Autotrasporto, in Austria il salario minimo. Confapi Fvg "Solo noi stiamo a guardare"
UDINE. Dopo la Germania anche l’Austria ha introdotto il salario minimo per i conducenti di veicoli esteri che trasportano merci su strada: una misura che garantisce l’osservanza di livelli retributivi del personale viaggiante in linea con quelli praticati all’interno del Paese ospitante.
Per l’Austria il livello minimo è fissato per legge dal 2011, ora la sua applicazione è estesa anche ai conducenti esteri che eseguono trasporti interni, esclusi quelli in transito come pure, a differenza della Germania, i trasporti di destino.
Una novità questa, rispetto alla situazione italiana, che ha destato la Confapi del Friuli Venezia Giulia. L'associazione rileva come dal 2004 l’Unione Europea abbia quasi liberalizzato il mercato interno dell’autotrasporto “ma senza aver prima almeno ravvicinato le economie e i redditi dei Paesi di nuova adesione (dell’Est) a quelli della “vecchia” Europa a 15 - spiega il vicepresidente dell’associazione Piccole e Medie Industrie del Fvg Bernardino Ceccarelli -; in secondo luogo, mentre Germania, Austria, Francia, Belgio e la stessa Ungheria adottano misure tangibili e anche preventive per contrastare il dumping sociale e la concorrenza sleale, la sola misura assunta dall’Italia consiste nell’inversione dell’onere della prova a carico del conducente del veicolo estero quando, in sede di controllo, vine riscontrata un’incompatibilità fra le registrazioni del tachigrafo e la documentazione presente a bordo del veicolo”.
L’Italia, dunque, ignora questa forma di dumping sociale, “e quel po’ che fa lo fa dipendere dai controlli su strada. Ma - continua Ceccarelli - l’esperienza insegna che questi non sono un deterrente, perché insufficienti e non proporzionati ai flussi di traffico che transitano nel Nordest”. Come già proposto a livello locale e nazionale da Confapi Fvg, “è tempo che sia l’Italia ad adottare autonomamente misure simili e che la Regione Friuli Venezia Giulia se ne faccia interprete, senza attendere interventi di riequilibrio dall’Unione europea che non verranno mai”.
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