ApritiModa: il Made in Italy spalanca le sue porte e si mostra in pubblico

Atelier, musei, laboratori, sartorie  da visitare in tredici regioni. In Veneto la seta, i merletti, le scarpe e una borsa speciale. Due location in Friuli-Venezia Giulia

«La moda è una parte rilevantissima dell’arte e della cultura contemporanea. Nel dna della nostra moda sono entrati secoli di bellezza, di conoscenza, di mestieri e di saperi tramandati. Conserviamo da sempre, e lo facciamo benissimo, il nostro patrimonio artistico e architettonico. Ma come Paese abbiamo dedicato poco tempo e attenzione alla contemporaneità.Per questo il Mibact ha creato una Direzione Creatività contemporanea che si occupa anche di moda e design, un settore che rappresenta una grande eccellenza e che attira i talenti dei giovani. Ed è per questo che sosteniamo l’iniziativa ApritiModa, che è destinata a durare nel tempo».

Con queste parole il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini ha salutato la presentazione della quarta edizione di ApritiModa, la rassegna ideata dalla giornalista (veneziana d’origine, milanese di adozione) Cinzia Sasso, che apre letteralmente le porte di un mondo segreto quanto emozionante: le fabbriche, i laboratori, le sartorie dove mani sapienti di artigiani forgiano la bellezza di quel Made in Italy per il quale siamo celebri, ammirati e probabilmente anche invidiati nel mondo.

L’idea di partenza era affascinante ma apparentemente irrealizzabile: perché marchi che si fanno concorrenza sul mercato avrebbero dovuto accettare di partecipare, tutti insieme, a una manifestazione? E invece lo hanno fatto perché la bellezza è il loro patrimonio comune.

Anno dopo anno, ApritiModa è cresciuta: oggi si allarga a 13 regioni, e i luoghi che sabato e domenica apriranno al pubblico sono 70. Tutto nel più rigoroso rispetto della sicurezza. Ogni partecipante ha dato il numero massimo di presenze possibili, gli organizzatori lo hanno ulteriormente ridotto, si entra solo su prenotazione e con tutti i necessari dispositivi di protezione.

L’ingresso è gratuito per tutti gli appuntamenti; la manifestazione si regge infatti sul contributo degli sponsor (tra i quali è entrato anche il Consorzio Prosecco Doc) e il principale è Intesa Sanpaolo: «La moda è uno dei settori trainanti di questo Paese» spiega Pierluigi Monceri, responsabile direzione regionale Lazio, Sardegna, Sicilia, Abruzzo e Molise.

«Valorizzare le eccellenze del Made in Italy e affiancarle nei propri percorsi di crescita è per noi una priorità. Il comparto moda e le filiere produttive collegate hanno vissuto mesi di grande difficoltà; la creazione di partnership tra fornitori, brand, aziende tessili e distributori per promuovere progetti comuni d’investimento potrebbe costituire una leva fondamentale per promuovere l’innovazione nel settore tessile, abbigliamento e accessori e aiutare il comparto a superare la crisi causata dalla pandemia».

Il Veneto partecipa con dieci indirizzi

Bonaudo, dal 1923 leader nella lavorazione di diverse tipologie di pelle, apre la nuovissima sede di Montebello a Vicenza. D’Orica, a Nove, è l’azienda orafa che ha ridato vita alla seta Made in Italy. Dolce & Gabbana a Sarmeola di Rubano hanno aperto nel 2015 un laboratorio dove il fatto a mano e il saper fare italiano vengono tramandati alle nuove generazioni.

A Follina c’è il Lanificio Paoletti, vero gioiello di archeologia industriale. Martina e Sergio Vidal a Burano è scrigno del patrimonio del merletto; a Stra c’è il Museo della Calzatura Villa Foscarini Rossi e sempre tra i musei, che sono new entry nel programma di ApritiModa, si può visitare anche Palazzo Mocenigo, Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo a Venezia.

A Belluno apre Raptus & Rose, atelier in cui i tessuti diventano puro colore mentre, ancora a Venezia, aprono la Sartoria Teatro La Fenice e Tessitura Bevilacqua, dove dal Cinquecento la famiglia Bevilacqua mantiene viva una delle tradizioni più antiche della città e dove in occasione di ApritiModa viene presentata l’inedita Baguette “hand in hand” realizzata in collaborazione con Fendi: un progetto che vede la creazione di venti Baguette, l’iconica borsa disegnata da Silvia Venturini Fendi nel 1997, interamente fatte a mano da venti artigiani, uno per ogni regione d’Italia. Quella di Bevilacqua rappresenta il Veneto.

In Friuli-Venezia Giulia

A Gonars in provincia di Udine Massimo e Cristina realizzano a mano le scarpez (friulane) con copertoni di biciclette, sacchi di iuta e scampoli di tessuto di tutti i tipi: imperdibile appuntamento per vedere dove è come nascono le calzature diventate oggetto del  desiderio più chic: Lis Furlanis.

A Gorizia apre le porte il Museo della moda e delle arti applicate. All’interno delle Case Dornberg, Tasso e Formentini a Borgo Castello – che sovrastano il cuore della città – si trovano incredibili collezioni di abiti, gioielli, guanti e borsette dal ‘700 al ‘900. Una sezione del Museo è dedicata alle attività artigianali della tradizione, dalla bottega del calzolaio al cappellaio fino alla tradizione del merletto a fuselli, prezioso ornamento goriziano del seicento. Righe, quadri e fiori il fil rouge tematico dell’esposizione.

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