Banca Ifis, cala l'utile nei nove mesi sotto il peso di oneri straordinari

Cresce invece il profitto nel terzo semestre di +50,6%. L'ad Bossi: "Grandi soddisfazioni nel mercato dei crediti deteriorati". Cresce il patrimomio della banca di Mestre di oltre il 2%

Nel terzo trimestre l'utile netto di Banca Ifis è salito del 50,6% a 27,1 milioni di euro verso un anno prima, mentre nei nove mesi è sceso del 555,5% a 66,3 milioni di euro. Il calo, ha spiegato la banca, è legato a oneri straordinari e maggiori utili da cessione un anno prima legati al riassetto del portafoglio titoli di debito.

Il Cet1 a fine settembre era pari al 15,8% (uguale percentuale a fine dicembre 2015) e il risultato netto della gestione finanziaria è sceso del 28,5% a 218,2 milioni. Le sofferenze nette sono salite del 3,2% a 31,9 milioni e il patrimonio netto è cresciuto del 2,3% a 586,6 milioni.

L'amministratore delegato Giovanni Bossi ha rilevato "grande soddisfazione dal settore dei Non-Performing Loans, che mostra una forte capacità di cogliere le opportunità in un mercato in continua evoluzione. Nel settore dei crediti deteriorati e' importante adottare velocemente soluzioni innovative, riuscendo a mantenere efficienza nell'intero processo". Bossi ha aggiunto che "nel settore del credito commerciale, core business storico dell'istituto, continua la strategia di rifocalizzazione verso segmenti dimensionali più piccoli ma più redditizi, con un numero di imprese in forte espansione. Siamo in attesa dell'autorizzazione da parte delle Autorita' di Vigilanza per il completamento dell'operazione di acquisizione di GE Capital Interbanca. Le analisi per la corretta integrazione sono a buon punto: riteniamo di poter esprimere efficienza sin dalla data del closing".

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