Abbigliamento, Belmonte spa finisce in liquidazione: crisi fra soci poi la mazzata Coronavirus
Al commercialista Riccardo Bonivento il compito di trovare nuovi investitori pronti a scommettere sul noto marchio

MALFITANO -AGENZIA BIANCHI-PADOVA - BELMONTE PIAZZA DEI FRUTTI
PADOVA. Prima i dissidi all’interno della proprietà e l’impossibilità da parte della holding (Belmonte spa, capitale sociale superiore al milione di euro) di alimentare il braccio operativo (Blm srl) di fronte al netto rifiuto dei soci di autorizzare una nuova immissione di liquidità. Poi, nonostante nell’arco di un triennio le perdite della srl si siano ridotte ridotte di quasi un terzo, è arrivata la pandemia che ha dato la mazzata finale appianando un fatturato di circa 20 milioni di euro annui. Il risultato? Il 15 ottobre il Tribunale delle imprese di Venezia ha messo in liquidazione Belmonte spa, la holding che controlla il 100 per cento di Blm srl, la nota camiceria con sede a Montemerlo di Cervarese Santa Croce titolare di 34 negozi monomarca in 11 regioni italiane tra cui un outlet e con diversi negozi in franchising.
Liquidatore è stato nominato il commercialista padovano Riccardo Bonivento. Chiaro l’obiettivo: salvare un patrimonio imprenditoriale che ha 82 anni di storia, un prodotto degno della migliore qualità italiana e anche il posto di lavoro a 142 dipendenti che, alle spalle, hanno altrettante famiglie. Per non parlare delle tre aziende in Ucraina legate a Blm srl: una controllata al 100 per cento e due partecipate al 50 per cento in mano a management locale.
crisi nella proprietà
Tre anni fa entra nella gestione aziendale il commercialista Massimo Coppola che diventerà consigliere delegato di Belmonte spa e Bml srl, mentre resta in mano alla proprietà la presidenza dei rispettivi consigli di amministrazione (Alessandro Bellini esponente di uno dei tre rami della famiglia proprietaria delle quote azionarie). Nel 2017 l’operativa registra perdite per un milione di euro che, grazie a una serie di economie di scala messe in atto dal professionista prestato alla funzione manageriale, si riducono a 525 mila euro nel 2018 e a 360 mila a fine 2019.
All’inizio del 2020, però, appare all’orizzonte l’epidemia e il lockdown tra marzo e maggio blocca l’attività con la chiusura dei punti vendita: da 170 unità il personale si riduce a 149 dipendenti (tutte dimissioni volontarie), di cui una quarantina nelle sedi di Montemerlo mentre il manager va avanti a stipendio zero.
Ma l’azienda è sana: non ci sono passività e la spa, che fa da garante alla srl, ha un milione di utile derivante da plusvalenze (vendita immobiliare). Il 26 giugno viene chiesto un supporto finanziario di 315 mila euro ai soci storici (da dividere fra i tre rami della famiglia Bellini); in alternativa un aumento di capitale o la disponibilità all’ingresso di uno o più soci. Niente da fare: il no è totale. E non risparmia nemmeno la richiesta di adesione ai finanziamenti garantiti dal Mediocredito Centrale come previsto dal decreto liquidità. Impossibile proseguire l’attività aziendale.
La messa in liquidazione
Il 9 luglio Coppola e Bellini presentano in Camera di Commercio l’istanza per la messa in liquidazione. Potrebbe essere una procedura d’intesa fra i soci ma nessun di loro si presenta dal notaio il 21 dello stesso mese per la nomina di un liquidatore che sia espressione di tutti. Il 5 agosto la Camera accoglie la richiesta di scioglimento, “benedetta” dal decreto del tribunale delle imprese che il 21 ottobre incarica Bonivento: il futuro aziendale è nelle sue mani.
La speranza è vendere gli assett Belmonte e dare un nuovo orizzonte alla camiceria con una proprietà che abbia voglia di credere in un marchio apprezzato dal mercato. —
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