Bpvi, il Tribunale di Verona dà ragione all'ex socia scavalcata
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VERONA. Il 25 marzo 2017 segna una data fondamentale per il contenzioso tra la Banca Popolare di Vicenza e i soci beffati a causa del crollo del valore delle azioni. Arriva infatti la prima sentenza, tanto attesa dagli azionisti. Ed è una vittoria dell’associazione Adusbef e dei suoi legali del Triveneto.
Questo, in sintesi, il caso. La cliente aveva acquistato 660 azioni Bpvi nel 2010 al prezzo di 60,50 euro ciascuna. Le era stato riferito che le azioni fossero un prodotto sicuro, privo di rischi e che la banca avrebbe prontamente riacquistato i titoli se la stessa avesse avuto necessità di venderle.
Nel settembre del 2014 la signora cercava di vendere le azioni, ma senza successo. L’11 aprile del 2015 avveniva il primo crollo del titolo azionario che passava da 62,50 euro a 48 euro e infine precipitava, meno di un anno fa, a 10 centesimi. Nonostante i reclami, la Bpvi negava qualsiasi risarcimento, e la cliente, associata Adusbef, decideva di intraprendere una causa nei confronti dell’istituto assistita dall’avvocato Emanuela Bellini. L’associata Adusbef lamentava: la mancata consegna del contratto quadro, la violazione degli obblighi informativi poiché il prodotto era inadeguato e inappropriato, la violazione delle disposizioni in materia di conflitto di interessi e il mancato rispettato dell’ordine temporale nell’esecuzione degli ordini di vendita. La cliente chiedeva quindi il risarcimento del danno.
Il Tribunale di Verona, già dopo il deposito delle prime tre memorie istruttorie (alla redazione delle stesse ha contribuito l’avvocato friulano Lorenzo Colautti, delegato Adusbef di Udine) all’udienza del 29 settembre 2016, a fronte di una domanda di circa 38 mila euro di capitale, aveva ritenuto di proporre una soluzione conciliativa che prevede il pagamento, da parte di Bpvi, della somma di 45 mila euro, vale a dire, non soltanto tutto il capitale, ma anche il contributo delle spese legali.
Bpvi aveva però deciso di non aderire a tale proposta. Con la sentenza depositata ieri, il Tribunale di Verona ha accolte le domande della cliente, ritenendo che la Banca Popolare di Vicenza non avesse adeguatamente informato la cliente della illiquidità delle azioni e del fatto che il prodotto non fosse appropriato, riconoscendo cosi il diritto al risarcimento del danno, pari alla integrale restituzione del capitale investito (39.638,05), oltre agli interessi e alla rivalutazione che decorrono dalla data dell’acquisto all’effettivo saldo, e al pagamento delle spese legali.
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