Biomedicale del Fvg in crescita: il business vale un miliardo

Il settore nella regione più orientale del Paese conta 150 imprese che impiegano complessivamente 5 mila persone. con 150 imprese che impiegano circa cinquemila persone. Trieste è il cuore della più grande concentrazione di operatori nel settore

Piercarlo Fiumanò
Laboratorio di un’industria biomedicale
Laboratorio di un’industria biomedicale

Il peso del settore biomedicale in Friuli Venezia Giulia è di quasi un miliardo di fatturato con 150 imprese che impiegano circa cinquemila persone. Trieste è il cuore della più grande concentrazione di operatori nel settore, vantando la percentuale relativa più alta di “imprese innovative” e una posizione geografica strategica a livello internazionale.

L’ultima edizione di EuroBioHighTech 2024 che si è svolta a Trieste ha affrontato le applicazioni dell’intelligenza artificiale nei settori biomedicale, Biotech e Bio Information Technology. Un evento cui hanno partecipato più di 20 aziende del settore, tra micro, piccole e medie con le due università di Trieste e Udine e quattro enti di ricerca e di trasferimento tecnologico. Un forum che è servito a chiarire le applicazioni industriali dell’Ai che queste aziende, provenienti dal Nord Est ma anche delle regioni dell’Alpe Adria (Austria, Croazia, Slovenia), stanno sviluppando nei loro prodotti e servizi.

Regista di tutto il movimento è il triestino Diego Bravar, un pioniere del biomedicale nonché vicepresidente di Confindustria Alto Adriatico. Bravar nel 1987 ha fondato la prima grande azienda del settore, Ital Tbs poi divenuta Tbs Group e rivenduta a un fondo privato.

Oggi l’imprenditore è fondatore e presidente di Biovalley Investments Partner, holding industriale specializzata nella ricerca, commercializzazione e vendita di farmaci orfani ed in investimenti in società innovative operanti nei mercati delle tecnologie avanzate per la medicina, scienza della vita e digitale: «Da EuroBioHighTech 2024 è emersa la necessità da parte degli imprenditori, in questo periodo di grande cambiamento, di essere coraggiosi con la convinzione che solo lavorando in team saremo in grado di affrontare le nuove sfide tecnologiche, anche e soprattutto in progetti che aggreghino le micro e piccole aziende innovative con quelle di dimensioni media e grande. Tutti, infatti, sentono la necessità di non essere soli, nell’affrontare in periodi di cambiamento temporali sempre più limitati, lo sviluppo sperimentale delle tecnologie dell’intelligenza artificiale nel settore della Salute».

Il fatturato del mercato dell’intelligenza artificiale crescerà nei prossimi 10 anni da circa 50 a circa 1.200 miliardi a livello internazionale: «È evidente che questa nuova rivoluzione industriale andrà ad incidere significativamente in positivo o negativo, sull’andamento delle aziende, a seconda dei loro comportamenti, ma anche in quelli degli altri stakeholder del territorio».

L’Ai ad esempio può agevolare le prenotazioni per gli esami medici che oggi costringono i pazienti a lunghe attese a causa dei centralini intasati. Sempre più laboratori e case di cura private ricorrono già a software basati sull'intelligenza artificiale. 

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