Al Museo della Chiave Bianchi 1770 i segreti della sicurezza attraverso i secoli

Oltre duemila pezzi da ammirare in quella che è la collezione più ricca d'Europa nella sede della Keyline Spa a Conegliano. Un mondo di bellezza e tecnologia da scoprire dietro un piccolo oggetto di uso quotidiano

CONEGLIANO (TREVISO). I sumeri inventarono la serratura, i romani indossavano le chiavi a mo’ di anello, nel Rinascimento si puntò sul buon gusto, durante la rivoluzione industriale venne sviluppata la funzionalità, oggi si parla di tecnologia.

Oggetto di uso comune, la chiave è sopravvissuta nei secoli per proteggere gli averi dell’umanità. Porte primitive, caveau a prova di Arsenio Lupin, piccoli tesori domestici o principeschi cofanetti, è l’ingegnoso manufatto di metallo infilato nella serratura a garantire i beni più preziosi.

A Conegliano esiste un museo che racconta nel dettaglio la storia della chiave. Non una collezione qualunque, ma la più ricca d’Europa. Oltre duemila reperti tra chiavi, lucchetti, serrature e macchine duplicatrici spiegano l’evoluzione della sicurezza, attraversando secoli e continenti. Testimonianze di una operosità antica si mettono in mostra accanto alla bottega del fare: non a caso il Museo della Chiave Bianchi 1770 è parte integrante dello stabilimento produttivo di Keyline SpA, azienda leader nel settore della progettazione e produzione di chiavi.

Frutto della passione di Massimo Bianchi, settima generazione della più antica famiglia di produttori di chiavi al mondo, l’allestimento propone una serie di oggetti capaci di aprire il forziere della conoscenza.

Il Museo della chiave Bianchi è un vero e proprio scrigno di saperi.  Nelle teche espositive la chiave si racconta, attraverso una storia ultracentenaria che parla di un saper fare tramandato di padre in figlio. Il museo testimonia, infatti, l’evoluzione tecnologica della chiave nei secoli: chiavi di ogni tipologia e dimensione esaltano l’artigianalità delle mani che le hanno prodotte e descrivono un percorso antico quanto l’antropologico bisogno di mantenere al sicuro beni e segreti.

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Durante la visita la metamorfosi viene scandita da numerosi manufatti. La parte più rara e unica è quella relativa alle macchine duplicatrici. I visitatori hanno la possibilità di scoprire la storia della famiglia Bianchi attraverso testimonianze e documenti, unitamente a quella di un oggetto come la chiave, da sempre nelle tasche degli uomini. La collezione, in continuo divenire, è composta da oggetti semplici, di uso quotidiano, e da altri più preziosi e rari, come un lucchetto iraniano a forma di sole, impreziosito da due rubini e un topazio, oppure le tre chiavi da ciambellano del XIX secolo, di cui una proveniente dalla camera imperiale di Francesco Giuseppe I e della Principessa Sissi, dal Castello di Schönbrunn di Vienna» aggiunge Fedrigo.



Altre latitudini, altre peculiarità. Del continente africano si possono ammirare serrature in legno del Mali e lucchetti Tuareg a decorazione geometrica. Dell’Europa, da cui provengono la maggior parte degli oggetti esposti, sono originari i reperti più antichi della collezione risalenti all’Impero romano. Del continente asiatico sono presenti invece differenti tipologie di lucchetti, molto diffusi in Iran, Cina, Nepal e India. Non mancano infine oggetti di origine americana, tra cui la più piccola macchina duplicatrice in esposizione.



Andando a ritroso si possono osservare le chiavi “a sollevamento perni mobili” di epoca sumera e quelle “alla veneziana” create nel Quattrocento, quindi il passaggio dall’artigianato alla produzione in serie. È un americano, Linus Yale, a dare una svolta a questo settore, grazie all’invenzione della serratura a cilindro, attualmente la più diffusa al mondo. Anche la chiave si è modificata, perfezionata e trasformata con il passare del tempo.

Il Museo della Chiave Bianchi 1770 si può visitare virtualmente, attraverso il sito www.museodellachiave.it: qui si può navigare tra antichi carteggi e pregevoli reperti,  in “Un mondo di chiavi” (la collezione), “la Storia dei Bianchi” (la più longeva dinastia familiare al mondo che dal 1770 opera ininterrottamente nella produzione di chiavi), news e contatti.

La sezione relativa alla collezione parte da un mappamondo, una volta selezionato il continente si possono esplorare alcuni dei manufatti esposti in museo, seguendo un’interessante linea del tempo accompagnata da immagini e descrizioni. In America Latina una rara chiave messicana, in Africa si possono osservare da vicino lucchetti Tuareg e chiavi berbere, dall’Estremo Oriente altri ferrosi marchingegni, tra i quali spicca un curioso lucchetto indiano a forma di antilope.

Museo della  Chiave Bianchi 1770
museo aziendale di Keyline SpA
Via Camillo Bianchi 2

Conegliano

Per informazioni sulle visite
www.museodellachiave.it
oppure 0438.202511



 

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