A Conegliano il Museo Dersut racconta l'epopea del caffé

CONEGLIANO (TREVISO). Il profumo dei chicchi tostati annuncia le stanze di un museo che racconta la storia del caffè, intrecciandola a quella dell’azienda Dersut e della città di Conegliano. Tutti gli ingredienti del racconto sono ospitati nell’antico essiccatoio Bozzoli, poco lontano dalla torrefazione.
Il Museo del Caffè Dersut è nato nel 2010 e ripercorre l’impresa che la famiglia dei conti Caballini di Sassoferrato porta avanti da tre generazioni. Passando attraverso i cimeli esposti scorrono storie, riti e innovazioni che hanno condotto l’Italia a essere tra i primi dieci consumatori mondiali di caffè.

Il delizioso allestimento segue un filo logico preciso: descrive l’intera filiera produttiva, dalle piantagioni alla tazzina. Un tuffo nel passato fino al nuovo millennio. Dai primi macinini all’attuale sistema di produzione a marchio Dersut che impiega una prima torrefattrice, a doppio tamburo, che distingue una pre-tostatura a 150 gradi dalla tostatura vera e propria, effettuata a 220 gradi che tosta 240 chilogrammi di caffè in dodici minuti.

Era il 1949 quando il conte Vincenzo Caballini di Sassoferrato rilevò insieme alla moglie Elisabetta Gianfré, una piccola torrefazione creata due anni prima da due triestini: De Rosa (Marcello) e Suttora (Giovanni), dalla cui fusione nasce Dersut. Il ricordo della Seconda Guerra Mondiale era ancora vivo e all’epoca il caffè era considerato un lusso per pochi. La famiglia di nobili imprenditori continua però a investire e negli anni che seguono il culto del caffè inizia a diffondersi. Se ne parla nelle pubblicità, diventa una bevanda di culto capace di rivoluzionare il costume.
L’aroma entra nelle case degli italiani, regioni come Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige macinano grandi successi commerciali, tanto che nel 1954 nasce il Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè di cui Dersut è socio fondatore.

«Abbiamo creato il museo perché volevamo raccontare la storia dell’espresso attraverso un percorso che potesse essere affrontato da tecnici del settore, ma anche cittadini, associazioni e scolaresche. Crediamo molto in questo progetto» spiega l’avvocato Lara Caballini, nipote del fondatore e dirigente.
Si inizia dai grandi sacchi di juta che contengono il prezioso raccolto. Non mancano le leggende sulle origini del caffè, una su tutte attribuisce la scoperta della bevanda a Kaldi, un pastore etiope che una notte sorprese le sue capre a vagabondare per i pascoli dopo aver mangiato delle bacche rosse. L’uomo portò i semi in un monastero dove vennero abbrustoliti, macinati e mescolati in acqua bollente creando una bevanda che aiutava i monaci a combattere il sonno durante le preghiere notturne. Dall’Etiopia, considerata la culla del caffè, le coltivazioni approdarono anche in Medio Oriente e Asia Minore.
Nel Seicento, grazie ai mercanti veneziani, il caffè divenne la bevanda preferita da poeti e uomini d’affari, conquistati dalla sua “sobria ebbrezza ispiratrice”. Luoghi prediletti per la degustazione di un tazzina fumante furono i mitici caffè: Pedrocchi a Padova, Florian e Quadri a Venezia, Gambrinus a Napoli.

Nel museo Dersut si può ammirare una selezione dei chicchi e scoprire il delicato processo della tostatura, ricordato da antichi macchinari. Attrezzature storiche, tostini, macinini di fine Ottocento e le mitiche moke di tutti i tipi e le fogge, a testimoniare la continua evoluzione. Al piano superiore l’allestimento presenta la storia della macinatura e la caffetteria per capire il ruolo della macchina da espresso, luogo ideale per carpire i segreti di un buon caffè e imparare a degustarlo cogliendone le qualità organolettiche.
«Il significato del museo è sottolineare una passione aziendale e di famiglia per il caffè» sottolinea Caballini «portiamo avanti la voglia di diffondere la cultura dell’espresso: raccontare quello che si fa è fondamentale per far conoscere anima e valori aziendali». Un orgoglio made in Italy che non conosce tempo né confini

Museo Dersut
via Tiziano Vecellio 2
Conegliano
Visite su appuntamento da richiedere via mail: museodelcaffe@ dersut.it.
In tempi extra Covid aperto da lunedì a venerdì 8.00–12.30 e 14.30–18.00
(venerdì pomeriggio chiusura ore 17.00)
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