Assenteisti e finte malattie, a Nordest 14 mila vigilati speciali

La proposta della padovana Axerta contro i furbetti del cartellino nella Pubblica amministrazione: investigatori privati per stanare le frodi. Nelle aziende già accade e tutela le casse. Perché non anche quelle dello stato?

PADOVA. Il ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia parla di licenziamenti. In Italia, intanto, nell’ultimo anno disponibile, il 2013, 1.274 dipendenti pubblici infedeli hanno guadagnato oltre 6 milioni in nero con un danno oltre che doppio all’erario: la Guardia di finanza ha calcolato sanzioni per 15 milioni.


I furbetti del cartellino a Sanremo sono solo la punta di un iceberg di un mal costume tutto italiano. L’osservatorio nazionale delle investigazioni di Axerta, società con sede a Padova che da mezzo secolo opera per il contrasto alle frodi aziendali, ci dice che, sulla base delle intercettazioni elaborate dal ministero della Giustizia, a Nordest si concentrano circa 14mila “vigilati” pari a circa il 10% dei 141mila "bersagli" complessivi nazionali. Ovvero: soggetti pubblici e privati messi sotto la lente. Di questi, a Nordest, il 92% è sottoposto a controllo telefonico, il 6% ambientale e il 2% a vere e proprie intercettazioni informatiche/telematiche.


Nel biennio 2011-2013 per questa attività di controllo in tutta Italia sono stati destinati 400 milioni che, nell’ultimo biennio 2013-2015, sono stati decurtati del 53%, sotto la soglia dei duecento milioni, perché la normativa ha aperto la strada alla compartecipazione dei privati. Di quest'ultimo stanziamento, a Nordest è stato liquidato l'8% pari a 17 milioni di euro. Il costo medio di ogni singola attività di controllo è 1.190 euro, ma già con l’attribuzione esterna ai privati lo stato ha risparmiato oltre 30 milioni solo a Nordest. “Visto i risultati, proponiamo di sperimentare anche sul versante assenteismo una forma più efficace di controllo dei lavoratori utilizzando la sicurezza complementare e coinvolgendo gli investigatori privati” spiega il presidente di Axerta, Michele Franzè.

“Se il licenziamento nel privato in caso di illeciti è divenuto possibile, nel pubblico impiego resta un fenomeno statisticamente irrilevante, forse per la prassi che prevede l’attivazione di indagini investigative tramite le forze dell’ordine che soffrono già di una critica carenza di uomini e mezzi” continua Franzè. Non solo.

Lo scorso anno, con la sospensione delle attività di visita medica di controllo domiciliare dettata dalla spending review si è registrata una riduzione media di visite fiscali del 32% e di sanzioni nei confronti di “finti malati” per il 37%; ora con il decreto di legge delega a firma del ministro Madia, approvato a luglio, la voce di spesa delle visite fiscali finalizzate ad accertare la malattia del dipendente avrà un fondo di circa 70 milioni a uso esclusivo dell’Inps.  Ma come funzionerà? “I dati Inps – continua il presidente - attestano che la spesa erogata in Italia per i trattamenti legati alle giornate di assenza per malattia da lavoro è scesa del 2,7% rispetto al 2013, per una spesa complessiva poco al di sotto della proibitiva cifra di 2 miliardi di spesa pubblica. Ma ancora non basta perché il danno erariale derivante delle “finte malattie” secondo il nostro osservatorio pesa sulle casse dello Stato e della collettività per un valore annuo stimabile in oltre 400 milioni”.

Axerta è una società investigativa nata dal 1963 e vanta tre divisioni: investigazioni private, finanziarie e scientifiche. Il business segna 4,3 milioni di fatturato per 80 dipendenti. Oltre 8.700 le indagini svolte su tutta Italia dall'agenzia che ha base anche a Roma e Milano e dal 2008 conta su un Osservatorio utile a monitorare il mercato. I clienti sono privati, soprattutto aziende pari all'87% del totale. Quanto a settori, per le indagini formative il 75% riguarda il recupero crediti ma c'è anche un 4% legato ai controlli pre-assunzioni.
 

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