Agricoltori di nuovo in piazza. «Per andare al cinema? 30 kg di melanzane»
UDINE - L'annunciato impegno di Agea a liquidare a breve i contributi europei, non pare fermare la protesta.
Anche perchè le ragioni sono molte, e non riguardano solo l'operato discutibile dell'Agenza generale per le erogazioni in agricoltura.
Che comunque rappresenta un problema, visto che «gli organismi pagatori non liquidano le spettanze relative alla Pac di circa 180 mila aziende agricole che ormai sono sull'orlo del collasso» ricodano Cia, Confagricoltura e Copagri, le associazioni di rappresentanza del mondo agricolo che hanno proclamato la mobilitazione.
Protesta che si svolgerà il 5 maggio a Roma, Bologna e Catanzaro, con mobilitazioni previste anche in altre città italiane.
Chiedono «oltre allo sblocco immediato dei pagamenti relativi alla Pac 2015, anche risposte a vecchie e irrisolte problematiche, come il peso della burocrazia per le aziende agricole, gli insostenibili prezzi all'origine dei prodotti e l'esorbitante divario tra i prezzi al campo e quelli fatti pagare ai consumatori».
Nel 2003 - affermano gli agricoltori - «scendevamo in piazza per gli stessi identici motivi: sembra tutto fermo, anzi è tutto fermo. Questo immobilismo istituzionale, senza una vera svolta dinamica delle politiche per il settore, può portare alla chiusura di migliaia di attività in breve tempo».
«Oggi, come 13 anni fa - concludono le organizzazioni - una pratica di subentro in un'azienda agricola produce una quantità di carta superiore ai 20 chilogrammi, per ottenere le liquidazioni delle spettanze europee per le produzioni ci vogliono mediamente due anni, e un agricoltore per pagarsi un biglietto del cinema deve vendere 30 chili di melanzane».
«L’agricoltura sta drammaticamente pagando il prezzo della deflazione – osservano il presidente di Confagricoltura Fvg, Claudio Cressati e Fabio Lorenzon della Cia Fvg -. Sono infatti le materie prime agricole, sempre meno valorizzate sul mercato, il termometro di una situazione grave che investe l’economia europea e italiana. Siamo convinti che tutto ciò non sia ineluttabile e che Governo e Regioni abbiano gli strumenti per intervenire e riequilibrare il mercato. Coltivare, allevare, produrre oggi non conviene più; il costo supera le entrate con prezzi così bassi, con le continue promozioni che si scaricano sui produttori e con costi di produzione che, invece, crescono anche a causa dell’imperversare di nuovi adempimenti burocratici».
Questa situazione, ad avviso delle Organizzazioni, va cambiata rapidamente: è ciò che anche gli agricoltori del Fvg sosterranno il 5 maggio con le varie iniziative di sensibilizzazione che hanno programmato.
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