Acciaio, occhiali navi e tortellini, il manifatturiero del Nordest nel Mondo vale oltre 79 miliardi
Il Nordest si riscopre trainante per l'export italiano anche in tempi di pandemia. Nel 2019 le vendite internazionali del manifatturiero avevano superato per quest'area gli 86 miliardi, nell'intero 2020 causa Covid il dato finale è più basso ma superiore ai 79 miliardi di euro. Nonostante questo arretramento, la vocazione internazionale del territorio non cede neppure alla crisi sanitaria.
I dati mostrano la provincia di Vicenza come seconda in Italia in classifica per valore delle vendite internazionali realizzate nei didici mesi del 2020. A fine anno si è registrato un effetto rebound che, se non ha compensato l'andamento disastroso dovuto al lockdown, certamente dice molto di quello che c'è da attendersi.Le previsioni e i primi dati vedono la ripartenza dai paesi extra-Ue.
Da tutte le analisi emerge infatti come il rimbalzo c'è, e che la risalita, quando avverrà, sarà da ricercare prima di tutto nei mercati oltre l'Europa. Esempi importanti ci sono nel settore dell'occhialeria, ma anche nel settore della siderurgia e della componentistica.
Come pure di un comparto molto in sofferenza come quello del lusso. I campioni dell'export a Nordest sono aziende che entrano nella filiera della componentistica industriale di alto livello, attivi nel comparto moda e dell'elettrodomestico. Oltre chiaramente nell'agroalimentare.I campioniAbbiamo analizzato quali siano le aziende con una presenza estera tramite controllate più diffusa tra quelle del Nordest.
Il campione è Fincantieri, che da sola, produce più di 5 miliardi di ricavi all'estero. Su un fatturato di oltre 5,8 miliardi nel 2020, infatti, l' 87 per cento è realizzato al di là dei confini italiani (era l'82 per cento nel 2019). Un'altra azienda da citare è chiaramente Luxottica anche se non risulta nelle elaborazioni ma solo perché la sede legale non è situata in Veneto. Una nota merita anche Edizione, la holding di casa Benetton, che è quella con più partecipate estere (escludendo il mondo finanziario chiaramente con Generali).
Tra i big che sono stati in grado di dimostrare tenuta e crescita, una menzione speciale va ovviamente a De' Longhi. L'azienda del Pinguino grazie alla forte penetrazione nei mercati e complice anche un riposizionamento molto forte del mercato in tutta la filiera legata agli articoli per la casa, cambiamento giustificato dal lockdown, ha mostrato una crescita molto superiore alle attese.
Nel 2020 i ricavi del gruppo sono stati superiori alle aspettative pari a oltre 2,3 miliardi di euro, pari ad una crescita del 12%. Da segnalare l'importante crescita dell'Europa nord-orientale, con un'espansione a doppia cifra sia nell'intero 2020 che nel quarto trimestre. In particolare si riscontra una sostenuta accelerazione nell'anno di Regno Unito, Benelux, Polonia, paesi scandinavi e Russia.Anche per Danieli le buone notizie arrivano dalla Russia, dove il gruppo di Buttrio (altro campione nordestino per quota export) ha incassato una commessa milionaria per realizzare un impianto siderurgico in Russia dal valore di 430 milioni di euro per conto di OMK, uno dei leader nel panorama della siderurgia russa. L'impianto, a regime, occuperà 2.000 persone e verrà inaugurato nel 2024.
Sul trono il Vicentino
Nel Vicentino, leader incontrastato dell'export nordestino e in epoca pandemica in grado addirittura di scalzare Torino nelle top ten delle provincie esportatrici italiane, tanti sono i casi di aziende con un'esposizione internazionale. Vicenza, da sola, ha fatturato nel 2020 oltre 16,5 miliardi di euro, contribuendo per quasi il 4 per cento alle vendite internazionali del paese. A Vicenza c'è il gruppo siderurgico italiano più internazionalizzato, la Valbruna di proprietà della famiglia Amenduni, 924 milioni di fatturato, e presenza in tutti i continenti con le sue controllate.
Un altro gruppo siderurgico grande contributore dell'export è AFV Gruppo Beltrame, di proprietà dell'omonima famiglia da 5 generazioni, affiancato nella gestione da un management internazionale che ad oggi comprende 3 acciaierie a forno elettrico, 10 laminatoi, localizzati in 6 stabilimenti in Italia, Francia, Svizzera e Romania, dove lavorano complessivamente circa 2000 dipendenti. Il fatturato 2019 è stato di 1.102 milioni di euro (492 milioni Italia) di cui 66% mercato Ue e il restante 34 per cento extra Ue.
I big della moda
Nel settore moda vanno poi citate le big Otb, il gruppo di Renzo Rosso e la veronese di Calzedonia. Nell'agroalimentare lo sviluppo internazionale del Gruppo Rana e le straordinarie performance registrate nel mercato nord americano. Nel Bellunese spiccano tutti i big dell'occhialeria mondiale, da Luxottica a De Rigo, Marcolin e Safilo. Nel Padovano un posto rilevante è occupato da Gruppo Carraro, attiva nei sistemi di trasmissione per veicoli off-highway, presente in tutti i principali mercati mondiali. E dalla Carel di Brugine, nel 2020 per 331,6 milioni, 80% sono stati generati all'estero. Un compendio, quello citato, che non esaurisce la varietà di aziende anche piccole, ma che mostra come questo territorio cercherà il riscatto partendo dai mercati esteri.--
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