Azionisti associati Banca Popolare di Vicenza: «No alla spa»
VICENZA. Un «no secco» alla quotazione in Borsa, dismissioni di edifici e beni di proprietà per introitare fondi e suddivisione dell'attuale banca in quattro asset diversi, di cui tre da mettere in vendita a disposizione del mercato: sono i principali «passaggi» resi noti dagli Azionisti Associati Banca Popolare di Vicenza, durante la presentazione di un loro Piano Industriale alternativo alla trasformazione dell'istituto in Spa.
Il piano prevede anche il possibile ingresso nel pacchetto societario di banche straniere, in particolare giapponesi e cinesi, interessati ad entrare nella finanza italiana.
La presentazione è stata al centro di un incontro, a cui hanno partecipato circa 500 soci, organizzato a Vicenza dall'associazione «Noi che credevamo nella banca popolare di Vicenza», con l'adesione di Parrocchia Natività di Maria Don Enrico Torta, Azionisti Associati Banca Popolare di Vicenza, Confedercontribuenti Veneto, Codacons e altre associazioni.
La presentazione del piano definito dai proponenti «alternativo» a quello della Banca - quest'ultimo al centro dell'assemblea di sabato 5 marzo a Gambellara (Vicenza ) -, segue il corteo di protesta della stessa associazione, andato in scenanelle vie del centro storico cittadino.
Si sono alternati sul palco il relatore Fabio Lugano, affiancato dall'analista finanziario Alfonso Scarano e dall'avvocato Andrea Filippini, cui sono seguiti altri interventi.
L'incontro si è concluso dopo circa tre e mezzo ed è stato caratterizzato anche dalle diverse domande del pubblico.
Prima dell'inizio è stata celebrata con una messa, officiata da don Enrico Torta, e dalla «preghiera per le vittime e le persone che soffrono e piangono a causa delle banche», come recitava il volantino di promozione.
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