Addizionale Irpef, il piano del Veneto per l’introduzione vale 300 milioni

Tre ipotesi sulle aliquote di Lombardia, Emilia e Toscana Calzavara: «Prima capiamo i bisogni, poi deciderà Zaia»
Palazzo Balbi sede della Regione del Veneto
Palazzo Balbi sede della Regione del Veneto

VENEZIA Oltre 301 milioni di euro di gettito fiscale aggiuntivo per le casse del Veneto se si applicano le aliquote presenti in Emilia Romagna. Cifra che scende a 179 milioni di euro se il modello è quello della Toscana o a 137 milioni se si segue l’esempio della Lombardia. Il dibattito sull’opportunità – o necessità, visti i tempi – di reintrodurre l’addizionale regionale all’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) ha, ad oggi, un punto fermo. «Abbiamo definito più modelli di aliquote di addizionale regionale, da zero al 2,1% (massima maggiorazione applicabile dalle regioni a statuto ordinario, ndr)» spiega l’assessore regionale al Bilancio Francesco Calzavara «in modo da avere le idee chiare quando sarà ora di valutare la reintroduzione o meno. Chiariti i diversi scenari, alla luce dei bisogni che emergeranno durante il prossimo anno, sarà il presidente Zaia a decidere cosa fare».

La consapevolezza

A poche ore dall’approvazione della legge regionale di Stabilità 2021, che ha confermato l’azzeramento dell’addizionale regionale all’Irpef e quindi il pagamento in regione della sola aliquota base dell’1,23%, non è certo ora di ripensamenti o fughe in avanti. Certo è, però, che dalle parti di palazzo Balbi c’è la consapevolezza che a fronte di un bilancio 2021 dove «si è raschiato il fondo del barile» a fronte del protrarsi del periodo di emergenza non esistono molte alternative.

«È un bilancio in emergenza perché viviamo tempi di emergenza» continua Calzavara «e la Regione deve mettere a disposizione tutte le risorse possibili per venire incontro a cittadini e imprese. Nei primi sei mesi del prossimo anno bisognerà fare i conti con tutto quello che è stato rinviato attraverso misure emergenziali. Martedì prossimo, intanto, procederemo alla riallocazione dei fondi che ci sono stati assegnati attraverso il decreto Ristori quarter: parliamo di circa 15 milioni di euro. Sull’addizionale, invece, è tutto rinviato al prossimo anno».

Lo studio

Resta il fatto che nell’ambito di uno scenario che difficilmente volgerà completamente al sereno nell’arco di un anno, il quadro di riferimento è stato definito. Dal 2010, come noto, il Veneto non ha riproposto la maggiore aliquota pari all’1,4% per i contribuenti con reddito imponibile superiore a 29.500 euro. E poi, a partire dal 2011, ha scelto di adottare un’aliquota unica pari all’aliquota di base: 1,23 per cento.

Ora, nel definire il potenziale impatto della reintroduzione dell’addizionale regionale, la giunta ha guardato a quanto accade in Emilia Romagna, Toscana e Lombardia. La Regione guidata da Stefano Bonaccini ha cinque diverse aliquote che vanno dall’1,33% (per redditi fino a 15mila euro) al 2,33% (oltre i 75mila euro); in Toscana si va dall’1,42% (fino a 15mila euro) a 1,73% (oltre 75mila euro); la Lombardia, infine, va dall’1,23% (fino a 15mila euro) all’1,74% (oltre 75mila euro).

Lo scenario

A partire da questo quadro, la Regione Veneto ha da prima calcolato il gettito potenziale che ne sarebbe derivato nel periodo 2010-2019 sulla base dei tre diversi modelli. Si parla di potenziali entrate per le casse di Palazzo Balbi che avrebbero potuto essere pari a oltre 2,93 miliardi di euro (nell’ipotesi di applicazione delle aliquote dell’Emilia Romagna), o di 1,74 miliardi (ipotesi Toscana) o, infine, di 1,34 miliardi (ipotesi Lombardia). Ma più che piangere sul latte versato, qui, non si può fare.

Guardando al futuro, però, due conti sono possibili. Tenendo presente dei diversi meccanismi che regolano le esenzioni, un eventuale ritorno all’addizionale porterebbe, a seconda del modello di aliquote scelte, da 50 euro all’anno di Irpef da pagare (per un imponibile di 5mila euro) a un massimo di 7.970 euro (per un imponibile da 100mila euro). Le diverse combinazioni sono riassunte nella tabella qui sopra.

La scelta

«Sarà il presidente Zaia a decidere» taglia corto l’assessore regionale Calzavara. E quanto all’“apertura” arrivata sulla reintroduzione, aggiunge: «Il mio è un ragionamento di carattere generale. Se mai dovesse essere applicata lo sarà in modo proporzionale e progressivo. Prima cerchiamo di capire i bisogni, poi si deciderà se applicare o meno l’addizionale regionale e, nel caso, a chi e come». Intanto è stato disposto il rinvio del pagamento del bollo auto.

«È una risposta importante per tutte le famiglie che stanno affrontando delle difficoltà economiche legate alla crisi pandemica – conclude Calzavara –. Tutti i versamenti, ricadenti nel periodo tra il primo gennaio e il 30 maggio 2021, potranno essere effettuati entro il 30 giugno 2021, senza incorrere in sanzioni o applicazione di interessi». —

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