Agsm-Aim con A2A, il Tar Lombardia boccia l'operazione gemella dei lombardi con Aeb

Un’ordinanza del TAR per la Lombardia che, sospendendo la fusione tra AEB e A2A, di fatto dovrebbe mettere la parola “fine” all’opaco percorso di integrazione tra Agsm e la stessa A2A, affermano in una nota a commento i due past presidente di Agsm Sardos e Albertini

E' stata pubblicata un’ordinanza del TAR per la Lombardia che, sospendendo la fusione tra AEB e A2A, di fatto dovrebbe mettere la parola “fine” all’opaco percorso di integrazione tra Agsm e la stessa A2A. I giudici, infatti, rimarcano esplicitamente come l’esperimento di una procedura ad evidenza pubblica costituisca un prerequisito necessario ed essenziale per la selezione di un partner industriale da parte di un gestore di servizi pubblici locali che apra il proprio capitale ad altri soggetti. Lo commentano con una nota Michele Croce, Past President Agsm e Gian Paolo Sardos Albertini, anch'egli ex presidente della multiutility. 

Il Tribunale amministrativo sottolinea anche come gli elementi valorizzati dal piano strategico e dal piano industriale congiunto non siano idonei a giustificare l’infungibilità dell’operatore economico individuato senza confronto competitivo.

"E l’infungibilità, da noi sempre contestata, - affermano nella nota - è anche la supposta ragione fondante della scelta di A2A da parte di Agsm. Siamo soddisfatti di questa pronuncia. E non solo perché nel procedimento lombardo siamo intervenuti “ad adiuvandum” proprio per illustrare ai giudici le tante analogie con quanto sta accadendo tra Agsm Verona-Aim Vicenza e la stessa A2A, ma soprattutto perché ora è davvero imprescindibile, da parte dei vertici di Agsm, l’abbandono di ogni via che non sia quella della gara a evidenza pubblica. Di certo non basta promuovere una consultazione informale come è stato fatto: si tratta di una “foglia di fico” del tutto insufficiente a coprire scelte scellerate che ci si è ostinati a portare avanti anche quando la loro infondatezza dal punto di vista legale era palese".

Ribadiscono e concludono: "L’unica via legalmente percorribile è quella della gara ad evidenza pubblica. I cittadini hanno il diritto di non vedere svenduto in un modo poco trasparente un asset fondamentale a chi, pur di dimensioni rilevanti, non ha alcuna conoscenza del nostro territorio".

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