Atlantia soffre in Borsa dopo l'affondo di Conte ma cerca l'accordo
MILANO. Giornata difficile per Atlantia a Piazza Affari (-2,49%) con il titolo del gruppo infrastrutturale penalizzato dalle parole del premier Giuseppe Conte sulla ormai prossima chiusura del dossier Autostrade per l’Italia, aperto ormai da quasi due anni.
Se dal gruppo ha messo sul tavolo indennizzi, investimenti e tagli di tariffe purchè la concessione rimanga in capo ad Aspi, con una successiva uscita della società dall’orbita di Atlantia, che ha come primo socio Edizione Holding della famiglia Benetton, il premier ieri ha gettato acqua ghiacciata sulla trattativa parlando di una proposta inaccettabile.
La partita, particolarmente complicata, intreccia più piani: da un lato ci sono le trattative con il governo, dove le varie anime dell’esecutivo hanno posizioni diverse sul dossier; dall’altro ci sono quelle per far entrare nel capitale di Autostrade soggetti più graditi, come F2i, che sarebbe pronta, con un nuovo fondo in cui investiranno anche fondazioni e casse pensionistiche, a rilevare la maggioranza di Aspi. Il fattore tempo non permette però di continuare a lungo questo stallo: o ci sarà un accordo entro il 30 giugno o il rischio è che la sfida si sposti sul piano legale, con Atlantia che può chiedere la risoluzione della concessione (e il relativo maxi indennizzo) alla luce delle modifiche peggiorative introdotto dal Decreto Milleproroghe.
«Prendiamo atto delle parole del premier», commenta laconica all’AGI una fonte vicina alla società infrastrutturale, in attesa dei nuovi cda di Autostrade ed Atlantia.
«Tutte le proposte fatte - viene notato - sono state ritenute inaccettabili. Evidentemente c’è una divergenza profonda su come Aspi vede se stessa e come la vede il governo. I manager del gruppo hanno sempre dichiarato la loro disponibilità ad arrivare a un accordo, ma se il premier dice che non c’è verso ne prendiamo atto».
La trattativa sembra comunque destinata a durare anche nei prossimi giorni, per provare, in questo ultimo scampolo disponibile, a trovare un’intesa che sancisca il superamento dell’impasse che si trascina da mesi; a sbloccare le discussioni potrebbe essere proprio un ingresso di F2i, in tandem con la Cassa depositi e prestiti.
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