Aeroporti veneti modello per il Belgio: «Così Charleroi è raddoppiato»

Centodieci miliardi di contributo diretto al Pil europeo, 510 miliardi di euro di indotto complessivo. Sono solo alcuni dei numeri che mostrano quanto i sistemi aeroportuali rappresentino ormai un valore aggiunto per i Paesi europei tra loro sempre più connessi.
E lo si vede proprio in Belgio dove i passeggeri dell’aeroporto di Charleroi sono più che raddoppiati dal 2009, anno dell’ingresso di Save nel capitale sociale, passando da 3,9 milioni agli 8,2 milioni del 2019 pre-Covid e arrivando nel 2023 a 9,4 milioni, record storico dell’aeroporto.
E inevitabilmente il modello rappresentato dal polo aeroportuale del Nord Est (Venezia, Treviso, Verona e Brescia) è stato al centro delle analisi nel corso dell’incontro “Il sistema aeroportuale italiano: investimenti green, innovazione digitale e qualità del servizio” che si è svolto ieri nella residenza dell’ambasciatore italiano a Bruxelles.
«L’industria del trasporto aereo è fondamentale per lo sviluppo, per l’occupazione e per l’aumento del Pil», spiega Enrico Marchi, presidente di Save, «sia a Venezia che a Charleroi abbiamo investito sulle politiche Esg e qui rappresentiamo un caso di successo di collaborazione tra Italia e Belgio. Siamo infatti orgogliosi di poter gestire con il governo della Vallonia l’asset principale di questa parte importante del Paese. Il nostro è un impegno duraturo, determinato a proseguire gli investimenti orientati trasversalmente verso obiettivi di sostenibilità. In questo contesto, così come in tutti i territori in cui operiamo, un proficuo rapporto pubblico-privato è cruciale per lo sviluppo delle infrastrutture».
All’incontro ha infatti partecipato anche Adrien Dolimont, ministro del Bilancio e delle finanze, aeroporti e infrastrutture sportive della Vallonia che si è detto «molto soddisfatto della crescita dell’aeroporto di Charleroi e anche del rapporto di fiducia e del necessario contributo dell’azionista Save in un momento in cui l’aeroporto ne aveva bisogno». «In futuro», aggiunge Dolimont, «l’aeroporto dovrà tenere conto degli sviluppi tecnologici e avere una solida strategia ambientale che preveda lo sviluppo dell’aeroporto nel rispetto dei residenti locali».
E sul fondamentale fronte ambientale la società che gestisce Charleroi si è impegnata a ridurre del 35% le emissioni di CO2 determinate dall’attività dello scalo entro il 2030, con l’obiettivo di azzerarle totalmente entro il 2050. In particolare, nel 2021, i soci hanno siglato l’impegno triennale che porterà alla certificazione delle Nazioni Unite sui 17 obiettivi di sostenibilità riferiti in maniera integrata ai diversi ambiti dello sviluppo sociale, economico e ambientale. «L’impegno del nostro gruppo», aggiunge Monica Scarpa, ad di Save, «pone le strategie Esg al centro della gestione degli aeroporti del Polo del Nord Est e di Charleroi. La nostra sfida è complessa perché la sostenibilità non è solamente ambientale ma anche sociale ed economica. Abbiamo messo a sistema diversi aeroporti con 36 mila lavoratori tra diretti e indotto. In questo modo possiamo realizzare economie di scala per portare avanti i nostri progetti di sostenibilità».
Sull’efficacia del modello del polo aeroportuale del Nord Est si è soffermato poi il presidente della Regione, Luca Zaia. «In Veneto abbiamo cinque milioni di abitanti e 73 milioni di presenze turistiche che garantiscono 18 miliardi di euro, il 10% del Pil regionale», afferma il governatore, «e questi numeri li facciamo anche grazie al lavoro che Save ha saputo mettere in piedi in tutti questi anni. Per questo possiamo venire qui con il petto gonfio perché una società italiana è venuta a investire qui. E ora è necessario continuare in una politica di investimenti che guardi al futuro, ai velivoli a pilotaggio remoto, ai nuovi droni, all’intelligenza artificiale».
L’appuntamento di ieri ha visto anche la partecipazione di Aeroporti 2030, associazione costituita proprio da Save e Adr che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino. «In un contesto globale sempre più interconnesso» ha detto il presidente Alfonso Celotto, «l’Europa svolge un ruolo cruciale nell’impulso dell’innovazione e i rapporti tra Italia e Belgio sono un esempio di fattiva cooperazione».
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