Banche Popolari, Zaia distingue: "No al fondo risparmiatori"
Se ne occuperà Veneto Sviluppo ma sarà solo per le imprese in difficoltà perchè "tradite". Un fondo ad hoc, spiega Zaia, sarebbe stato aiuto di Stato. E, dati i 205 mila azionisti, sarebbe costato tra i sei e i sette miliardi
VENEZIA. A poche settimane dal lancio dell'idea di un fondo salva risparmiatorì per gli azionisti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza traditi, da Palazzo Balbi arriva una precisazione.
E' il presidente del Veneto, Luca Zaia, a spiegare che il fondo la Regione "può farlo solo per le imprese in difficoltà, non per il singolo cittadino". "Andare a promettere ai cittadini - ha proseguito - che saranno ristorati dalle perdite è sbagliato: Veneto Sviluppo è vigilato dalla Banca d'Italia e creare un fondo ad hoc per i risparmiatori risulterebbe troppo su misurà, quasi aiuto di Stato. Ecco perché il fronte su cui possiamo lavorare è solo quello degli aiuti alle imprese. E l'idea è quella di utilizzare Veneto Sviluppo, prevedendo che le aziende in difficoltà possano avere una corsia preferenziale".
Ad escludere il ristoro delle perdite ai 205.000 azionisti, evidenzia Zaia, è anche una questione di pura matematica finanziaria. "Se si sommano i 98 milioni di azioni emesse da Popolare di Vicenza ai 122 milioni di Veneto Banca, si capisce che, attribuendo il valore anche di pochi euro a ciascuna di esse, si arriva facilmente a sei-sette miliardi di valore perso: una cifra che, allo stato delle cose, nessuno può riuscire a trovare".
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