Ater, con l’Isee sotto i 20 mila euro: l’affitto medio sale da 101 a 138 euro

La legge regionale 39 del 2017 che introduce un nuovo metodo di calcolo dei redditi al fine di determinare il canone degli alloggi di edilizia residenziale pubblica non è scolpita sulla pietra. Per fortuna, si dirà. Tante polemiche e preoccupazioni ha sollevato questa legge da un mese a questa parte, da quando cioè sono scattati gli aumenti degli affitti - che ricadono su famiglie in difficoltà e anziani soli - che l’assessore regionale Manuela Lanzarin ha deciso di metterla in discussione.
Nessuna modifica al momento, bensì l’istituzione di un Nucleo tecnico di analisi (Nta) per ogni Ater provinciale per tutti i casi in cui l’aumento del canone mensile sia almeno del 30% e un tavolo tecnico di monitoraggio regionale che raccoglierà entro il 30 settembre le proposte di modifica alla legge che arriveranno dai nuclei provinciali. I Nuclei saranno coordinati dall’Ater e vedrà la partecipazione su espresso invito dell’ente per l’esame delle pratiche di un rappresentante del Comune interessato. Intanto però si continua ad applicare il canone determinato dalla nuova legge. Ma se emergeranno situazioni che dimostrino l’effettiva incongruenza della legge, i Nuclei potranno proporre modifiche alla Regione entro il 30 settembre. Il fuoco di fila di critiche alla legge 39/17 qualcosa ha smosso, e in qualche modo sarà un processo partecipativo a definire gli eventuali ritocchi alle norme.
La delibera regionale 1180 del 6 agosto riporta per ciascuna provincia veneta il quadro complessivo delle assegnazioni di alloggi Ater. L’ultima graduatoria disponibile è quella del 2017 e per Padova e provincia le domande ammesse risultano 2.910, ma soltanto per 286 di queste è avvenuta l’assegnazione effettiva dell’alloggio, mentre per le altre 2.624 (il 90%) si è aperta la lunga e indefinita fase di attesa. Il nuovo Isee-Erp introdotto dalla legge 39/17 è stato presentato da 6.880 nuclei che abitano in case Ater, di cui 5.975 con reddito inferiore ai 20 mila euro e 905 con reddito superiore a 20 mila euro. In 662 non hanno presentato l’Isee-Erp richiesta e per questi la legge prevede l’applicazione di un’indennità pari al canone massimo di locazione, assimilando di fatto questi casi alla categoria degli occupanti senza titolo.
Con la precedente legge il canone medio mensile era di 101,66 euro con Isee inferiore ai 20 mila euro ed è lievitato a 138,81 dallo scorso luglio. Per chi ha l’Isee oltre i 20 mila euro, invece, si è passati da 223,99 euro mensili a 354. Gli assegnatari che hanno avuto riconosciuta una riduzione del canone sono 1.105 nel padovano sui 7.217 del Veneto. Sui 6.880 nuclei che hanno presentato l’Isee-Erp la fetta più consistente - 2.646 nuclei - paga un canone compreso fra 40 e 100 euro mensili. La seconda fascia più frequente - 1.441 casi - paga un canone tra i 150 e i 200 euro, seguita da quella fra i 250 e i 400 euro mensili che interessa 1.270 nuclei. Soli 17 famiglie pagano il canone minimo mensile di 40 euro e 152 superano i 500 euro mensili. Tra i 662 nuclei che non hanno presentato il nuovo Isee, la situazione è molto diversa. Nessuno di questi paga meno di 150 euro al mese e in 384 pagano oltre 400 euro. Par di capire, quindi, che chi non ha presentato l’Isee corrisponde a chi ha il reddito mediamente più alto.
Il patrimonio mobiliare medio fra chi ha un Isee-Erp al di sotto dei 20 mila euro si attesta poco sopra i 9 mila euro, mentre lievita a oltre 73 mila per chi ha l’Isee oltre i 20 mila euro. Sul fronte del patrimonio mobiliare, invece, la prima categoria si ferma a 1.352 euro, la seconda a 9.753. Un altro dato rilevante: i nuclei composti da una sola persona assegnatari di alloggi Ater sono 5.894, di cui 1.301 anziani con più di 75 anni. —
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