Banda ultra larga: 315 milioni per la rete veneta
E' stato approvato ieri l'accordo Stato-Regioni per la ripartizione dei primi 3 miliardi di euro per portare i 100Mbps al 85% del territorio e i 30Mbps al 100% entro il 2020. Come prevede l'agenda digitale europea.
Per il territorio del Veneto ci sono subito 315 milioni di euro per i primi interventi nelle aree bianche a fallimento di mercato.
L'accordo quadro per lo sviluppo della banda ultra larga sul territorio nazionale, in approvazione oggi nella Conferenza Stato-Regioni, prevede un'assegnazione al Veneto di oltre 315 milioni di euro rispetto ad una disponibilità complessiva di quasi 1,6 miliardi di euro. ha confermato l'assessore regionale Roberto Marcato che ha partecipato ai lavori della commissione che, con le altre Regioni, ha completato l'esame del testo sottoposto all'approvazione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e della Stato-Regioni.
Il testo dell'accordo prevede che il Governo attivi un'apposita cabina di regia per il coordinamento di tutte le attività connesse all'attuazione dei piani di infrastrutturazione. «L'estensione dell'infrastrutturazione a banda ultra larga - aggiunge Marcato - rappresenta un volano importante per la crescita del Veneto. La Regione punta molto su questa partita e grazie anche a queste ulteriori risorse si riusciranno a coprire altre aree del nostro territorio portando così i servizi di connettività veloce a un numero sempre maggiore di cittadini ed imprese venete. Abbiamo ottenuto un grande risultato, soprattutto perché siamo riusciti a far comprendere la portata dell'intervento per il nostro territorio».
La banda ultra larga arriverà in 7.300 comuni delle aree a ’fallimento di mercato', dove i privati non investono. L’intesa, ha affermato il ministro per gli Affari regionali, Enrico Costa, «consente di avviare un percorso di innovazione: un avvio storico e uno straordinario esempio di collaborazione tra Stato e Regioni». Soddisfatto anche il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli: «È la prima volta dal punto di vista istituzionale che c’è una strategia nazionale per la banda ultra larga. Fino ad ora c’era stata una somma di piani regionali, ed era il rimprovero principale dell’Europa». «Entro poco tempo avremmo una connettività a livello europeo: già oggi È molto cresciuta - ha sottolineato ancora - ed entro il 2020 vorremmo che la banda ultra larga fosse una realtà diffusa nella maggioranza del Paese». La rete, è stato poi spiegato, rimarrà pubblica (di proprietà dello Stato e delle Regioni) e la società Infratel agirà in qualità di soggetto attuatore degli interventi previsti dall’accordo.
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