Anna Mareschi Danieli: «Le competenze prevalgano sul genere»

La forza delle donne... «Ma io preferirei cambiare punto di vista e parlare della forza delle competenze. Ancora oggi sembra inusuale che le donne facciamo mestieri importanti o ricoprano ruoli di vertice. Ma se spostiamo l’attenzione dal genere alla competenza, che importanza ha essere uomini o donne?». È un cambiamento culturale quello sollecitato da Anna Mareschi Danieli, vicepresidente di Abs, l’acciaieria del Gruppo Danieli, presidente di Confindustria Udine, sposata, tre figli di cui il più piccolo ha poco più di un anno, secondo la quale «le donne hanno le stesse possibilità di un uomo, il problema è conciliare».
Lei ci riesce?
«Con fatica. Diciamo che per me può essere più agevole perché ho la possibilità di affidare ad altri il compito di occuparsi della casa. Il punto è che se una donna vuole dedicarsi anche alla carriera e raggiungere certi traguardi, deve dedicarsi a questi obiettivi al 95% e deve avere la possibilità, anche economica, di trovare chi si fa carico delle altre incombenze».
Cura della casa, portare i figli a scuola...
«Certo».
Il dedicarsi al lavoro al 95% vale anche per i maschi, però.
«Ancora oggi i compiti di cura ricadono sulle donne. Sono loro che si occupano dei figli, è a loro che la scuola si rivolge per avvisare che il bambino ha la febbre, sono loro che prendono il permesso per stare a casa quando il figlio è malato, sono loro che si occupano dei genitori anziani. E c’è anche un senso di responsabilità, che è tipicamente femminile, che fa sì che ci impegniamo in tutto questo».
Ed è un limite?
«Assolutamente no, è un vantaggio, una marcia in più che fa sì che ci prendiamo cura di ciò che amiamo, e in questo c’è anche il lavoro, le attività che ci siamo scelte, e la famiglia. Il punto è un altro».
Quale?
«La società dà tutto questo per scontato mentre dovrebbe riconoscere il lavoro aggiuntivo e i sacrifici che una donna sostiene per lavorare e avere una famiglia. Dovrebbe essere visto come un di più».
Così non è, e le aziende nel momento della scelta preferiscono gli uomini...
«Un’impresa, che ragiona anche in un’ottica di costi, fa molte valutazioni. Se il lavoro femminile fosse defiscalizzato, il problema non si porrebbe. E poi serve un cambio culturale, tale da far comprendere che avere una famiglia e lavorare è un vanto, e che assumere donne, e madri, è un doppio vantaggio, perché il loro senso di responsabilità è forte».
Cambiamento culturale che nasce?
«In famiglia, e con l’esempio. Se in casa i compiti vengono equamente distribuiti, cresceremo ragazzi e ragazze che guarderanno al merito e non al genere».
Intanto oggi le donne hanno retribuzioni più basse di quelle maschili e le carriere più lente.
«Pesa quel che dicevo prima, i permessi per occuparsi dei figli o dei genitori. Detto questo è intuibile che finché sono gli uomini a decidere, nel momento della scelta tenderanno a propendere per la promozione di colleghi maschi. E torniamo alla cultura del merito, che deve iniziare a prevalere».
Un donna che lavora deve poter contare su servizi che, oggi, sono pensati per modelli di occupazione femminile superati.
«Esattamente. Solo la Danieli ha un nido aziendale che chiude alle 19. Ma se vogliamo agevolare il lavoro delle donne, dobbiamo progettare servizi più aderenti alle necessità».
Poche ragazze optano per le materie Stem. Perché?
«Alle ragazze spesso si chiede di eccellere, ai ragazzi di fare il proprio dovere. Questa spinta credo faccia propendere le ragazze a optare per materie non scientifiche».
Lei ha una laurea in finanza. Non proprio femminile...
«Grazie a mia madre che mi ha spinta a cogliere la sfida».
Tornando a lei, chiamarsi Mareschi Danieli è un vantaggio?
«È un’opportunità che devi saper utilizzare. Avere questo cognome ed essere una donna significa anche dover dimostrare tantissimo e dover vivere un confronto costante con qualcuno di immenso. Non è sempre facile, e l’invidia abbonda...».
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