Birra, la catena Doppio Malto scommette su Veneto e Friuli

Quartier generale a Erba ma locali aperti o in via di apertura in varie regioni Fatturato 2022 previsto  in ascesa a 55-60 milioni
Alessandro Michielli

VENEZIA. Fari puntati sul Triveneto per Doppio Malto, catena di ristoranti/birrerie italiani parte del Gruppo Foodbrand Spa. Doppio Malto, che prende il nome dallo storico birrificio fondato ad Erba (Como) nel 2004 ed acquisito da Foodbrand nel 2016, nonostante la pandemia ha continuato ad investire anche nel 2020, aprendo locali in Italia e all’estero, con la volontà di sviluppare un nuovo business nella ristorazione italiana basato sulla birra artigianale di qualità.

Oggi Doppio Malto conta 22 locali, di cui cinque aperti nel Nordest Italia - Verona, Trieste, Udine, Marcon, Fiume Veneto -, un fatturato pari a 22 milioni di euro nel 2020, in crescita rispetto al 2019 chiuso a quota 16 milioni, grazie al piano di sviluppo che ha portato all’apertura di sei nuovi ristoranti nell’anno della pandemia.

E proprio il Triveneto rappresenta una terra fertile per i prossimi investimenti, che secondo le previsioni porteranno a raggiungere un fatturato pari a 55-60 milioni di euro già nel 2022: «Nel Triveneto abbiamo cinque locali grazie recentissima apertura di Udine – afferma Giovanni Porcu, ceo di Foodbrand Spa -. Nel 2021 apriremo altri 10 locali in Italia e all’estero e tra i successivi investimenti posso dire che il faro è puntato forte sul Triveneto e sul Friuli in particolare, dove il consumo della birra è molto alto e dove il nostro concept piace».

Come nasce Doppio Malto?

«Dopo aver partecipato allo sviluppo del brand Old Wild West, con l’apertura di vari locali come affiliato, nel 2015 ho deciso di sviluppare marchi di nostra proprietà. Abbiamo acquisito il birrificio Doppio Malto, mantenendo i mastri birrai all’interno ed abbiamo sviluppato attorno al prodotto la dimensione retail, quindi i locali».

In che modo funziona la distribuzione del vostro prodotto?

«Siamo una fabbrica di birra con un innovativo canale distributivo che è quello dei locali. Horeca di proprietà, questo è il concetto: anziché rifornire altri locali o ristoranti, ci siamo costruiti la nostra catena. Infatti, la nostra birra è presente solo nei ristoranti Doppio Malto e a breve sarà nella Gdo».

Oltre ai locali, state investendo anche sugli stabilimenti produttivi?

«Sì, non abbiamo mai smesso di investire. A breve sarà attiva una nuova fabbrica di birra in Sardegna. Uno stabilimento di circa 5 mila metri quadri, con una capacità produttiva a pieno regime di 5/6 milioni di litri l’anno».

Prevede l’ingresso di investitori nel capitale della società?

«Io sono il proprietario unico del gruppo, non ci sono club deal o fondi di private equity. Il mondo bancario storico ci supporta, riusciamo a gestire serenamente tutto senza il supporto di terzi. In futuro qualche investitore potrebbe entrare, ma al momento non ho nessun dossier sul tavolo e non è di mio interesse». —




 

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