Campagnolo, Pinarello, Bottecchia, Selle Italia: le bici corrono, non le consegne

PADOVA. Esplode la domanda di bici in Veneto. Per la paura di usare il mezzo pubblico, l'esigenza di trovare un'alternativa sportiva alle palestre e piscine chiuse, il bonus fiscale: con la pandemia gli appassionati del pedale si sono moltiplicati, in una regione dove comunque la religione delle due ruote vanta radici profonde.
E dove nel triangolo tra le province di Venezia, Treviso e Vicenza si concentrano aziende ai vertici mondiali nella produzione di telai, selle, ruote, trasmissioni.
Nomi del calibro di Campagnolo, Pinarello, Bottecchia, Selle Italia.
Eppure, l'aumento della produzione fa il paio con grossi problemi nella catena di fornitura dei componenti.
Ed ecco che in molti casi, i tempi di consegna si sono allungati a dismisura, arrivando in qualche caso fino a 18 mesi.
Colpa della difficoltà di trovare materie prime, dei lockdown in mezzo mondo che hanno paralizzato la logistica e i trasporti.
Colpa anche di una crescita generalizzata che, secondo le stime di Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori), nel 2020 ha raggiunto numeri da record: il mercato nazionale ha sfondato il muro dei 2 milioni di pezzi venduti (con addirittura un +44% sulla vendita di e-bike rispetto al 2019).
Prendiamo il caso di Bottecchia.
L'azienda - con sede a Cavarzere, una cinquantina di dipendenti e 15 milioni di fatturato - è ora alle prese con consistenti ritardi dall'Asia per l'arrivo dei componenti per il cambio.
«Shimano attualmente è a 18 mesi di consegna», spiega Marco Turato, direttore commerciale, «di conseguenza tutta la catena produttiva sconta ritardi abnormi, e malumori dei clienti finali. Abbiamo iniziato a fare ordini per il 2023».Con una domanda triplicata, il vero boom ha riguardato le bici elettriche a pedalata assistita. «Più in generale», aggiunge Turcato, «si è alzato il livello d'ingresso sul mercato».
Tradotto: gli appassionati sono disposti a pagare fino a duemila euro per una bici nuova.
Vale anche per Wilier Triestina, storico produttore di Rossano, con 52 dipendenti e un fatturato di 53 milioni per il 2020 (+19% rispetto al 2019).
«La domanda è raddoppiata, e la capacità di produzione è cresciuta del 20%», spiega Andrea Gastaldello, presidente del gruppo vicentino, «ma il tallone d'Achille è la componentistica. Ora i tempi di consegna si sono dilatatati dai 40 giorni di prima della pandemia, agli attuali 8 mesi».
Segno più anche per il celebre marchio Pinarello. Secondo Fausto Pinarello, patron dell'azienda trevigiana specializzata in bici da strada che punta a chiudere il bilancio intorno al 60 milioni di fatturato, la crescita ha riguardato soprattutto i modelli gravel (sterrato): «Siamo vicini al +60% di richiesta. Tempi di consegna? Sono raddoppiati rispetti a prima della pandemia».
Previsioni di crescita intorno al 30% anche per il fatturato di Campagnolo, azienda vicentina leader nel mondo per trasmissioni, freni e ruote (Fulcrum) con un totale di 980 dipendenti.
Nonostante il lockdown, il 2020 si è chiuso con un fatturato vicino ai 100 milioni di euro e negli ultimi mesi, complice il boom del marcato, sono state fatte nuove assunzioni.
I tempi di consegna, spiegano dall'azienda, si sono allungati a causa della difficoltà di reperire materie prime (metallo, carbonio, schede elettroniche).
Ma la crescita coinvolge tutta la galassia della componentistica. Selle Italia, 50 dipendenti con sede a Casella d'Asolo, prevede un 2021 con un +40% di fatturato (18 milioni nel 2020).
Anche in questo caso, l'azienda trevigiana ha cercato di fronteggiare i ritardi con un nuovo prodotto (Model X Green Superflow) presentato un mese fa, sostenibile da un punto di vista ambientale (senza uso di collanti e poliuretani) e realizzato interamente in Italia.
«E questo», spiega il fondatore Giuseppe Bigolin, «sarà la chiave di successo per i prossimi anni alla luce delle difficoltà che alcuni produttori di biciclette avranno nel 2021 nell'approvvigionamento dai mercati orientali».--
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