Assoarmatori, appello al Governo: «Fate ripartire le navi da crociera»
VENEZIA. Ennesimo appello al governo di Assarmatori, che raggruppa tutte le grandi compagnie navali, per la ripresa delle crociere. Venezia ha chiuso il primo semestre del 2020 con una riduzione del 99% dei crocieristi. Un vero tracollo per l’home port lagunare che l’anno scorso ha segnato un record di ben 1.617.000 crocieristi in partenza, arrivo o transito.
Il segretario generale di Assarmatori, Alberto Rossi, ieri nel corso di un’audizione davanti alle commissioni congiunte Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato in vista delle discussione del decreto-legge Semplificazioni, ha ribadito che gli armatori, auspicano «che il governo autorizzi in tempi più rapidi possibili il protocollo crociere condiviso con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero della Salute, il Comando Generale, le varie associazioni di categoria e approvato dal Comitato tecnico scientifico».
«Le crociere» ha aggiunto il segretario generale di Assarmatori «sono già partite in Asia e in Germania.
L’Italia non può rimanere indietro». In effetti le prime due crociere con navi di grandi dimensioni hanno mollato gli ormeggi nei giorni scorsi sia in Europa che in Asia: la Mein Schiff 2 partita con circa 1.200 passeggeri a bordo dal porto europeo di Amburgo e la Explorer Dream salpata che dal porto asiatico di Taiwan.
Nel mar Mediterraneo, invece, le crociere non sono ancora ripartite e ogni giorno che passa le perdite in bilancio delle compagnie aumentano. In Italia, tutti gli operatori del settore stanno facendo da settimane pressing sul Governo affinché venga concesso a Costa Crociere e a Msc Crociere di offrire itinerari «lungo le rotte di cabotaggio».
Anche i traghetti sono in forte difficoltà – a Venezia nei primi sei mesi del 2020 il traffico di traghetti passeggeri si è ridotto dell’87% – per le restrizioni ai viaggiatori e alle merci imposte dai vari stati. Durante l’audizione al Senato, Alberto Rossi ha anche sollecitato «aiuti urgenti alle compagnie di navigazione che gestiscono i traghetti sulle Autostrade del Mare e sulle rotte per le isole maggiori e a quelle che garantiscono i collegamenti di corto raggio.
Rossi ha ricordato che «il trasporto marittimo, che è una delle infrastrutture essenziali per il Paese, non si sia mai fermato durante i mesi di lockdown, garantendo la continuità territoriale e il mantenimento della catena logistica indispensabili ai rifornimenti per la popolazione e le imprese».
«Questo sforzo» ha aggiunto «è costato alle aziende del settore perdite operative su base annua fino al 70 per cento del fatturato e finora dal governo non è arrivato alcun indennizzo. Per la vera ripartenza del Paese occorre un aiuto a tutto il comparto del trasporto marittimo di corto e lungo raggio per scongiurare il dissesto dei servizi e l’emergenza occupazionale». —
Riproduzione riservata © il Nord Est