A Trieste e provincia il settore immobiliare non conosce crisi E i prezzi salgono
L’offerta di abitazioni a luglio è in crescita del +3,4%
In città quotazioni sopra i 2 mila euro al metro quadrato

Il mercato immobiliare a Trieste e provincia non sembra conoscere crisi. Nonostante il rialzo dei tassi relativi ai mutui, conseguenza delle politiche monetare restrittive adottate dalla Bce, i prezzi tanto delle compravendite, quanto delle locazioni continuano a salire. Così il mattone si conferma l’investimento più gettonato delle famiglie, capace di resistere anche ai venti di inflazione elevata.
Secondo un’indagine realizzata in esclusiva per questo giornale da Immobiliare.it Insights, l’offerta di abitazioni nel corso di luglio è cresciuta del 3,4% rispetto a giugno nel comune e del 5,4% nel resto della provincia. Quanto ai prezzi di vendita, a Trieste città si attestano in media a 2.102 euro al metro quadro, con un progresso del 7,1% rispetto a dodici mesi prima, e questa tendenza porta ad avvicinare i livelli della provincia, più elevati (3.049 euro al metro quadro), ma in contrazione del 7,7% rispetto a luglio dello scorso anno.
Per quanto riguarda il segmento delle locazioni, la provincia performa meglio del comune sia nel confronto con il mese precedente che rispetto a un anno fa: +14,1% contro 4,5% a raggiungere rispettivamente 13,2 e 9,9 euro.
La domanda di immobili in locazione a Trieste, pur positiva nel mese, rallenta se confrontata con quella di un anno fa, mentre l'offerta si mantiene stabile (in controtendenza rispetto al dato annuale). Va detto che, considerate le dimensioni ridotte, i dati sono spesso suscettibili di variazioni che non permettono di tirare conclusioni sulle tendenze in atto.
In linea generale, comunque, emerge una tenuta del settore immobiliare, che evidentemente continua a performare bene nonostante la generale tendenza alla prudenza da parte delle famiglie per fronteggiare la difficile congiuntura che stiamo attraversando.
Le dinamiche nazionali indicano, comunque, una maggiore selettività rispetto al passato. La convinzione che “nel lungo termine il mattone cresce sempre” resta diffusa tra i consumatori, sebbene i dati di mercato dicano che non sempre ciò è vero.
Le statistiche relative agli ultimi 20-30 anni, infatti, indicano una tenuta in termini reali solo degli immobili di qualità e di quelli collocati nei centri cittadini, mentre soffrono le periferie e le soluzioni a bassa efficienza energetica. Tendenze probabilmente destinate a rafforzarsi, dato che la volatilità dei prezzi energetici e la pressione del legislatore comunitario spingono verso gli immobili di classe A o di poco inferiori alla soglia massima.
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