Associazione soci PopVi: proselitismo per "avere peso"

Ventidue fondatori, una strategia ancora non definita, una rappresentanza da conquistare. L'associazione degli azionisti della Popolare di Vicenza è ai blocchi di partenza. Il portavoce: "Il patto di sindacato non è la nostra priorità". Silvio Fortuna verso la presidenza associativa. Ferretto: "Zonin uscirà. E' uomo di parola"

VICENZA. Siamo ancora ai blocchi di partenza. L’associazione dei soci della Banca Popolare di Vicenza, costituitasi il 17 novembre, ha un nome e un portavoce. Ma, oggi, non molto di più.

Il presidente dovrebbe diventare presto Silvio Fortuna, l’imprenditore di Arclinea. Per ora gli aderenti sono 22, i soci fondatori. Ed è caccia agli adepti. Non ancora definita la strategia, non ancora chiaro il peso che si potrà avere nel capitale. Né la posizione da tenere in assemblea, dove ognuno conterà singolarmente, né dopo quando sarà il numero di azioni in tasca a deciderne le sorti.

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“I nostri obiettivi sono espliciti – spiega il portavoce dell’associazione Andrea Beretta Zanoni dello Studio Adacta - esistono fondate preoccupazioni che il percorso che si sta intraprendendo porti a serie e importanti riduzioni del valore delle azioni dei soci e dobbiamo ancora capirne la misura. Oltre una certa soglia, il problema non è più in capo ai soci ma alla banca stessa. Molti soci sono anche clienti ed è presumibile che non lo saranno più se il grado di insoddisfazione aumenta. Questo è il rischio”.


La linea non è quella dell’opposizione ma di capire “in maniera proattiva e nel rispetto di tutti” come “ridurre al minimo l’insoddisfazione dei soci e il danno”. “Il come è da studiare – afferma il portavoce -. L’approccio dei fondatori è trasparente, propositivo e critico”.

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Insomma le partite sul tavolo sono molte, a iniziare dal diritto di recesso, ma l’associazione aspetta di capire su ogni punto come la Banca intende agire e poi si candida come “controparte” per “discutere e suggerire”
Quanto conterà, o vorrebbe contare, non è dato sapere. “Non abbiamo ancora ragionato sui numeri non perché non lo riteniamo importante ma perché ora siamo focalizzati sui contenuti” continua. “Oggi siamo aperti a chiunque: piccoli, medi e grandi. Più soci aderiranno, più grande sarà il nostro peso; e più avremo peso più influiremo sulla banca” aggiunge, spiegando che: “Non escludiamo il patto di sindacato, è la normale evoluzione del ruolo dell’associazione nel tempo ma ora non è la priorità”.


Infine, conclude: “E’ prematuro dire quale sarà la nostra posizione in assemblea”. Con un’unica cer-tezza: “Finché la spa è legge non è oggetto di dibattito”. Insomma: non è un’opzione e non si può scegliere.


“Io sono un modesto azionista della banca ma sono stato sollecitato dagli amici – spiega Giancarlo Ferretto, presidente del gruppo Armes e tra i soci fondatori dell'associazione - il nostro obiettivo è tutelare gli azionisti. E’ una associazione che abbiamo creato non per andare contro l’amministratore delegato né al Cda o al presidente. Vogliamo rivendicare una particolare tutela agli azionisti”. Anche Ferretto spiega che “le strategie sono ancora in fase di definizione. Stiamo iniziando il proselitismo per avere numeri”.


Ferretto dice che l’aumento di capitale da 1,5 miliardi lo sottoscriverà. “Io ho fatto un errore: credere che mentre tutte le banche quotate perdevano in Borsa, la popolare di Vicenza continuasse ad aumentare. Ma anche la Banca ha commesso l’errore di far sottoscrivere azioni quando sapeva che non era quello il suo valore e alla fine aveva anche poste da svalutare”.


Ma ora, dice Ferretto: “Basta piangere sul latte versato, ora bisogna ridurre il danno”. Come? ”Con la possibilità di sottoscrivere capitale a condizioni vantaggiose per diluirne il valore, le potenzialità in questa Banca ci sono – dice - ritengo che nel tempo l’azione ridurrà il danno che ora abbiamo”.


Su Zonin, Ferretto si dice sicuro che si dimetterà “è un uomo di parola” sottolinea mentre il “Cda non può dimettersi sennò si commissaria la Banca” e “quindi anche chi vuole andarsene deve restare per dovere e responsabilità”.

(Eleonora Vallin)
 



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