Benedetti sulla Confindustria del Nordest: «Alleanze sempre utili, ma va completato prima il percorso avviato in Fvg»
Così il presidente del Gruppo Danieli sul progetto di aggregazione degli industriali
UDINE. «Le alleanze? Utili, sempre. Tanto più forti quanto più sono coerenti. Attendevo, prima di quella a Nordest, l’aggregazione in Friuli Venezia Giulia, un obiettivo non ancora raggiunto». È la considerazione Gianpietro Benedetti, presidente del Gruppo Danieli, dopo l’annuncio dell’avvio del percorso per la Confindustria del Nordest.
Presidente, si sono gettate le basi per la nascita della Confindustria del Nordest. Che ne pensa del progetto?
«Un fatto positivo».
Mi par di intuire un “ma”...
«Nessun “ma”, casomai un “e anche”. Ovvero, considerato che le alleanze, le aggregazioni, soprattutto se si hanno obiettivi comuni, sono positive, allora il presupposto sarebbe iniziare “in casa”. Penso al percorso di unificazione in Friuli Venezia Giulia che, se pure partito, non è ancora stato concluso. Secondo me è da qui che bisognerebbe partire per poi allargarsi al “pentagono”. Non farlo potrebbe essere indicazione di una certa debolezza. Se è una regione che si muove, è più compatta, strutturata e più efficace».
Termine che non usa a caso, quello di “pentagono”.
«È la Fondazione Nord Est che ha coniato questa definizione, le regioni del “pentagono dello sviluppo” riconoscendo un’area a forte capacità trainante, sotto il profilo economico, che ha caratteristiche comuni e anche peculiarità. Arrivare a forme di collaborazione più articolate in questi territori è ovviamente molto utile, e Confindustria può avere un ruolo in questo. Ma prima, ripeto, bisognerebbe mettere a posto le cose in casa. Vale per il Fvg, ma vale anche per il Veneto, e in seguito avviare un confronto sui termini delle collaborazioni, coinvolgendo i gruppi produttivi e delineando percorsi e obiettivi».
Una Confindustria del Nordest potrebbe servire per pesare a Roma o darebbe vantaggio al sistema?
«Occorre trovare una visione e un progetto che abbia un comune denominatore e che dia vantaggio al territorio. In Fvg il progetto della Confindustria unica era finalizzato ad avere un solo interlocutore, e autorevole del mondo industriale, per interloquire con la Regione. Se un soggetto aggregativo nasce a Nordest, l’interlocutore naturale sarà Roma. Ma perché non rimanga solo un’idea, deve avere un denominatore comune e un elenco di questioni altrettanto precise».
Che cosa serve alle imprese del Nordest?
«Un ambiente più snello, un interfaccia con l’amministrazione pubblica che condivida gli obiettivi delle aziende, obiettivi che si traducano in un valore aggiunto per la società tale da contribuire a sostenere il welfare. Oggi mi pare che si inizi a comprendere che senza valore aggiunto è difficile sostenere un social welfare di livello. Mi auguro che oggi che l’Europa chiede riforme in cambio di risorse, ci sia un cambio di passo, che si generi un ambiente più amichevole e che la Pa diventi partner, e non solo “controparte” delle imprese».
e.delgiudice@gnn.it
Riproduzione riservata © il Nord Est