Carel, dopo la Borsa acquisizioni in Usa e Cina
PADOVA - «L'idea della quotazione, pur mantenendo il controllo della società, è un progetto a lungo termine. Pensiamo che essere quotati sia positivo per le nostre performance di lungo termine, evitando il rischio di sederci sugli allori o diventare autoreferenziali».
Così Francesco Nalini, amministratore delegato di Carel, spiega in conferenza stampa l'imminente Ipo della società che a breve sbarcherà sul segmento Star di Borsa Italiana.
Il gruppo veneto produce soluzioni di controllo per condizionamento, refrigerazione e riscaldamento e nei sistemi per l'umidificazione e il raffrescamento adiabatico.
«Una Ipo - continua - dura diversi mesi, abbiamo iniziato a metà del 2017, perchè riteniamo di avere una dimensione sufficiente per poterci quotare e andare sul mercato».
Sul progetto, assicura Nalini, non pesa il recente andamento di Piazza Affari, condizionato dalle incertezze politiche dell'Italia: «Non potevamo prevedere quello che sta succedendo sui mercati in queste settimane, ma siamo sereni, la nostra società non è indebitata, è liquida e non ci interessa l'andamento dei tassi».
E questo, spiega, grazie all' export, che a livello di gruppo supera l'80% del fatturato: «Noi siamo poco esposti sul mercato Italia, perchè anche i nostri clienti italiani esportano, quindi siamo poco esposti al rischio Italia. Abbiamo già fatto diversi incontri con gli investitori e nessuno ci ha menzionato il tema Italia. Ci sono ottimi riscontri, non pensiamo che» questa situazione di tensione sui mercati «possa avere un impatto su di noi».
Inoltre Carel sta guardando a «piccole acquisizioni» soprattutto fuori dai confini europei, negli Stati Uniti e in Cina, «dove abbiamo ampi margini di crescita».
Controllata da Luigi Rossi Luciani (60,53%) e Luigi Nalini (39,47%), Carel mette sul mercato tra il 35% e il 40% del capitale (in caso di esercizio integrale della 'greenshoe') fissando un intervallo di prezzo compreso tra 6,7 e 7,8 euro.
Post quotazione l'azienda punta a redistribuire agli azionisti «tra il 35%-50% dell'utile» e si aspetta «di continuare a crescere in linea con lo storico degli ultimi anni», spiega Nalini.
Negli ultimi tre anni Carel ha registrato una crescita media dei ricavi del 12% e degli utili pari al 21% e ha chiuso il 2017 con un fatturato di oltre 255 milioni di euro
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