Borsa, Veneto Banca e l'Ipo a rischio riportano il malumore sui bancari
MILANO. L'andamento della ricapitalizzazione di Veneto Banca e il conseguente rischio che, così come avvenuto per la Popolare di Vicenza, non ci siano le condizioni per la quotazione del titolo in Borsa riportano il malumore sulle banche italiane.
Se l'indice europeo del comparto è piatto, il Ftse Italia Banche arretra di quasi l'1%.
Giù soprattutto Banco Popolare (-2,3%), il prossimo istituto che sarà chiamato a una raccolta sul mercato di un miliardo di euro totalmente in opzione ai soci, seguita a ruota da Bpm (-1,6%) ma anche da Ubi e da Bper (-2% per entrambi), i due istituti che hanno di recente smentito un intervento proprio su Veneto Banca.
Dopo la fase di pre-marketing il cda dell'istituto di Montebelluna ha definito la forchetta di prezzo per l'aumento da un miliardo previsto (e funzionale alla quotazione in Borsa) fissando un prezzo minimo di 10 centesimi.
Per Il Sole 24 Ore il range ufficiale dovrebbe essere 50-10 centesimi per azione. Contemporaneamente le banche del consorzio di garanzia hanno siglato un accordo con il fondo Atlante che potrà subentrare nella garanzia a determinate condizioni.
In questa situazione, ragiona il quotidiano, vista la risposta del mercato in fase di pre-marketing il rischio di non raggiungere la soglia minima del 25% di flottante per avere il via libera di Borsa Italiana alla quotazione è elevato: gli imprenditori veneti potrebbero impegnarsi a sottoscrivere una fetta importante del capitale magari raggiungendo il 10-12% del capitale, Mediobanca insieme ad altri investitori (come avvenuto per BpVicenza) potrebbero arrivare al 5%.
«Riteniamo che difficilmente si arriverà ad un flottante minimo del 25% e che l'opzione più probabile sia l'intervento di Atlante per la gran parte del capitale - scrivono gli analisti di Intermonte - In seguito Atlante dovrà valutare una serie di misure per ristrutturare la banca a partire dalla governance e dalle opzioni di M&A. Tra queste vi potrebbe essere anche la fusione con la BpVicenza che permetterebbe di generare ampie sinergie di costo per poi mettere sul mercato la combined entity».
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