Banca di Vicenza: sono 1.450 i soci friulani che non vedranno un euro

Vecchi azionisti della Popolare Udinese che hanno acquistato prima del 2007. In 7.700 rientrano nel novero dei rimborsabili, ma molti rinunceranno
Udine 07 maggio 2016.Assemblea federconsumatori presso il Palaindoor di Paderno..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Udine 07 maggio 2016.Assemblea federconsumatori presso il Palaindoor di Paderno..Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

UDINE. Sono 1.450 gli azionisti friulani di Banca Popolare di Vicenza che non vedranno un euro di rimborso. Sono tagliati fuori dalla proposta di transazione (9 euro per ciascun titolo in loro possesso) in quanto gli acquisti dei pacchetti li hanno effettuati prima del 2007, anno scelto come spartiacque dalla banca per dividere chi ha diritto ai rimborsi e chi no. Si tratta di vecchi soci della Popolare Udinese, persone spesso avanti con gli anni o che hanno ricevuto quel gruzzoletto in eredità o per una donazione di qualche familiare, parente o conoscente.

Oltre ai 1.450 che, se non cambieranno le regole, non potranno nemmeno accontentarsi della “consolazione” di quei 9 euro per azione, ci sono altri 2 mila friulani che hanno acquistato i titoli sia prima sia dopo il 2007.

Per loro dunque (anche in questo caso si tratta di clienti storici della Popolare Udinese, assorbita da Vicenza a metà degli anni Novanta, ndr) solo un eventuale ristoro parziale, che dipenderà dalla consistenza della cifra investita entro gli ultimi 10 anni. In 7.700, invece, rientrano a pieno diritto nel novero dei potenziali rimborsabili, semprechè accettino le condizioni poste dall’istituto.

Il resto dei circa 12.500 soci residenti in Friuli Venezia Giulia (quasi tutti nelle province di Udine e Pordenone), vale a dire poco più di 1.300, sono società o aziende, quindi esclusi a priori dai risarcimenti per le perdite dovute al crollo del valore delle azioni, passato dal massimo di 62,5 euro a 10 centesimi in poco più di sei mesi.

Il quadro, con le cifre dei coinvolti nel crac, è emerso nel corso di un vertice tra i dirigenti della banca e le associazioni dei consumatori. Ieri è stata la volta del confronto tra la presidente regionale di Federconsumatori, l’avvocato Barbara Puschiasis, il presidente di BpVi Gianni Mion e i manager dell’istituto berico. Riunioni fruttuose per BpVi perchè tutte le associazioni di tutela hanno dimostrato di voler collaborare per trovare una soluzione che possa essere soddisfacente.

Tutte tranne una No profit veneta, “Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza”, che avrebbe manifestato il proprio netto dissenso. Mion e i manager di BpVi hanno messo sul piatto della trattativa i famosi 30 milioni di euro (tra Vicenza e Montebelluna il budget complessivo per i ristori è di circa 600 milioni) per risolvere i casi più gravi di indigenza causa perdita finanziaria e quelli relativi a soci invalidi o malati. Sarà necessario individuare criteri oggettivi per i rimborsi a favore di queste persone. Nemmeno loro riavranno indietro tutto l’ammontare dell’investimento, ma si punterà a una somma ben superiore ai 9 euro per azione.

«Le violazioni più evidenti del rapporto di fiducia tra cliente e banca e le perdite più pesanti dovrebbero essere risarcite in maniera differenziata - spiega la presidente di Federconsumatori Fvg Puschiasis -. Inoltre chiediamo con forza che tutti i soci friulani, quindi anche quelli storici della Popolare Udinese che detenevano pacchetti di azioni prima del 2007, rientrino nella possibilità di ottenere un ristoro del danno. Noi siamo aperti al dialogo, ma certo non arretriamo dalle nostre posizioni».

Molti soci che si sono rivolti agli sportelli di Federconsumatori (a Udine e in provincia) hanno già dichiarato che non intendono sottoscrivere la transazione. «Non accettiamo l’elemosina - dice sconsolato più di qualcuno -, nè faremo causa».

Alcuni invece opteranno per avere subito i 9 euro per azione, anche se al momento sono un’esigua minoranza. Accettare la transazione, come è noto, prevede la rinuncia alla costituzione di parte civile in un eventuale processo pure nei confronti dell’ex padre padrone di BpVi, Gianni Zonin, nel caso in cui ci sia il suo rinvio a giudizio.

C’è tempo comunque fino al 15 marzo per prendere una decisione definitiva su questo fronte. Alla sede centrale di Pop Vicenza sono arrivati fino a oggi circa 10 mila reclami, il 60 per cento dei quali fanno capo a Federconsumatori e, nello specifico, ben 2.500 sono le pratiche gestite da Federconsumatori del Friuli Venezia Giulia. I restanti reclami sono quasi “polverizzati” in una dozzina di altre associazioni di tutela, tra cui Codacons, Aduc e Adusbef.

Intanto prosegue l’attività di informazione di Federconsumatori Fvg. Sabato 28 gennaio nel palasport “Ovidio Bernes” di via Del Maglio nella frazione di Paderno a Udine, si svolgerà l’assemblea dei soci delle ex Popolari venete. E’ il primo appuntamento regionale dopo quello del maggio scorso, ai tempi del mancato ingresso in Borsa di Vb e BpVi, che scatenò forti proteste da parte dei risparmiatori.

Il 28 gennaio saranno rappresentate le azioni sino a ora avviate dall’associazione nonché le future e verranno illustrate le due differenti (ma sostanzialmente simili) offerte di transazione presentate il 9 gennaio da Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca al fine di permettere a tutti di avere gli strumenti per valutare quali scelte adottare in ciascuna singola situazione.

Per questioni organizzative e di sicurezza verranno tenute due riunioni nella mattinata del 28 gennaio, la prima con inizio alle 9.30 (e ingresso alle 9.15) dove avranno accesso tutti coloro i cui cognomi iniziano con le lettere da A a K e la seconda con inizio alle 11.15 (e ingresso alle 11) alla quale avranno accesso tutti coloro i cui cognomi iniziano con le lettere da L a Z.

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