Aumento di capitale Cattolica: nel consorzio di garanzia Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Goldman Sachs

L'aumento è subordinato all'autorizzazione della Consob alla pubblicazione del prospetto, per il quale sono in corso le interlocuzioni con l'authority e che dovrà offrire agli investitori (nell'azionariato di Cattolica ci sono tanti piccoli risparmiatori) un quadro chiaro dei rischi collegati alla sottoscrizione delle azioni

VERONA. Cattolica sta lavorando alla definizione del consorzio di garanzia per l'aumento di capitale da 200 milioni di euro, a completamento del piano di ricapitalizzazione da mezzo miliardo che ha già visto le Generali sottoscrivere un aumento riservato da 300 milioni. Il pool di banche al lavoro sull'operazione, a quanto si apprende, è composto da Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Goldman Sachs.

Quella di un rapido completamento dell'aumento è una delle richieste che l'Ivass ha formulato a Cattolica, all'esito di una ispezione che si è conclusa con la denuncia di gravi carenze nella governance e nella gestione dei rischi della compagnia, a cui è stato imposto un profondo ricambio del consiglio di amministrazione.

L'aumento è subordinato all'autorizzazione della Consob alla pubblicazione del prospetto, per il quale sono in corso le interlocuzioni con l'authority e che dovrà offrire agli investitori (nell'azionariato di Cattolica ci sono tanti piccoli risparmiatori) un quadro chiaro dei rischi collegati alla sottoscrizione delle azioni, essi stessi in divenire alla luce delle complesse vicende che stanno coinvolgendo la compagnia.

I tempi al momento non sono chiari, anche se l'operazione non appare destinata a decollare nell'immediato al punto che qualcuno, tra gli addetti ai lavori, ipotizza aprile per l'approdo sul mercato. Intanto giovedì prossimo Cattolica tornerà a riunire il Cda per proseguire nella predisposizione del piano di rimedi chiesto dall'Ivass, affidato all'ad Carlo Ferraresi, e discutere dell'individuazione dell'head hunter a cui affidare il compito di individuare i profili da inserire nella lista del cda per il rinnovo del consiglio che avverrà a valle della trasformazione in Spa, l'1 aprile. Tra i nodi che Ferraresi è chiamato a sciogliere c'è il contenzioso sulla jv nella bancassicurazione con Banco Bpm, che l'istituto guidato da Giuseppe Castagna ha chiesto di riacquistare a prezzi più che dimezzati rispetto a quanto incassato nel 2017 da Cattolica, appellandosi al cambio di controllo seguito dell'ingresso delle Generali. Le parti stanno dialogando intensamente con l'obiettivo di evitare un arbitrato. In Borsa il titolo ha chiuso in rialzo dello 0,5% a 4,14 euro.

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