Al lavoro in agosto, Amorim Cork: «Stop di una settimana al posto delle solite tre»

Carlos Veloso dos Santos, amministratore delegato del colosso mondiale dei tappi di sugero: «Abbiamo venduto 30 milioni di pezzi in meno, ma ora si riparte»
Carlos Veloso dos Santos, amministratore delegato Amorim Cork
Carlos Veloso dos Santos, amministratore delegato Amorim Cork

TREVISO. Il lockdown è costato, fino a questo momento, trenta milioni di tappi di sughero. Sono quelli che Amorim Cork, colosso mondiale del settore con una sede produttiva a Conegliano, non ha prodotto negli scorsi mesi a causa della chiusura di ristoranti, bar e hotel. Ora però il vento è cambiato: Carlos Veloso dos Santos, amministratore delegato Amorim Cork Italia, annuncia un agosto di lavoro.

Fabbrica aperta in estate?

«Sì, ci siamo attrezzati per chiudere solo ed esclusivamente la prossima settimana, mentre gli anni scorsi le settimane di “chiusura”, che comunque garantivano i servizi minimi, erano tre. Abbiamo scaglionato le vacanze dei nostri dipendenti (un centinaio di persone nello stabilimento di Conegliano) perché tutti possano usufruire delle ferie da luglio a settembre, in modo da stare più tranquilli».

Perché questa decisione?

«Le cantine nostre clienti che lavorano con la grande distribuzione sono sempre rimaste aperte, hanno chiuso quelle che lavoravano con l’Horeca ma ora il lavoro è ripartito. Le cantine hanno bisogno di imbottigliare in fretta perché avevano poche scorte o perché hanno avuto richieste all’ultimo momento dai bar e dai ristoranti che sono ripartiti».

Si vede un rimbalzo sul mercato?

«Il mese di aprile abbiamo fatto il 13 per cento in meno rispetto all’anno scorso, a maggio meno 30 per cento, a giugno meno 17, a luglio abbiamo pareggiato il 2019. A partire da allora, la situazione è tornata alla normalità».

Potrebbe essere un effetto scorta in previsione dell’autunno?

«Possibile, anche se noi al momento prevediamo una seconda parte dell’anno simile al 2019, senza alcuna ecatombe, ma pure senza boom di richieste. La situazione non è facile, in questo momento mi trovo in Portogallo e non ci sono persone straniere. Per noi lunedì è stato il primo giorno senza decessi dall’inizio dell’epidemia, la situazione però è sempre rimasta abbastanza contenuta. L’Italia negli ultimi mesi si sta comportando bene. La speranza, anche per noi, è che le persone tornino a viaggiare e a muoversi».

Ha fatto il conto di quanti tappi non avete venduto per colpa del lockdown?

«Ogni anno produciamo, come gruppo, cinque miliardi e mezzo di tappi in sughero, in Italia ne abbiamo venduti 614 milioni. Presumo che il calo a fine anno sarà nell’ordine del 5-10 per cento. In questo preciso momento abbiamo venduto 30 milioni di tappi in meno rispetto all’anno scorso, corrispondono a circa due settimane in meno, non è nemmeno tanto se paragonato al calo che hanno sofferto altre aziende». —

Riproduzione riservata © il Nord Est