze geopolitiche di oggi, eredità di conflitti mai davvero sopiti, stanno ridisegnando mercati e relazioni economiche. E le imprese si trovano di fronte a nuove sfide, tra frammentazione e opportunità, dove la capacità di adattarsi e guardare oltre i confini faranno la differenza.
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