Blocchi al Brennero, zavorra per l’export: «E c’è anche il ritardo del traforo ferroviario»

Una settimana di tensione sull’autostrada verso il Nord Europa

ma c’è più fiducia dopo l’appoggio della Germania alle richieste italiane

Nicola Brillo

Nel braccio di ferro tra Italia e Austria sul passaggio dei Tir al Brennero, il nostro Paese ha ora un alleato “di peso”. Una situazione che fino ad oggi ha messo in grande difficoltà il mondo del trasporto su gomma, in particolare del Nordest, sembra destinata a cambiare. Al Consiglio dei ministri dei trasporti europei, svoltosi a Lussemburgo, a fianco dell’Italia si è infatti schierata la Germania (e con loro Repubblica Ceca, Lituania, Romania, Olanda, Bulgaria).

«La situazione al Brennero è drammatica, abbiamo code di 50 chilometri in Baviera - ha dichiarato il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing -. Dobbiamo tutelare ambiente e trasporti, è venuto il momento di fare qualcosa».

L'Italia è pronta ad attivare la procedura di infrazione contro il Paese confinante. L’Austria e il land del Tirolo introducono numerosi divieti per il passaggio dei tir nel loro territorio. Si tratta di limitazioni “a scacchiera” che consentono il passaggio solo ad orari prestabiliti, blocco del traffico notturno, limiti alla circolazione di determinate merci, divieto di uscire dall’autostrada, rispetto delle festività.

Questo si traduce in decine di chilometri di code per i tir italiani, una situazione che è peggiorata negli ultimi anni. «È una situazione insostenibile - ha commentato il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini -. I Trattati e la libera circolazione devono valere per tutti. Abbiamo a cuore l’ambiente, ma il collegamento non è solo dell’Austria, della Germania o dell’Italia, appartiene a tutta Europa».

Il corridoio Scandinavo-Mediterraneo collega 10 Paesi, oltre all’Italia, ci sono Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca. E il Brennero rappresenta un asse portante.

«Confidiamo nell’aiuto della Germania in questa battaglia - dichiara Michele Varotto, presidente di Confartigianato Trasporti Veneto -. I problemi sono tutto l’anno, ci adeguiamo ogni volta, ma le nostre aziende hanno programmazioni da rispettare. I blocchi allungano i tempi per passare e i maggiori costi che le aziende del nostro comparto devono sostenere, non sempre si possono addebitare al cliente. A questo si somma il ritardo nella realizzazione del traforo per la ferrovia dal versante austriaco».

Per gli autotrasportatori del Friuli Venezia Giulia il problema si pone anche nel caso passino per Tarvisio e successivamente scelgano di percorrere una parte del Tirolo per raggiungere la Germania. «Le limitazioni operate rallentano il flusso delle merci e fanno alzare i costi dei trasporti - commenta Stefano Adami, presidente di Confartigianato Trasporti Fvg -. Non dimentichiamo che queste limitazioni valgono per i Tir in transito e non per gli austriaci: si tratta dunque di concorrenza sleale».

Il Brennero, posto a 1.372 metri di quota, è il valico transalpino numero uno per il traffico pesante. Attraverso di questo il nostro Paese esporta il 32% di tutto l’export verso l’Europa, con un interscambio di merce di circa 170 miliardi l’anno (30% viaggia su ferrovia). Al Brennero passano oltre 35 milioni di tonnellate di merci su strada e oltre 13 su rotaia. Metà dell’export agroalimentare Veneto usa quell’autostrada per varcare le Alpi. Da Tarvisio passano invece 19 milioni di tonnellate di merci via autostrada e 8 via ferro.

Uniontrasporti delle Camere di Commercio ha stimato che i divieti austriaci causano danni all’economia italiana per oltre 250 milioni di euro ogni anno. «Siamo molto soddisfatti che finalmente gli Stati membri, su iniziativa di Italia e Germania, abbiano deciso di prendere una netta posizione nei confronti degli inaccettabili divieti di circolazione imposti dall’Austria», ha dichiarato il presidente di Confindustria Anita, Thomas Baumgartner, numero uno della bolzanina Fercam.

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