Andrea Illy: il sogno e la coerenza, così siamo diventati una realtà globale
L’imprenditore del caffè: transizione ecologica sfida epocale. «L’obiettivo di entrare in Borsa riguarda il medio periodo»

Il sogno e la coerenza. Due concetti sviluppati dall’imprenditore Andrea Illy, presidente dell’omonimo gruppo del caffè, nell’intervista rilasciata alla direttrice de Il Piccolo Roberta Giani nell’ambito dell’evento Top 100. Il sogno del fondatore, il nonno di Andrea che, nel 1933 avviò l’attività, e la coerenza, quella che è alla base delle strategie di medio lungo periodo di Illycaffè.
«Dopo 90 anni siamo ancora lì a battere lo stesso chiodo - ha spiegato l’industriale triestino che, a Udine, nella sede del Messaggero Veneto, ha salutato la platea di ospiti con un beneaugurante “mandi” - perchè il nostro sogno continua. Un sogno che è alimentato oggi dalla coerenza in quello che facciamo, perchè solo così si raggiungono i risultati in fatto di materia prima, di rapporti con i fornitori, di tecnologia, come l’espresso a pressione, l’innovazione come il sistema mono porzione. Tanto che oggi il caffè è la merce più globale del mondo, visto che noi siamo presenti in 140 mercati esteri e abbiamo creato l’università del caffè, dove si continua a innovare, giorno per giorno».
Un’azienda globale, Illycaffè, che ha saputo prima di altri aprirsi a risorse esterne alla famiglia. E di questa scelta Andrea Illy è pienamente soddisfatto, anche perchè vede l’accesso al mercato borsistico come un obiettivo di medio periodo. «Noi abbiamo una partnership con un fondo americano - ha dichiarato - . In Italia, invece, ancora oggi due terzi delle imprese sono gestite dalla famiglia che le ha create, all’estero la proporzione è di un terzo e ciò fa grande differenza. Nel nostro Paese siamo attaccati all’azienda come fosse il nostro piccolo regno, ma in realtà il vero padrone è il consumatore, non l’azionista. È il cliente che paga, che ogni giorno compra 8 milioni di tazzine del nostro caffè. Io ritengo che sia utile, per la famiglia, fare un passo indietro, contare di meno nella gestione dell’impresa, proprio per evitare che, prima o poi, i nostri gioielli economici vadano in mani straniere. Abbiamo aperto il capitale, una governance indipendente, su 11 consiglieri solo 2 hanno il nome Illy, e manager esterni professionisti».
Altro tema fondamentale del futuro la transizione ecologica. Per i 100 anni, quindi nel 2033, il target è quello di arrivare a una Illycaffè carbon neutral, che adotti un modello rigenerativo e circolare. «Sono sistemi ultracomplessi - ha rimarcato Andrea Illy - stiamo parlando di una transizione ecologica tout court, non solo energetica. L’agricoltura, per esempio, sarà basata sulla biodiversità piuttosto che sull’agrochimica. In generale dovremo trovare un equilibrio virtuoso, ridurre l’impronta energetica dell’uomo, non riducendo i consumi altrimenti crolla l’economia, ma consumando in modo più efficiente. Tra gli imprenditori questa consapevolezza sta aumentando, ma c’è ancora poca conoscenza, anche perchè abbiamo solo il 50% delle tecnologie necessarie per la transizione ecologica. E poi ci vorranno poderose politiche degli Stati, dall’Europa agli Usa, dalla Cina agli emergenti».
Infine Illy ha elencato quelle che, a suo avviso, sono le potenzialità di Trieste, che potrebbe avere un futuro radioso. «C’è una percentuale di ricercatori tre volte superiore alla media europea - ha concluso - , un vantaggio enorme è rappresentato dal porto, che è un eccellente erogatore di servizi. E poi c’è una qualità della vita eccellente, che anche i turisti stanno cominciando a scoprire. Il turismo è una gemma, dovremmo solo essere un po’ meno chiusi nei confronti degli ospiti».
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